Casi di morbillo a Bari: cosa dicono i media e cosa dice la Regione Puglia

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La Verità, quotidiano di Maurizio Belpietro, pubblica un articolo il 16 novembre 2018 dal titolo “A Bari nessuna epidemia di morbillo. E la presunta untrice non era No vax“:

La bimba di 8 anni accusata da giornali e politici di aver scatenato il contagio aveva fatto l’esavalente e ha preso la malattia in ospedale. Pure l’ordine dei biologi attacca: «Dai media allarme infondato».

A Bari la legna era già pronta e unta di benzina, di fiammiferi per appiccare il fuoco ce n’erano in abbondanza, ma il rogo della strega No vax è per lo meno rimandato. In compenso, i media italiani sostanzialmente all’unisono hanno levato al cielo una fitta coltre di fumo. Ricordate? Giornali e telegiornali hanno sparato una raffica di titoli sull’«epidemia di morbillo» in corso nella città pugliese. Senza esitazione hanno individuato e stigmatizzato l’untore responsabile della pestilenza: una bambina di 8 otto anni, presentata come «la figlia di genitori No vax». La colpevole avrebbe infettato 8 persone all’ospedale pediatrico Giovanni XIII, il cosiddetto Ospedaletto, tra cui – orrore – un piccino di appena 11 mesi.

[…]

Come è evidente, a qualche giorno di distanza, l’epidemia assassina non c’è stata. Ma, soprattutto, non c’è alcun untore antivaccinista a cui dare la colpa. L’emittente pugliese Telenorba, il 13 novembre, ha riportato, con dovizia di particolari, i risultati dell’indagine interna effettuata dal Giovanni XIII. Un approfondimento che ha fatto emergere alcuni fatti sorprendenti. Vediamo di ricostruire. Tutto inizia il 23 ottobre, quando all’Ospedaletto di Bari arriva una bimba di 8 anni. Si sospettava che la piccola avesse una non meglio identificata «patologia infettiva», motivo per cui l’hanno sottoposta a una serie di esami. La diagnosi di morbillo è arrivata il 5 novembre. Secondo l’indagine condotta dal Giovanni XIII con la supervisione dell’Asl di Bari, la bambina è stata contagiata all’interno dell’ospedale. Non solo: i suoi genitori non sono affatto No vax. Alla fanciulla mancava la protezione contro il morbillo, ma aveva fatto il vaccino esavalente.

Ecco l’origine della tremenda epidemia: una bimba – la cui famiglia non ha fatto professione di fede antivaccini – arriva in ospedale, contrae il morbillo (che le viene diagnosticato diversi giorni dopo il ricovero), lo passa a tre piccoli parenti. E gli altri infettati? Tre sono adulti, ricoverati al Policlinico di Bari: un addetto alla sicurezza del reparto malattie infettive, la madre di due gemelli e un’altra donna che però è stata contagiata in modo diverso.

La storia del piccino di 11 mesi è ancora differente. È arrivato all’Ospedaletto il 23 ottobre, proprio come la bambina di 8 anni. Il neonato (che non è in età vaccinabile) è stato ricoverato per morbillo, ma fortunatamente è fuori pericolo.

Insomma, il contagio di massa non c’è stato, gli untori No vax non esistevano e la finta epidemia è iniziata all’interno della struttura ospedaliera.

 

I documenti ufficiali della Regione Puglia

In un documento del 12 novembre 2018 della Regione Puglia, dal titolo “Focolaio di morbillo familiare e nosocomiale in Puglia” (PDF, scaricabile dal portale Puglia Salute) troviamo il capitolo “Casi di morbillo in Puglia tra ottobre e novembre“:

Nei mesi di ottobre e novembre 2018, sono stati segnalati al Sistema di Sorveglianza integrata morbillo-rosolia della Regione Puglia 9 casi di sospetto morbillo, uno dei quali scartato successivamente alle indagini di laboratorio come non-morbillo, non-rosolia.

Sette degli 8 casi, tutti confermati dal Laboratorio di Epidemiologia Molecolare e Sanità Pubblica – U.O.C.Igiene dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico Bari, possono essere ricondotti a un focolaio familiare e nosocomiale.

Il caso indice risulta essere una bambina di 8 anni, non vaccinata contro il morbillo (nonostante ripetuti inviti e solleciti della ASL), che in data 23 ottobre è stata ricoverata presso l’Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII di Bari per febbre persistente. Sono stati casi secondari il fratello di 11 anni, ricoverato il 1 novembre, non vaccinato a causa di riferita terapia corticosteroidea ad alto dosaggio, e il cugino di 16 anni, ricoverato il 6 novembre, anch’egli non vaccinato.

Ulteriori due casi hanno riguardato un bambino di 22 mesi, non vaccinato (con prenotazione dell’appuntamento per il 25 ottobre), che era stato ricoverato per otite nello stesso nosocomio in concomitanza con la degenza del caso indice, e un bambino di 12 mesi, non ancora vaccinato, ricoverato per bronchite in concomitanza con la degenza del fratello del caso indice.

Hanno contratto il morbillo anche un giovane adulto di 20 anni, impiegato presso l’ospedale pediatrico, mai vaccinato, ricoverato l’8 novembre presso il Policlinico di Bari, e una donna di 43 anni, non vaccinata, madre di due bambini (vaccinati) che avevano fatto accesso per visita specialistica durante la degenza del caso indice, ricoverata il 9 novembre sempre al Policlinico.

