Le mie doverose precisazioni a L’Antidiplomatico

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Nel mio articolo del 29 gennaio 2017 dal titolo “La depenalizzazione di una legge sulla violenza domestica in Russia non è fake news” avevo ben spiegato lo scivolone della testata italiana L’Antidiplomatico (registrata presso il Tribunale civile di Roma nel 2015), il quale aveva copia incollato un articolo da Sinistra.ch per sostenere la sua linea politica.

Lo stesso giorno la testata del proprietario e direttore editoriale Alessandro Bianchi, dove scrive anche Francesco Santoianni (il quale si inventa un complotto sulla bufala di Umberto Eco contro i grillini perché non è stato capace di trovare una foto su Twitter), pubblica un articolo di risposta al mio al quale ricambio con le mie “doverose precisazioni“.

“La campagna contro Putin e i “debunker” dello staff della Boldrini: una doverosa precisazione”

 

 

I termini “depenalizzazione” e “legalizzazione”

Il sito di Bianchi scrive:

Con buona pace di David Puente che, contro di noi, discetta lungamente di deontologia giornalistica e di “mancato fact checking”, e azzeccagarbugliando con termini quali “depenalizzazione”, “legalizzazione”, “aggressioni in famiglia”…., non crediamo sia un caso se questa bufala e, quindi, la forsennata campagna mediatica che impazza su tutte le TV e su tutti i media mainstream – tra l’altro, condita da falsità, dalle struggenti proteste di Amnesty International, da considerazioni quali “per le donne è invece un incoraggiamento ai tiranni in casa” e da fantasiosi dati sul femminicidio in Russia – sia stata bevuta da milioni di italiani come l’ennesima “prova” dell’esistenza di un altro stato canaglia da combattere prima che sia troppo tardi.

Ci tengo a sottolineare in rosso la frase “tutte le TV e su tutti i media mainstream“, soprattutto perché l’articolo di Sinistra.ch da loro copia-incollato accusa solo i media occidentali, mentre i titoloni dei media russi (citati nel mio articolo e non in quelli da me contestati) riportavano titoli sulla stessa linea:

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Tornando all’uso delle parole, un giornalista che si rispetti dovrebbe riportare correttamente le parole che definiscono un fatto. Nel titolo copia-incollato da Sinistra.ch si parla di “legalizzazione” (“Ma davvero la Russia di Putin ha deciso di legalizzare la violenza domestica?“) quando questa non era presente nei titoli dei media italiani e che non equivale affatto a “depenalizzazione“, sostenendo poi nella conclusione dello stesso articolo che la riforma votata in Russia “non depenalizza alcunché” (“Si può essere d’accordo o meno con questa riforma, certamente però non si tratta di “depenalizzare” alcunché!“). Se la redazione de L’Antidiplomatico non conosce il significato di “depenalizzare” e si affida ad un sito esterno senza controllare quanto è stato diffuso dai “cattivi media mainstream russi” non è colpa mia.

 

L’articolo di Sinistra.ch impossibile da raggiungere per troppe visite?

Ecco la scusa riportata da L’Antidiplomatico per sostenere che l’articolo di Sinistra.ch non era stato cancellato:

E proprio per contrastare questa pericolosa bufala l’Antidiplomatico, il giorno dopo aver ripubblicato l’articolo di Sinistra.ch (che, con buona pace di David Puente, non è stato affatto “cancellato” ma verosimilmente è stato ieri impossibile raggiungere per via dell’impennata di visitatori), ha pubblicato un suo articolo che meglio chiarisce i termini della proposta di legge votata dalla Duma.

Questo dimostra ignoranza informatica o una totale malafede (preferisco pensare alla prima opzione, perché sarebbe “scusabile”). Vi riporto lo screenshot del salvataggio del 29 gennaio dell’articolo di Sinistra.ch, il quale figura la pagina 404 del CMS utilizzato dai gestori del sito (WordPress):

Il salvataggio del link http://www.sinistra.ch/?p=6143 su Archive.is del 29 gennaio 2017 alle ore 10:46 UTC 

La visualizzazione della pagina 404 relativa al link dell’articolo di Sinistra.ch non ha nulla a che vedere con le visite al sito, altrimenti non sarebbe stato possibile effettuare una ricerca (e i relativi salvataggi sui servizi di archiviazione online) attraverso il motore interno di WordPress con le parole chiave “Russia” e “violenze domestiche“. Per dimostrare ciò il 29 gennaio avevo salvato le ricerche su Archive.is e Web.Archive.

