Il caso Casalino, la mezza versione e come il giornalismo poteva evitare tutto questo

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Nel mio articolo precedente avevo affrontato il caso Casalino e il video dove parlava degli anziani e dei down. Ammetto di aver preteso troppo, leggendo i commenti non tutti hanno compreso il problema e i derivati da questo episodio. In questo articolo cercherò di essere più diretto, ma se non capite c’è poco da fare e andremo comunque avanti.

Partiamo da un presupposto: Rocco Casalino non è un personaggio che si fa amare, a forza di sentir parlare del “metodo Casalino” e di certi suoi atteggiamenti (come il caso del video dove inviava il messaggio a Enrico Mentana durante una diretta) la sua fama non è quella dell’angioletto. Considerate che è stato per anni responsabile della comunicazione di un partito in Parlamento, che oggi lavora per il Presidente del Consiglio italiano, e se non avete avuto modo di vivere almeno una volta un’esperienza quanto meno vicina al mondo parlamentare lasciatemelo dire: è uno schifo. Questo non per difenderlo, ma per dirvi che bisogna sempre stare molto, ma molto attenti.

Il caso Casalino e il video dove parla di anziani e down si è scatenato di recente a causa di ArcadeTV che aveva preso uno spezzone di un video più lungo pubblicato da Enrico Fedocci, giornalista Mediaset, il 26 maggio 2018 sul canale Youtube MonoscoppioTV. Il video del 5 novembre non era soltanto più corto, ma era stato editato in modo da far scomparire ogni riferimento su luogo e data, cosa che avrebbe aiutato chiunque a risalire a qualche informazione in più. Pessima opera di informazione, se volevano fare Giornalismo hanno sbagliato di grosso.

Il video di ArcadeTV è stato ripreso da alcune testate giornalistiche che hanno pubblicato articoli su Rocco Casalino senza aver tentato di informarsi sulla sua origine e quando era accaduto. Nel mondo del Giornalismo con la “G” maiuscola sono le prime domande da porsi, perché altrimenti facciamo la figura dell’utente che condivide tutto ciò che scova in Rete, o come il neo Presidente Rai Marcello Foa sostiene di usare i social.

Qualcuno, anche “normali utenti” (nel senso che non sono giornalisti) avevano scovato il video completo di MonoscoppioTV e si erano resi conto che si trattava di un suo intervento durante un corso di giornalismo a Milano. La scritta era ampiamente visibile in basso a destra del video, così come era ben visibile la persona che stava accanto a Rocco Casalino, ossia il giornalista Enrico Fedocci che teneva il corso in qualità di docente. Per sicurezza, sarebbe stata cosa buona contattare il professore e chiedergli ulteriori informazioni su quanto era accaduto quel giorno, purtroppo ad alcuni è bastato quel video e hanno preferito battere il ferro finché era caldo, rimanendo assordati dal rumore generato dai ripetuti colpi di martello.

Se un giornalista, prima di condividere il video di ArcadeTV, avesse fatto queste operazioni sarebbe venuto a conoscenza della versione in cui si trattava di un corso di giornalismo e avrebbe compreso dal professore del corso che si sarebbe trattato di una simulazione di intervista con provocazione con il fine di far scrivere un articolo agli studenti su quanto accaduto valutando la loro capacità di estraniarsi emotivamente dall’intervistato. A quel punto la storia sarebbe stata diversa, i titoli anche, e forse non avrebbero pubblicato il video. Forse ora non staremo qui a parlarne e a perdere tempo su una cosa che non ha a che vedere con il suo lavoro di portavoce del Presidente del Consiglio. Circolava già in passato un video dove esprimeva pensieri orrendi in merito agli stranieri, se si voleva chiedere le sue dimissioni per certi contenuti potevano farlo anche prima di quello diffuso da ArcadeTV, nonostante le sue difese pubblicate sul Blog di Beppe Grillo nel 2014.

