Il discorso in aula del senatore Santillo e Mario Monti

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La scorsa settimana si è discusso molto del caso Santillo, il senatore del Movimento 5 Stelle che avrebbe affermato in aula la presunta nomina del senatore Monti ad opera di Matteo Renzi. Repubblica riporta il video dell’intervento del pentastellato e ne contesta i punti:

“Renzi ha nominato Monti senatore a vita”: i due errori del senatore M5S in una sola frase

“Il senatore Renzi ha nominato il senatore a vita Mario Monti”: così Agostino Santilllo, eletto col Movimento 5 Stelle nella circoscrizione Campania, durante la discussione sul decreto Genova al Senato. La dichiarazione non è passata inosservata sui social a causa dei due errori compiuti dall’onorevole con un’unica frase: i senatori a vita sono nominati dal presidente della Repubblica e infatti Monti fu nominato da Giorgio Napolitano il 9 novembre 2011. Inoltre all’epoca il presidente del Consiglio era Silvio Berlusconi, non Matteo Renzi.

 

La difesa del M5S

Il Movimento 5 Stelle, in sua difesa, pubblica un post Facebook e un’immagine contenente il resoconto stenografico del Senato:

ENNESIMA BUFALA DI REPUBBLICA

Questo non può più essere definito giornalismo ma vere e proprie fake news create ad arte per screditare il MoVimento 5 Stelle.
Non si sono nemmeno sforzati di guardare il video o di leggere il resoconto stenografico dell’intervento in aula del nostro senatore Agostino Santillo – Portavoce M5S Senato!

Se in un lapsus ci si vuole vedere altro, allora si è in malafede.

Aiutateci a diffondere la verità. Massima condivisione!

Ecco l’immagine contenente da una parte l’articolo di Repubblica, dall’altra il resoconto stenografico che riporto di seguito:

SANTILLO (M5S). Abbiamo assistito a dei comizi elettorali piuttosto che a delle dichiarazioni di voto. Forza Italia, poco fa, si è permessa di offendere un Ministro della Repubblica dimenticando letteralmente di aver scambiato una ragazzina per la nipote di Mubarak. (Applausi dai Gruppi M5S. Commenti dai Gruppi FI-BP e PD).

Questo è stato detto. Il senatore Renzi ha ricordato il senatore Mario Monti, nominato senatore a vita nella scorsa legislatura e mai presente in Aula. Oggi lo vedete? Eppure si parla del decreto-legge su Genova. Ha poi parlato di povertà… (Commenti dal Gruppo PD).

Ecco il video dell’intervento, pubblicato dal canale Youtube del Movimento 5 Stelle:

Il Movimento 5 Stelle accusa i giornalisti di non essersi nemmeno “sforzati di guardare il video“, portando come prova il resoconto stenografico che riporta un “ricordato” anziché un “nominato“. Nel video, pubblicato nel loro stesso canale Youtube, Santillo dice proprio la parola “nominato“. Ecco la trascrizione fedele del suo intervento:

Questo è stato detto. Il senatore Renzi ha nominato il senatore Mario Monti. [pausa perché interrotto] Nominato senatore a vita la scorsa legislatura, mai presente in aula.

Poi parlano di “lapsus“. La parola “nominato” è stata effettivamente pronunciata da Santillo, bisogna dunque comprendere cosa intendono per “lapsus“. A dare una probabile chiave di lettura è Dino Giarrusso attraverso un suo commento nel post Facebook del Movimento 5 Stelle:

No, Charlotte. Ascolta bene, ti prego, non scendiamo un ulteriore gradino nella melma di un dibattito avvelenato. Santillo elenca le cose che non gli sono andate nei discorsi e nelle manifestazioni di dissenso degli altri gruppi parlamentari. Prima quelle di Forza Italia. Poi dice “il senatore Renzi ha nominato (ha nominato nel suo discorso!!) il senatore Mario Monti”. Fa una lunga pausa, interrotto da urla e strepiti, e riprende dicendo: “nominato senatore a vita nella scorsa legislatura e sempre assente in aula: oggi lo vedete? Eppure si parla del decreto Genova…”. È evidente che Santillo disapprovi che Renzi abbia nominato nel proprio discorso Monti, ed è evidente che Santillo NON DICA che Renzi ha nominato Monti senatore a vita, ma che Monti è stato nominato senatore a vita nella scorsa legislatura ma non si presenta in aula. Poi si può pensare tutto il male possibile di Santillo, è tutto il bene possibile di Renzi e Monti, ma creare un caso su una cosa così evidente, davvero, è scavare cinque metri sotto al terreno dove è appoggiato il barile.

