DISINFORMAZIONE Il video degli immigrati che distruggono l’albero di Natale in Italia

Da diversi anni un fatto ricorrente viene spacciato all'estero come un'opera di immigrati e musulmani ai danni di un albero di Natale. Ecco la vera storia.
Da diversi anni un fatto ricorrente viene spacciato all'estero come un'opera di immigrati e musulmani ai danni di un albero di Natale. Ecco la vera storia.
Oltre 9 mila condivisioni indignate, ma l'admin della pagina che l'ha diffusa non è stato capace di comprendere che si trattava di un'opera di trollaggio
Via Twitter e Facebook circola un video associato alle torture denunciate in Libia, ma in questo caso riguarda un video del 2014 ripreso in Brasile.
La bufala è tornata con maggiore intensità, riproposta da diversi siti e pagine Facebook (inclusa la pagina del gruppo politico "Fiamma Nazionale" per la seconda volta in un mese)
Non funziona in questo modo! La proposta di legge è stata smentita, ma La Gazzetta e altri dovrebbero spiegare che è falso pensare che ciò accada.
Gli admin della pagina Facebook "Scalcio" dovrebbero spiegare come mai c'è il loro watermark nell'immagine condivisa dal simpatizzante del M5S
Nessun riscontro della dichiarazione (che avrebbe fatto saltare dalla sedia persino uno come Salvini, giusto per dire un nome).
Un utente del Mozambico genera una bufala dal suo account Facebook ottenendo oltre un milione di condivisioni. Nessun gesto del genere in Germania.
Basta che qualche giornalista pubblichi una notizia sensazionale che altri gli corrono dietro. Poi se viene smentita dopo aver gettato la pietra nascondono la mano. Giornalismo? Non credo!
Nel giorno in cui i media parlano del coma farmacologico di Totò Riina, un sito che si fa beffe degli utenti pubblica un articolo dove si sostiene sia morto.
Circola via Whatsapp e attraverso alcuni post Facebook l'immagine di un presunto documento del Ministero della Salute che annuncia il ritiro della passata di pomodoro Mutti.
Una pagina Facebook pubblica la foto di una ragazza sostenendo che sia stata violentata da un immigrato clandestino a Torino, ma è tutto falso.