La ricerca delle parole chiave “violenza domestica” salvato su Archive.is

 

La ricerca delle parole chiave “violenza domestica” salvato su Web-Archive

C’è da dire, inoltre, che l’articolo di Sinistra.ch non era presente sulla pagina Facebook (molto probabilmente la condivisione iniziale del 27 gennaio era stata rimossa assieme all’articolo) per poi comparire il pomeriggio del 29 gennaio, ore dopo il mio articolo. Questo è facilmente verificabile effettuando la ricerca della parola “Russia” sulla pagina Facebook di Sinistra.ch, dove troviamo la condivisione del 29 gennaio alle ore 17:00 e l’articolo precedente che contiene tale parola risalente addirittura a dicembre 2016:

L’articolo condiviso il 29 gennaio dopo averlo ri-pubblicato nel sito.

 

“Arruolato da Laura Boldrini”

Arriva poi la tesi del presunto “arruolamento” da parte della Boldrini:

Un’ultima considerazione. Questa nostra precisazione sulle fantasiose accuse di uno dei tanti sedicenti “debunker” non avrebbe avuto alcuna rilevanza se David Puente non fosse stato arruolato da Laura Boldrini per la sua crociata contro le bufale.

Non sono stato “arruolato” dalla Boldrini, mi è stata chiesta una consulenza sul tema delle bufale e io l’ho fornita a titolo gratuito, tanto che il viaggio a Roma per il mio intervento alla Camera dei Deputati, dove sono stato invitato dalla Presidenza della Camera, l’ho pagato di tasca mia e non ho bevuto nemmeno un caffè a spese dei contribuenti. Se poi per qualcuno è convinzione che bastino i miei interventi contro le bufale rivolte alla Presidente della Camera per dimostrare un presunto “arruolamento“, allora sarei stato “arruolato” anche dal M5S e Di Maio contestando pesantemente L’Unità, così come dalla Lega Nord e Salvini. Magari anche da Trump, sarebbe interessante davvero.

A questo punto, seguendo le scie di certi ragionamenti, potrei sostenere che L’Antidiplomatico e i suoi autori siano stati assoldati dal Movimento 5 Stelle, tanto che i loro testi vengono firmati a nome del Movimento nel “Blog delle Stelle” e si dichiarano orgogliosi:

Francesco Santoianni: “Sono particolarmente orgoglioso che questo mio contributo sia stato pubblicato sul vituperato blog di Grillo”

 

L’articolo scritto da Santoianni, pubblicato sul Blog delle Stelle e firmato a nome “Movimento 5 Stelle”

 

Chiusura di un altro sito?

Continua L’Antidiplomatico:

Una campagna maccartista che, appena ieri, ha fatto la sua prima vittima (il sito Byoblu, al quale rinnoviamo la nostra solidarietà) e che rischia di zittire tutti coloro che sulla Rete non vogliono essere i megafoni del regime. Temiamo quindi che questa iniziativa contro l’Antiplomatico (e Contropiano.org) condotta da parte dello staff della Boldrini possa essere un ulteriore passo verso la chiusura di un altro sito e, in prospettiva, della libertà di stampa in Italia.

A parte ripetere che non faccio parte di alcuno “staff della Boldrini”, il sito di Bianchi parla di “un ulteriore passo verso la chiusura di un altro sito“. È stato chiuso qualche sito e non lo citano?

Se intendono riferirsi in qualche modo alla chiusura dei rapporti tra Google Adsense e il blog di Claudio Messora, non vi è alcuna censura in tutto ciò, siccome si tratta di una scelta da parte dei una società privata che, vedendo gli screenshot del video di Byoblu, non forniva neppure tanto denaro. Vedo che il suo blog presenta attualmente altri banner pubblicitari di altri fornitori, gli stessi presenti in molti altri siti molto più noti.

In sostanza, Byoblu non è stato censurato da Google, il suo blog si legge e continuerà a monetizzare. Inoltre, se pensano che io e i miei colleghi vogliamo censurare i loro siti si sbagliano di grosso (ma sembra proprio che siano convinti di ciò, amen).