Non ci resta che riportare il resoconto stenografico del Senato con l’intero intervento di Matteo Renzi (potete verificare guardando anche il video pubblicato sulla sua pagina Facebook):

RENZI (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENZI (PD). Signor Presidente, membri del Governo, colleghi senatori, voteremo contro il decreto-legge in esame per scelta della maggioranza. Quando in un Paese ci sono eventi drammatici come quello del ponte di Genova, le alternative che un Governo ha sono due. La prima è quella di chiedere all’opposizione un patto e di fare con essa un accordo. La seconda è invece quella di fare dell’opposizione l’alibi delle proprie incapacità.

Voi, colleghi della maggioranza, nelle ore immediatamente successive alla tragedia del ponte Morandi avete invaso le televisioni, a cominciare dal collegamento audio del ministro Toninelli dalla località di vacanza al TG1 delle ore 13,30, e avete attribuito la responsabilità agli avversari politici, indicando due fatti precisi.

Il primo è la concessione autostradale; il secondo è rappresentato dai soldi di Autostrade per l’Italia ai partiti. Lo ha spiegato molto bene il vice presidente Di Maio: il Governo precedente di notte si è riunito e in Parlamento ha dato la concessione a Autostrade per l’Italia. Come spesso accade, il ministro Di Maio ha sbagliato qualcosa. Non era di notte, ma era di giorno e – soprattutto – non era “il” Governo precedente, bensì “un” Governo precedente: il Governo che nel 2008 volle attribuire la concessione ad Autostrade per l’Italia. All’onorevole Di Maio sarebbe bastato girarsi alla sua sinistra, al tavolo del Consiglio dei ministri, e chiedere all’altro vice presidente e collega Matteo Salvini il perché di quella scelta. Già, lo dico perché rimanga agli atti del Senato: la concessione autostradale è stata votata non dal PD, che ha fatto ostruzionismo contro quell’atto, ma dalla destra e da un giovane deputato, allora membro della Commissione trasporti, poste e telecomunicazioni, che si chiama Matteo Salvini. (Applausi dal Gruppo PD). Di Maio chieda spiegazioni a lui, se lo faccia spiegare se è in grado di capirlo!

Il secondo punto riguarda i soldi di Autostrade per l’Italia. Quella mattina ho chiesto a Misiani e Bonifazi (che peraltro sono due senatori) se il Partito Democratico avesse ricevuto dei denari da Autostrade nel corso della sua esperienza, quindi anche con le segreterie precedenti. Entrambi mi hanno spiegato: guarda, Matteo, è incomprensibile il motivo per cui Di Maio ci sta attaccando, perché non abbiamo preso una lira. Allora ho chiesto: Ma, allora, forse la Leopolda, le associazioni, qualcuno di noi avrà preso dei fondi da Autostrade? Mi è stato risposto, il giorno dopo, dalla stampa libera e indipendente, che va ringraziata, che i soldi di Autostrade per l’Italia erano andati alla Lega Nord per l’indipendenza della Padania e non al PD. (Applausi dal Gruppo PD).

La strategia di buttare fango addosso agli avversari non funziona e non avrebbe dovuto essere fatta di fronte a 43 morti. Avete scelto la strada della demagogia. Dopo tredici minuti dalla messa funebre, durante il lutto nazionale, l’indecoroso portavoce del Presidente del Consiglio dei ministri, Rocco Casalino, inviava un testo a tutti i giornalisti, invitando a valorizzare i fischi rivolti ai senatori del PD. (Applausi dal Gruppo PD). Il giorno del lutto nazionale il super pagato portavoce del premier cercava di dividere la comunità nazionale.