L’ottavo caso di morbillo segnalato in Puglia in questo ultimo periodo, confermato in laboratorio, è una donna di 37 anni, non vaccinata, con data ricovero del 5 novembre, senza apparente collegamento con gli altri casi.

Il documento si conclude con un capitolo intitolato “Principali conclusioni e misure per la prevenzione e il controllo“:

La situazione epidemiologica del morbillo in Puglia appare al momento sotto controllo:

  • l’incidenza è oltre 6 volte inferiore a quella media nazionale e nettamente al di sotto di quella registrata in altre regioni d’Italia
  • la copertura vaccinale anti-morbillo nei bambini ≤36 mesi di vita ha raggiunto il 95%
  • la sorveglianza integrata morbillo-rosolia regionale dimostra una sensibilità >80%, rispettando gran parte dei target fissati dall’OMS per il monitoraggio del processo di eliminazione [7].

Come attività di risposta all’allerta suscitata dal recente focolaio familiare/nosocomiale, sono state avviate tutte le azioni previste dalle Circolari Ministeriali prot. N. 0010740 del 04.04.2017 Situazione epidemiologica del morbillo – Indicazioni operative per la gestione dell’epidemia in atto e prot N. 0019361 del 23.06.2017 Chiarimenti sulla lettera circolare “Situazione epidemiologica del morbillo – Indicazioni operative per la gestione dell’epidemia in atto” del 04 aprile 2017 prot n. 10740, adottate con Nota della Regione Puglia prot. N. AOO_152/3413 del 10.07.2017.

Sono state intraprese e sono ancora in corso le azioni di:

  • ricerca attiva dei contatti dei casi per l’offerta della vaccinazione
  • invito degli operatori sanitari dei presidi ospedalieri interessati dal focolaio epidemico alla valutazione dell’eventuale stato di suscettibilità al morbillo e alla conseguente vaccinazione
  • allerta del personale medico dei reparti e dei Pronto Soccorso dei presidi ospedalieri interessati dal focolaio sul mantenimento delle precauzioni di isolamento dei casi sospetti e sulla sorveglianza.

Gli autori del documento, tanto per non lasciarci sfuggire nulla:

A cura di: Domenico Martinelli e Rosa Prato (Coordinamento PNEMoRc Regione Puglia)

Indagine epidemiologica e interventi di controllo: Giacomo Scalzo, Rossella Squicciarini, Viviana Vitale, Domenico Lagravinese (Dipartimento di Prevenzione ASL Bari)

Indagini epidemiologiche e molecolari – Sorveglianza integrata morbillo rosolia: Daniela Loconsole, Giulia Del Matto, Anna Morea, Maria Chironna (U.O.C. Igiene Azienda Ospedaliero
Universitaria Policlinico Bari)

Gestione dei casi e misure di controllo: Direzioni sanitarie Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico Bari e Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII

 

Il calendario vaccinale

Il servizio di TGNorba24 lo avevo trattato in un precedente articolo sulla questione legata alla presunta posizione dei genitori della bambina. Ecco la trascrizione dell’audio nel pezzo che ha scatenato la difesa dei NoVax:

I genitori della piccola, tuttavia, non sono NoVax. La bambina, infatti, pur non avendo lo scudo anti morbillo, risulta vaccinata contro l’esavalente.

A parte la frase “vaccinata contro l’esavalente” (per carità, si dice “con” e non “contro“) è corretto dire che la bambina non aveva lo “scudo anti morbillo” perché quello non viene dato dall’esavalente che deve essere somministrato a partire dal terzo mese di vita, ma da un altro vaccino che deve essere somministrato nel secondo anno di vita (prima dose) e a sei anni (seconda dose). Ricordo, inoltre, che le campagne per la vaccinazione contro il morbillo non sono iniziate ieri.

Il calendario vaccinale

Il video condiviso punta a ritenere che i genitori non siano “NoVax“. La domanda è: se la bambina aveva 8 anni come mai non era stata vaccinata contro il morbillo secondo il calendario vaccinale e nonostante i solleciti dell’ASL?

Ricordo che uno dei vaccini più detestati nel mondo vicino al ciarlatano Wakefield, guru dei “No Vax“, riguarda proprio quello contro il morbillo.

Detto questo, rimane la responsabilità dei genitori rispettare le vaccinazioni obbligatorie previste dal Ministero della Salute.

 

Conclusione

La Verità riporta:

Ovviamente, tutti questi particolari i media nazionali non li hanno raccontati. Le notizie diffuse dal telegiornale di Telenorba non sono finite sulle prime pagine. Così, nella testa della gran parte degli italiani è rimasta l’idea che, a Bari, la figlia di una indegna famiglia di antivaccinisti seguaci dei 5 stelle e della Lega abbia causato una terribile pestilenza.

Invece di seguire altri media bisognava andare alla fonte, andando a leggere il documento della Regione Puglia pubblicato nel portale Puglia Salute (che non è un “blog di periferia“) che ad oggi riporta il documento citato in precedenza:

Nella Regione Puglia sono attivi idonei sistemi di sorveglianza per il monitoraggio e controllo delle malattie infettive qui elencate, oltre alle principali norme igienico-sanitarie da seguire al fine di evitare il rischio da contagio dell’infezione.Attraverso il link indicato, inoltre, è possibile accedere al sito dell’Osservatorio Epidemiologico Regionale dove sono pubblicati i dati sull’incidenza delle malattie infettive in Puglia, ottenuti attraverso i citati sistemi di sorveglianza regionale.

Un ultimo punto da chiarire: non si accusa una bambina, ma i genitori che non l’hanno vaccinata.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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