 

Il caso del “bambino” palestinese decapitato in Siria

Lascio per ultimo questo argomento, siccome lungo e complesso:

Il “debunker” David Puente, – già autore di un articolo (sul quale ci eravamo soffermati) secondo il quale il ragazzo decapitato in Siria dagli jihadisti era, in realtà un “soldato nano dell’esercito di Assad” – ha accusato l’Antidiplomatico (insieme a Contropiano.org e ad un altro sito) di avere subito ripubblicato, “copia e incollando (…) senza alcuna verifica”, un presunto articolo-fake del sito Sinistra.ch che per primo ha denunciato una ennesima campagna mediatica contro la Russia.

Riprendo le parole di Santoianni  pubblicate il 19 dicembre 2016:

Per David Puente si trattava di un “soldato siriano di 19 anni, secondo quanto riportato dai suoi parenti, affetto da Talassemia, la quale presenta un rallentamento della crescita e un ritardo della pubertà.” E per attestare questa bufala David Puente riporta una caterva di presunti “documenti” e tweet (che qualcuno, miracolosamente, gli ha fatto pervenire “dalla Siria” o che, improbabilmente, si è andato a cercare in Rete), un evidentissimo fotomontaggio con la testa del bambino apposta sul corpo di un tizio che spara con la mitragliatrice e uno “striscione con la bandiera governativa” che commemora la morte del bambino, quale “prova” della sua appartenenza all’esercito siriano . Ovviamente, sull’articolo di Puente, nessuna traccia del video della decapitazione dal quale chiunque può rendersi conto della sorte riservata a questo bambino trattato dai “ribelli” come una “spia”.

Per pura precisazione, il mio articolo citato da quello di dicembre firmato da Santoianni non è quello linkato nella risposta del 29 gennaio 2017. Il motivo di tale precisazione è dovuto al fatto che mi era stato contestato soltanto il contenuto della versione “ridotta” dell’indagine senza considerare quella completa (linkata in evidenza).

Tralasciando la contestazione del fatto di non aver riportato un link al video (pur riportandone altri dove il ragazzo parla prima della decapitazione), il quale riprende un gesto che non giustifico affatto (e mai l’ho fatto), informo Santoianni che le fonti da me riportate nell’articolo più completo le ho trovate da solo senza l’aiuto di presunti “contatti siriani” (probabilmente continuerà a sostenere la sua teoria, ma dovrebbe preoccuparsi ad imparare a cercare il materiale online e in lingua italiana).

Perché parlo di “bambino” palestinese? A sostenere che fosse proveniente dalla Palestina fu la brigata Liwa al-Quds via Facebook, ma questa informazione fu smentita da un tweet di Ivan Sidorenko (citato nel mio articolo), fotografo e reporter che segue le truppe di Assad, rivelando che il “Child Soldier” era siriano di Homs:

#Syria #Aleppo The Child Soldier Beheaded by Noureddine al Zenki Movement Was From #Homs and IS NOT #Palestinian

Sidorenko parla di “soldato bambino” di Homs (confermando di fatto le altre sue foto in divisa riportanti i simboli appartenenti all’esercito siriano seguite dallo stesso reporter), ma a quanto risulta dai documenti riportati nel mio articolo avrebbe avuto circa 19 anni e sarebbe affetto da Talassemia. Spero vivamente che non fosse realmente un minorenne, non tanto per quanto ho scritto (rettifico senza problemi se mi vengono portate le prove), ma perché ci ritroveremo di fronte ad un caso di minori assoldati dalle forze di Assad.

Pur citando il tweet di Sidorenko e quanto da lui riportato in merito alla vicenda, questo è stato puramente ignorato da Santoianni. Se vuole seguire le vicende siriane gli consiglio di fare un bel “follow” sul suo account, come ho fatto io da ben prima di questo episodio.

 

Conclusioni

L’articolo della redazione de “L’Antidiplomatico” si conclude così:

Speriamo di sbagliarci.

Hanno solamente “cagato fuori dal vaso“, ma basta un po’ di olio di gomito per pulire. Come primo passo potrebbero rettificare l’articolo di Santoianni e la sua fake news sulla bufala di Umberto Eco, senza cancellare o modificare ad arte il contenuto dando prova alle altre testate italiane di come si faccia corretto giornalismo.

Questa non è una rettifica

 

Ringraziamo Claudio Messora che mi ha fatto scoprire la “doverosa precisazione” de L’Antiplomatico.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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