Avete creato le condizioni per votare contro, con le vostre frasi demagogiche e assurde. Resterà agli atti del Senato il fatto che il senatore Toninelli, Ministro, fortunatamente pro tempore, della Repubblica, di fronte all’offerta di un grande genovese, quale Renzo Piano, di un progetto di ponte in acciaio per Genova, lo ha giudicato negativo. (Applausi dal Gruppo PD). Se non fosse una tragedia, oggi qui tutti ci metteremmo a ridere. Colleghi, risentitelo: Danilo Toninelli ha detto no a un progetto di Renzo Piano. Danilo Toninelli! (Applausi dal Gruppo PD).

Il Vice Presidente del Consiglio dei ministri ha detto: non voglio che sia Autostrade a ricostruire il ponte, bensì un’azienda pubblica. Ha individuato Fincantieri. Ma è possibile che nessuno in quest’Aula, fuori dall’Aula e sui giornali abbia detto che l’ultimo ponte – un ponte ferroviario in Sud America – Fincantieri l’ha fatto nella prima metà del secolo scorso? (Applausi dal Gruppo PD).

Caro Di Maio, Fincantieri fa le navi, non i ponti: le navi! (Applausi dal Gruppo PD e del senatore Errani).

Mi spiace dover dire, signor Presidente, che la pagina più nera l’ha scritta il Presidente del Consiglio, l’avvocato del popolo, o più correttamente l’avvocato delle concessionarie (AISCAT). Conte ha detto che non si aspettano i tempi della giustizia, che non possiamo aspettarli. Ho capito perché non si è presentato all’esame da professore ordinario a settembre: perché con una frase del genere – non si aspettano i tempi della giustizia – ti bocciano anche a diritto pubblico al primo esame. (Applausi dal Gruppo PD).

Come si può violare la separazione dei poteri? Come si può mettere in discussione, con una frase, gli investimenti esteri? Non basta un post per fare una revoca; non basta una photo opportunity per fare un vertice internazionale; non basta un decreto per abolire la povertà: ci vuole la serietà, la politica! (Applausi dal Gruppo PD). Serve una parola chiara nel dire che ci vuole la Gronda a Genova, ci vuole il Terzo valico a Genova, ci vogliono i soldi per il porto a Genova, ci vuole il Bisagno a Genova. E voi ci avete messo dentro Ischia! (Applausi dal Gruppo PD). Non avete detto una parola su Genova.

Io esprimo solidarietà al vice ministro Rixi perché lo so cosa pensa: è un avversario politico, lo abbiamo combattuto in sede di campagna elettorale. (Commenti dal Gruppo L-SP-PSd’Az). Ma quella del Terzo valico era una proposta che ha sempre visto tutti d’accordo. Noi abbiamo liberato le risorse con Delrio per il Terzo valico. Voi, sul Terzo valico, sulla Gronda, avete utilizzato una parola che vi tornerà contro, come un’onta perenne: «favoletta». (Applausi dal Gruppo PD. Commenti della senatrice Matrisciano). Una parola per la quale ancora oggi non siete degni di parlare di infrastrutture a Genova per ciò che avete detto. (Applausi dal Gruppo PD).

Presidenza del presidente ALBERTI CASELLATI (ore 10,08)

(Segue RENZI). Signor Presidente, noi avremmo comunque votato a favore del provvedimento, se soltanto non vi fossero stati due articoli. L’articolo 41 sui fanghi – è già stato spiegato – non c’entra niente con Genova, e soprattutto tradisce una battaglia che i 5 Stelle hanno sempre fatto.

Si dice che cambiare idea sia segno di intelligenza: i primi mesi di questo Governo dimostrano che voi avete tratti di genialità che non consideravamo (Applausi dal Gruppo PD e della senatrice Rizzotti), perché state cambiando idea su tutto, persino sui fanghi che era la vostra battaglia contro il mio Governo.

Ma il punto fondamentale è l’articolo 25; si dice che non è un condono. Leggo il titolo dell’articolo 25: «Definizione delle procedure di condono».

L’abusivismo uccide, non l’ambientalismo da salotto (Applausi dal Gruppo PD). L’abusivismo uccide, e dico a Salvini, che ha votato contro l’Accordo di Parigi al Parlamento europeo, che quella contro il climate change per la sostenibilità è una battaglia che questo Governo deve fare, e noi saremo al fianco del Governo, ma non si può continuare a dare la colpa all’ambientalismo da salotto se si costruiscono case abusive e si muore. (Applausi dal Gruppo PD).