Enrico Fedocci, oltre alle risposte via Twitter e quelle riportate da NextQuotidiano, aveva pubblicato un lungo post Facebook dove raccontava ciò che ricordava di quel giorno e non solo:

Ho appreso oggi nel primo pomeriggio che una porzione di un video da me pubblicato a maggio, relativo all’incontro tra Rocco Casalino e i miei studenti del corso di giornalismo, è stata in maniera molto scorretta pubblicata su Youtube da ARCADETV7. Il tutto è stato fatto decontestualizzando, modificando le immagini, allargandole, facendo capire poco a chi vedeva. Cercando, probabilmente, uno scoop a tutti i costi. Il video integrale durava oltre 1 ora e mezza. Quello ripreso da ARCADE una manciata di secondi.

A proposito di questa vicenda che riguarda Casalino e la sua presenza durante il Corso di Giornalismo che ho tenuto dal 1997 al 2006 desidero precisare:

in quegli anni portavo i personaggi in aula, affinché i miei studenti li intervistassero.
Ho portato tra i vari Mario Moretti, ex capo delle Brigate Rosse, Bruno Berardi, figlio del maresciallo Rosario Berardi, ucciso dalle Bierre a Torino, Platinette, l’allora direttore di Canale 5 Giorgio Gori, l’inviato di guerra Ettore Mo, lo speaker radiofonico Zap Mangusta, l’ex Solista del Mitra Luciano Lutring, Andrea Pellizzari e Fabio Volo, ma anche dirigenti di polizia per simulare conferenze stampa su omicidi, operazioni antidroga, affinché gli studenti imparassero a gestire vari argomenti, in modo tale che nel successivi stage nei giornali sapessero trattare più temi.
Ognuno di loro, nel preparare il pezzo, doveva fare finta di essere il giornalista che assisteva all’incontro tra l’ospite e gli studenti stessi. Volevo che imparassero a scrivere in maniera distaccata, non di pancia, insomma.

In occasione di uno di queste simulazioni di interviste invitai Rocco Casalino. Ma fu un invito all’ultimo, poiché l’ospite concordato per quel giorno, saltò. Incontrai per caso Rocco Casalino il giorno prima e gli chiesi di intervenire in aula. Mi disse subito di sì.

Faccio presente che Rocco Casalino, ai tempi reduce dalla Casa del Grande Fratello, era un personaggio televisivo, piuttosto discusso per le sue ospitate a Buona Domenica ai limiti col trash.
Alle 14 arrivò in via Pace a Milano, presso l’Istituto Bauer di proprietà della Provincia di Milano. Andai all’ingresso per accompagnarlo in aula e prima di entrare mi raccomandai: “Rocco, è una simulazione di intervista, quindi nulla verrà pubblicato, ma fammi la gentilezza di sollecitarmi i ragazzi, affinché abbiano una notizia. Provocali. “ La sua risposta fu: “Devo recitare un personaggio?
Bravo” replicai io.
Il resto è registrato nel video.
Dopo l’incontro, una volta corretti i pezzi coralmente davanti a tutti gli studenti, mi resi conto che Casalino aveva suscitato in loro grande antipatia. Una antipatia, che molti di loro fecero emergere in maniera molto evidente negli articoli scritti come esercitazione. Rendendo di per se stesso il pezzo non pubblicabile, perché scritto di pancia. Ricordo che agli studenti, spiegai che compito del giornalista era anche quello di distinguere tra provocazione – come quella messa in atto da Casalino – e la realtà. Che compito di un vero giornalista era quello di riferire anche i contrasti emersi tra gli studenti e il personaggio, ma che la cronaca si fa stando un passo indietro rispetto alle emozioni.
Faccio presente che quando pubblicai il video, il 26 maggio (assieme a quello di Moretti, Ettore Mo e Lutring) mandai per una forma di cortesia il link a Casalino, come feci con gli altri. Lui mi rispose con uno smile che faceva l’occhiolino. #roccocasalino #down

Queste potrebbero essere state le risposte fornite ai giornalisti prima di pubblicare il video di ArcadeTV, se avessero indagato a fondo. Ormai che ci siamo, bisogna scavare ancora più a fondo la vicenda e comprenderla per tutti i suoi aspetti facendo un passo indietro, precisamente il 2 giugno 2018 quando il giornalista e docente Enrico Fedocci aveva pubblicato questo post Facebook:

