Il caso di Alena e il meme del “suo” racconto

La storia di Alena e del suo presunto aggressore. La versione dell'accusa e la versione della difesa, con dei buchi temporali e un testimone che al momento risulterebbe determinante.
La storia di Alena e del suo presunto aggressore. La versione dell'accusa e la versione della difesa, con dei buchi temporali e un testimone che al momento risulterebbe determinante.
Una pagina Facebook pubblica la foto di una ragazza sostenendo che sia stata violentata da un immigrato clandestino a Torino, ma è tutto falso.
Secondo alcuni account Twitter l'uomo nella foto sarebbe un immigrato, ma dalle testate giornalistiche risulterebbe un 28enne di Anzio.
Non ha nulla a che fare con Taranto, purtroppo è una "moda" prendere foto in giro per il mondo per associarle a qualcosa di mai accaduto in Italia.
Un sito pubblica un articolo (si, ha scritto "Imigrato" con una "m") di cui non si trova alcun riferimento. La regola delle 5W calpestata, come le classiche bufale.
Quante volte ho sostenuto l'utilizzo corretto delle immagini? Se si vuole raccontare un fatto lo si deve fare in maniera corretta, se poi sei un personaggio pubblico devi stare attento.
Condividono una vecchia e nota bufala diffusa anni fa. Per gli admin della pagina tra poco cervello e malafede è una bella sfida.
Siamo alle solite, bastano un video e zero informazioni corrette per alimentare l'odio di certe persone.
In che modo l'account Twitter può dedurre che si tratti di un migrante? Dal colore della sua pelle?
A volte basta un video in bianco e nero per inventarsi una storia e accusare il solito immigrato. Nell'articolo i veri protagonisti.
Gli utenti vengono talmente coinvolti da una falsa storia che sfrutta la loro indignazione che non si rendono conto della realtà dei fatti.
Un altro sito che fa riferimento a testate giornalistiche, ma la notizia riportata è falsa e serve solo per guadagnare soldi.