La disinformazione sui vaccini e mail bombing: i casi Cesena e Gorizia

La storia di due donne che si impegnano con decisione contro la disinformazione e a favore delle vaccinazioni. Purtroppo la strada non è sempre in discesa.
La storia di due donne che si impegnano con decisione contro la disinformazione e a favore delle vaccinazioni. Purtroppo la strada non è sempre in discesa.
Un'immagine che circolava anche nel 2009 è stata modificata negli anni per associare l'omosessualità alla pedofilia a sostegno della propaganda omofobica.
Fare le vittime affermando che dopo una discussione via Twitter mi sia comportato come un "avvoltoio brutto e cattivo" non è una cosa saggia, gli orari non mentono.
Un palese copia incolla da parte de La Voce del Trentino, un copia incolla da un sito vergognoso gestito da un delinquente, che trae come fonte un articolo con qualche problema.
Alla bufala diffusa tramite le solite catene di Sant'Antonio si aggiunge anche un vero documento del Ministero della Salute che parla proprio della Coca Cola, ma non di AIDS e HIV.
La foto utilizzata per raccontare la storia di Giuseppina Ghersi venne usata anche per altre donne, anche in Francia, ma la sua origine sarebbe milanese e non nei pressi di Savona.
Nelle recenti manifestazioni per la "libertà di scelta" (insomma, quelli che hanno problemi con i vaccini) ci sarebbe stato un patrocinio "importante". Troppo "importante"
Alcune foto diffuse in un articolo vengono associate ad un presunto traffico di organi organizzato "a livello industriale" sfruttando i corpi dei bambini in Malesia e Thailandia. Non è così.
Qualche utente, di fronte ad una "sbufalata" sgradita, sente la necessità di voler dimostrare qualcosa o sentirsi meglio portando altri casi. Generalizzare fa male.
Molti utenti, grazie anche alla grande stampa, percepiscono erroneamente i dati Istat e del Viminale riguardo gli stupri e l'immigrazione.
Ritrovato un fucile d'assalto abbandonato in piazza Tienanmen prima dell'arrivo del presidente Xi Jinping? Nessun "ritrovamento".
Le bufale sullo stupro di Rimini continuano con una catena di Sant'Antonio che parla di TBC, AIDS e dell'utero asportato.