In questi giorni in tanti stanno sparando a zero su Rocco Casalino, sogghignando sul fatto che uno che viene dal Grande Fratello possa ora ricoprire un ruolo così delicato nell’ambito delle Istituzioni. Conosco Rocco dal 2004, mi ha chiesto recentemente dei nomi per l’ufficio stampa M5S (non ho segnalato nessuno, perché non conoscevo nessuno sul quale potessi garantire al 100 per cento. Anzi, uno sì, Max Rigano, sempre pieno di energie, capacità e buona volontà); io e Rocco siamo buoni conoscenti, non amici. Siamo rimasti “amici” su fb, quello sì, fino a un mese e mezzo fa, quando nel corso di una ristrutturazione dei contatti – tengo solo chi frequento o le persone con cui interagisco abitualmente – l’ho levato. Credo di essere uno dei pochi ad avere tolto l’amicizia a Rocco Casalino, piuttosto che chiedergliela in questo ultimo periodo.
Ma torniamo al punto: Rocco venne ospite del mio corso di giornalismo nel 2004 perché l’ex capo delle BR Mario Moretti mi diede buca all’ultimo, a causa della mancata autorizzazione all’incontro da parte del giudice di sorveglianza, poi arrivata successivamente.
Incontrai Rocco la sera prima nel prive all’Hollywood. Non lo conoscevo, mi avvicinai e lo invitai a lezione. Avrebbe dovuto farsi intervistare dagli studenti che poi, su di lui, avrebbero scritto un pezzo. Accettò con molta umiltà, l’umiltà di venire a fare il tappabuchi, ovviamente, sapendo di essere un tappabuchi. Lo convinse il fatto che fosse un corso di giornalismo. Una volta entrato in aula fece di tutto per farsi odiare dagli studenti: frasi impopolari, razziste, classiste… Secondo me lo faceva per provocare e quindi esistere. A margine della “simulazione di conferenza stampa” mi chiese come avrebbe potuto diventare giornalista. Gli risposi “Rocco, non hai una grande credibilità dopo il Grande Fratello”. Lui rispose che sarebbe stato umile, che avrebbe fatto sacrifici, che avrebbe lavorato su questo. Bene: a parte che con me si è sempre comportato con la massima correttezza, esattamente il contrario della personalità manifestata in aula o a parole, nel tempo posso dire di avere notato che ha fatto esattamente ciò che ha detto: si è messo a lavorare per crescere professionalmente: l’esperienza di conduzione a Telelombardia di Buongiorno Lombardia con sveglia alle 4 di mattina, con Lamberto Sposini a Telenorba come inviato, Betting Channel, il praticantato da giornalista professionista e l’esame di Stato superato, mi pare di ricordare, con 58/60 o 54/60. Comunque, un voto alto. Ho sempre sostenuto che fosse in gamba. È al Senato come comunicatore da 5 anni, dopo avere fatto un passo indietro in occasione delle Regionali in cui voleva candidarsi nei 5Stelle, rinunciando alla candidatura per lavorare nell’ombra. Mi fa piacere vedere come abbia raggiunto questi livelli, perché il preconcetto – anche mio – lo aveva svantaggiato rispetto a questa professione.

Anticipando i malpensanti: a Rocco non ho nulla da chiedere, non ho nulla da dare. Faccio l’inviato di cronaca nera per i telegiornali Mediaset, non mi interessa la politica – di cui capisco davvero poco – non voglio cambiare azienda perché sono già nel posto migliore, quindi ciò che dico è solo ed esclusivamente per amore di verità.
Se avete voglia, guardate il video che linkerò nel primo commento di questo post (Quando parla di politica, in certi passaggi, già grillino ancor prima di Grillo).
Odierete Rocco Casalino così come lo hanno odiato i miei studenti. Ma sulle dichiarazioni di intenti, apprezzerete ciò che ha detto, per il modo in cui l’ha detto. Tutte cose che poi ha fatto.

Qualcosa non quadra. Seppur in entrambi i post parla di provocazioni e di studenti emotivamente coinvolti, nel post dell’otto novembre riporta un dialogo che non era stato raccontato in quello del 2 giugno. Al contrario, il giornalista e docente scriveva “secondo me lo faceva per provocare“. Era stato chiesto oppure no a Rocco di interpretare un personaggio con un secondo fine? La domanda è lecita, ma da questi due post Facebook risulterebbe facile avere dubbi sull’ultima versione da lui raccontata.