Quando voi, cari amici di Forza Italia, votate a favore del provvedimento sul condono voluto da Di Maio, si compie un incredibile compromesso, il più inatteso della storia di questi primi sei mesi: Forza Italia e il MoVimento 5 Stelle, che in nome del condono a Ischia, cancellano la parola «onestà» e la legalità (Applausi dal Gruppo PD) dando una chance a chi vive di abusivismo.

Mi avvio alla conclusione, signor Presidente. Non è un problema di diritto parlamentare. Io dico al MoVimento 5 Stelle e alla Lega che loro hanno tutti i titoli per cambiare i membri di Commissione che non votano secondo la linea del partito. Su questo ho un’opinione che forse non è condivisa da altri: in Aula c’è la possibilità di esprimersi come si crede, ma noi pensiamo che sia vostro diritto portare avanti le vostre battaglie anche cambiando e modificando i membri della Commissione che non condividono la linea. Io su questo sono molto serio e onesto intellettualmente. Il punto non è cambiare un membro in Commissione: il punto è la modifica genetica di ciò che voi eravate e di ciò per cui avete combattuto in questi anni. (Applausi dal Gruppo PD). Avete fatto risuonare la parola «onestà» e state portando un condono dentro il decreto-legge di Genova.

Ecco perché, signor Presidente, con amarezza, voteremo contro questo provvedimento, ma vogliamo dirlo qui: non siamo i vostri nemici; siamo avversari politici, non siamo nemici. Ho chiamato Virginia Raggi dopo la sua assoluzione e sono stato criticato dentro il mio partito (Applausi dal Gruppo PD), ma credo sia un fatto di civiltà essere garantisti, come noi lo siamo sempre. Non abbiamo ricevuto lo stesso trattamento, a parti invertite, ma non mi interessa. (Applausi dal Gruppo PD).

Io dico che, quando c’è una battaglia politica, bisogna riconoscere che noi non siamo i vostri nemici. Il vostro nemico non sono i poteri forti (magari ci fosse qualche potere forte: vedo molti pensieri deboli e pochi poteri forti) e non è nemmeno la stampa: mai vista tanta ingratitudine nei confronti di chi vi ha permesso di fare una campagna elettorale senza un contraddittorio (e io di gratitudine pure mi intendo). Mai vista tanta ingratitudine. (Applausi dal Gruppo PD). Il vostro nemico non è il PD e men che mai Forza Italia, lo abbiamo visto: il vostro nemico è la realtà.

PRESIDENTE. Concluda, senatore.

RENZI (PD). È la realtà e vi sta presentando il conto, perché oggi, di fronte a quello che avete fatto, avete tradito le aspettative di Genova, avete tradito la vostra storia. (Vivi applausi dal Gruppo PD. Molte Congratulazioni).

Dino Giarrusso parla di “suo discorso“, riferendosi all’intervento in aula di Renzi. Cita anche le manifestazioni di dissenso, molto evidenti durante l’intervento di Santillo. Se per “discorso” considerassimo “un intervento di dissenso durante l’intervento di Santillo” (allargandoci per verificare eventuali altre presunte ricostruzioni) osserviamo il resoconto stenografico del Senato dove il senatore pentastellato inizia la sua dichiarazione di voto e viene ripetutamente interrotto dai colleghi dell’opposizione:

SANTILLO (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SANTILLO (M5S). Signor Presidente, intervengo mentre i nostri colleghi di Forza Italia festeggiano come se avessero vinto il campionato del mondo. (Il senatore Mirabelli fa cenno di voler intervenire).

PRESIDENTE. Siamo in fase di dichiarazione di voto. Per l’ordine dei lavori se ne parla dopo.

SANTILLO (M5S). Per piacere silenzio e tempo, Presidente.

MARCUCCI (PD). Può richiamare il Ministro ad avere un atteggiamento consono?

PRESIDENTE. Ma non stiamo parlando noi due!

SANTILLO (M5S). Signor Presidente, parte da adesso il tempo, spero. Abbiamo appena assistito a dei comizi… (Vivaci proteste dai Gruppi FI-BP e PD).

Presidente, per cortesia, silenzio in Aula, se è possibile.

BELLANOVA (PD). Ascolta!

MIRABELLI (PD). Presidente, è qui a provocare!