Non aiuta a Fedocci nemmeno il post dell’otto giugno (leggetevi anche il pezzo condiviso, fatelo):

Su Vanity Fair Italia Francesco Oggiano in un bell’articolo descrive Rocco Casalino, la sua carriera: “Dal Gieffe al G7”, titola Vanity. Un ritratto molto attento che evidenzia gli aspetti più veri della personalità di Rocco. Nel pezzo si citano alcuni passi dell’”intervista-verità” che Casalino rilasciò ai miei studenti durante il corso di giornalismo che tenevo nelle aule dell’Istituto di formazione professionale della Provincia di Milano. Grazie a Francesco per la citazione di quella lezione che mostra il Rocco più vero. Anche quello che nascondeva dietro arroganza, supponenza e cinismo.

Tra le persone presenti al corso c’era una mia amica, Elena Porcelli, che racconta così l’accaduto l’otto novembre sera dopo il post di Fedocci:

CRONACA DI UN SABATO ITALIANO (Primavera 2004 credo)
Ho sentito la simulazione di conferenza stampa di Rocco Casalino, all’epoca solo “Rocco del Grande Fratello”, tenutasi al corso di giornalismo di Mediawatch presso il centro della Provincia di via Pace a Milano.
E’ l’evento da cui è stato estrapolato il video in cui offende anziani e persone con la trisomia 21.
Non ricordo esattamente perché fossi lì. Ci andavo qualche volta, di solito quando il docente Enrico Fedocci e io dovevamo parlare di fatti nostri o quando qualcuno dei personaggi invitati mi incuriosiva.
Si trattava di simulazioni di conferenze stampa, nel senso che tutto si svolgeva come in una conferenza stampa normale, ma a fare le domande non c’erano veri giornalisti ma studenti, che poi scrivevano un articolo e lo consegnavano al docente.
Quella volta probabilmente dovevo parlare con Enrico, ma poi è finita che mi sono fermata a sentire Casalino, che ha parlato per circa un’ora e mezza, esponendo le proprie pensate su politica, società e mondo dello spettacolo, inclusa una certa sintonia con Umberto Bossi. (Profetico?)
A tratti credo sia stato sincero, a tratti intenzionalmente provocatore, mi ha dato l’impressione di una persona intelligente e ambiziosa ma con un livello morale infimo.
Enrico mi ha successivamente detto che a Rocco piace recitare la parte della carogna, per provocare e attirare l’attenzione.
Oggi su Facebook Enrico ha scritto di avergli chiesto di calcare questo aspetto della sua personalità, per insegnare agli studenti il dovuto equilibrio e distacco che un giornalista deve avere anche nei confronti degli intervistati più immondi.
Di conseguenza, posso dire che Casalino quelle affermazioni sugli anziani, e anche quelle sugli ebrei e sugli immigrati, le ha fatte veramente.
Non posso dire se corrispondano al suo pensiero di allora, tanto meno a quello di adesso, perché gli intervistati spesso non sono sinceri nelle conferenze stampa vere, figuriamoci in quelle simulate e sono passati quasi tre lustri, per cui chiunque può aver cambiato idea su qualsiasi cosa.
Devo dire che è l’unico caso in cui mi sia capitato uno che cercava di sembrare la peggior possibile versione di se stesso, di solito davanti ai giornalisti tutti cercano di sembrare dei santi, anche se hanno appena bruciato una cucciolata di beagle.
Non ricordavo la scritta Centro Teatro Attivo sulla lavagna. Oggi ho saputo che era stata fatta dall’insegnante di dizione che aveva tenuto lezione al mattino.
E’ anche possibile che Casalino stesse frequentando anche lui un corso al Centro Teatro Attivo (Milano è piccola), ma in quel momento, se stava interpretando un personaggio, quel personaggio era “Rocco del Grande Fratello”. E nessun altro.
Che abbia detto quelle cose, che magari neanche pensava, a quel tempo non mi sembra grave quanto il fatto che oggi, portavoce del Presidente del Consiglio, cerchi di far credere agli italiani la balla che si trattava di un’improvvisazione durante un corso di teatro. Che ci sarebbe voluto a dire: “ho detto un sacco di fregnacce per attirare l’attenzione, mi scuso se ho offeso qualcuno, era mia intenzione, ma solo perché a quattro anni dal GF ero a un punto morto della mia carriera”?
Qui il video quasi completo dell’evento:

La prima domanda che mi ero posto e che ho posto a Elena era se il docente aveva spiegato, dopo gli elaborati degli studenti sulla simulazione dell’intervista, che si trattava di una provocazione per valutare le loro capacità nell’estraniarsi emotivamente dal soggetto trattato. Elena mi ha detto che lo aveva fatto nella lezione successiva. Il che concorda con le recenti dichiarazioni rilasciate da Fedocci, ma rimane sempre quel buco del post del 2 giugno 2018. Bisognerebbe trovare uno studente del corso perché lo confermi e sarebbe utile che si facesse avanti per confermarlo.

Ecco, capite dunque che c’è un problema giornalistico, dove ci si lancia a condividere un video senza andare oltre. Troppo impegnativo, a quanto pare, così come troppo facile attirare click. In seguito a questa diffusione molti sono corsi ai ripari, correggendo titoli e articoli o pubblicando ulteriori articoli per raccontare l’accaduto. Troppo tardi.

Ora però torniamo a Rocco Casalino perché, come raccontavo nel precedente articolo, nel suo comunicato di smentita aveva riportato un’informazione alquanto strana che aveva indotto molti a pensare che la sua fosse un’interpretazione teatrale tenutasi presso il Centro Teatro Attivo. Apriti cielo, si diffonde il video pubblicato da Fedocci e si capisce che non era stato ripreso nei corsi del CTA, tanto che lo stesso Centro ha dovuto smentire di fronte alle domande poste da Yahoo Notizie.Perché ha scritto in quel modo quel comunicato? Si è creato un caso sul caso, dove c’è stato anche uno “scontro” su questo punto tra Avvenire e NextQuotidiano. In tutto questo, più confusione c’è e più è difficile per i lettori capire che cosa è successo, creando di fatto scontri anche “interni” agli stessi “gruppi di appartenenza“, pro e contro Casalino o pro e contro M5S.

Ci sono due pezzi del video pubblicato da Fedocci che dovrebbero farci pensare, e tanto. Uno è quello dove dice di essere stato un manipolatore, un falso, un malvagio nei confronti degli altri partecipanti al Grande Fratello di cui era concorrente. Infine, spiega come doveva studiare i suoi interventi prima di andare in televisione per poter continuare a “bucare lo schermo“, in maniera intelligente e senza che la gente decidesse di cambiare canale se si comportava troppo male. Esatto, troppo male.

Come dicevo in precedenza, il mondo parlamentare (e politico, giusto per allargarci e chiarire ancora di più) fa schifo ed è inglobato in maniera indelebile a quello della comunicazione e dei media. Rimanere sulla “cresta dell’onda“, “bucare lo schermo“, tirare le redini dei “trend topic” (se vogliamo parlare in termini social) è pane per i denti per un personaggio come Rocco Casalino che questo mestiere lo ha imparato e ne ha ampiamente parlato anche in quel giorno al corso di giornalismo. C’è chi, limitandosi alla visione del video integrale o di quello parziale, non crede che stesse interpretando o provocando apposta perché non si notava l’interpretazione stessa, era troppo sicuro e credibile, ma ignorano che dietro a quella figura c’è una persona abituata a farsi vedere di fronte alle telecamere e a impersonare dei personaggi utili a far parlare di se. Potete chiamarli attori, gli attori interpretano e più bravi sono e più rendono credibili le loro performance. La manipolazione, nel suo senso positivo o negativo, nel mondo dello spettacolo non è una novità e non lo è nemmeno nella politica.

Dovremmo stare attenti, ma molto attenti, soprattutto richiedere ai giornalisti maggiore attenzione e non essere dei condivisori compulsivi alla ricerca del click.

In un articolo di Michele Serra del 28 settembre 2018 viene riportata una definizione attribuita a Rocco Casalino: il Burino Rinato. A fornirla sarebbe il professor Samuel Levi-Pumpkin, direttore del Dipartimento di Scienze Umane a Harvard. Leggetelo, ma non alteratevi troppo (cliccate qui o qui).

P.s. Qualcuno ci arriva.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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