PRESIDENTE. Se il Ministro non è interessato ad ascoltare, non possiamo fare nulla! (Vivaci proteste dai Gruppi FI-BP e PD).

SANTILLO (M5S). Presidente, per cortesia, si può chiedere silenzio in Aula? (I senatori dei Gruppi PD e FI-BP intonano il coro: «Fuori! Fuori! Fuori!»).

PRESIDENTE. Signor Ministro, la pregherei di fare attenzione alle dichiarazioni di voto. Molti senatori stanno dicendo che lei è sempre al telefono. La pregherei di ascoltare. Io non posso vedere da qui quello che fa il Ministro. (Proteste dal Gruppo M5S).

Proseguiamo con la dichiarazione di voto.

SANTILLO (M5S). Signor Presidente, il ministro Toninelli è di fronte a me e non è mai stato al telefono. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd’Az).

Non viene riportato nel resoconto e non si riesce a sentire nei video un’eventuale intervento di Matteo Renzi che “ricorda” Mario Monti (o “nomina” nel senso di “citare“) prima del senatore Santillo.

Cercando la parola “monti” nel resoconto stenografico della seduta del 15 novembre (PDF), prima dell’intervento di Santillo, si trova al massimo il senatore Ripamonti (L-SP-PSd’Az). La prima volta che viene nominato Mario Monti è stato durante l’intervento dello stesso senatore pentastellato.

 

L’ambiguità dell’intervento di Santillo

Per quanto riguarda la seconda affermazione contestata al senatore Santillo, Mario Monti non è stato affatto nominato nella scorsa legislatura (uno dei governi era quello di Renzi), iniziata di fatto nel 2013 mentre l’ex Presidente del Consiglio venne nominato da Napolitano (e non da un Presidente del Consiglio) il 9 novembre 2011. L’aver posto le frasi “Il senatore Renzi ha nominato il senatore Mario Monti” e “Nominato senatore a vita la scorsa legislatura” pone le condizioni per interpretare la nomina di Monti come senatore a vita durante il Governo Renzi.

[EDIT 21:28] Si sostiene che il lapsus riguardi l’aver nominato Mario Monti anziché Renzo Piano, nominato da Renzi nel suo discorso (2 volte). Ciò sarebbe plausibile e compatibile con il discorso di Matteo Renzi. Di fatto, una spiegazione del genere sarebbe bastata per placare gli animi e chiudere la discussione (un semplice “scusate, volevo dire Renzo Piano“), invece il M5S dalla propria pagina Facebook e Dino Giarrusso non lo hanno fatto (quest’ultimo insisteva ancora su Monti) preferendo la via dello scontro diretto (e in malo modo, come si è visto).

 

I resoconto stenografici

Il resoconto stenografico del Senato non è fedele al 100% rispetto alle parole realmente pronunciate dal senatore Santillo. Anche per Matteo Renzi è presente una trascrizione non del tutto fedele (qui il video):

Trascrizione fedele:Signora Presidente, membri del Governo, colleghi senatori. Voteremo no a questo decreto per scelta della maggioranza. Quando in un Paese ci sono eventi drammatici come quello del ponte di Genova, sono due le alternative che ha un Governo. Il primo è quella.. la prima è quella di chiedere all’opposizione un patto, di fare con l’opposizione un accordo. Il secondo è quello di fare dell’opposizione l’alibi delle proprie incapacità.

Resoconto del Senato:Signor Presidente, membri del Governo, colleghi senatori, voteremo contro il decreto-legge in esame per scelta della maggioranza. Quando in un Paese ci sono eventi drammatici come quello del ponte di Genova, le alternative che un Governo ha sono due. La prima è quella di chiedere all’opposizione un patto e di fare con essa un accordo. La seconda è invece quella di fare dell’opposizione l’alibi delle proprie incapacità.”

 

Conclusioni

Stanno e stiamo tutti perdendo tempo su una stupidaggine. Da una parte non trovo il senso di parlare di una cosa del genere, che non fanno altro che deviare la discussione da ciò che importa veramente (il decreto legge). Dall’altra abbiamo un partito politico che per rispondere ai giornalisti che hanno trattato l’unitile argomento con una difesa zoppa e utile solo a creare ulteriore polemiche accusandoli di diffondere falsità. A volte la miglior risposta è il silenzio.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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