Il falso messaggio di Giuseppe Sala a Ilaria Cucchi

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Mi segnalano via Whatsapp (al numero 3518091911) un curioso testo attribuito a “Giuseppe Sala” su Ilaria Cucchi:

Da Giuseppe Sala: Cara Sig.ra Ilaria Cucchi, quanto accaduto a suo fratello è qualcosa di aberrante, qualcosa che non doveva succedere, ma purtroppo è successo. Non ha mollato e giustizia è stata fatta. Chi ha pestato Stefano non era degno di portare la divisa. Ed è anche giusto che deve pagare. Ma non deve pagare solo per Cucchi ed i suoi famigliari, ma deve pagare per tutti quegli UOMINIi che dentro quella DIVISA ci mettono CUORE, SUDORE E VITA. Per POCHI SOLDI E RISCHIANDO LA VITA OGNI GIORNO. Perchè il loro è un SACRIFICIO quotidiano che non puó essere INFANGATO DA 4 DELINQUENTI.
Vorrei dire ad Ilaria Cucchi di non dimenticare che c’è MOLTA differenza tra chi ha subito un’ingiustizia (so che è riduttivo dirlo) e un VERO EROE. Perchè quello che è accaduto a Stefano, MAI sarebbe dovuto accadere, ma non si puó trasformare un DROGATO e SPACCIATORE in un EROE. Questo non si puó proprio fare, I VERI EROI SONO ALTRA COSA, non certo suo fratello.
Cara Sig.ra Ilaria Cucchi, non dimentichi che quando suo fratello è stato arrestato ed a sua madre è stato chiesto di mettere un avvocato di fiducia, in risposta, al telefono, hanno ricevuto solo insulti per Stefano, e sua MADRE disse che NON AVREBBE SPESO ALTRI SOLDI PER QUEL DELINQUENTE DEL FIGLIO, CHE POTEVA FARE IL BARBONE PER STRADA. Cara Sig.ra Ilaria Cucchi, non dimentichi CHE ERA LEI A NON FAR VEDERE I NIPOTI A SUO FRATELLO DA 2 ANNI. ED ERA SEMPRE LEI CHE NON LO VOLEVA PIU’ NELLA SUA VITA PERCHE’ ERA UN DROGATO. E LA FAMIGLIA LO AVEVA EMARGINATO. Vorrei dire a Ilaria Cucchi che dalla terribile morte del fratello è riuscita, e ne ha approfittato, a costruirsi un personaggio, ha ottenuto un rimborso di 1 milione di euro, e non di pochi spicci (e mai sarà sufficiente per ció che è successo), e si mormora già di una CANDIDATURA POLITICA molto prossima. Vorrei dire ad Ilaria Cucchi che ha ottenuto una vittoria insperata, incredibilmente grande e giusta.
Cara Sig.ra Ilaria Cucchi, affettuosamente, la smetta e non renda tutto, come sta facendo ora in questi giorni, una PAGLIACCIATA.

Il testo originale è un altro, già trattato dai colleghi di Butac il 15 ottobre, circolava già il 13 ottobre e pubblicato da Silvia Cirocchi, compagna di Alemanno:

Vorrei dire a Ilaria Cucchi che quanto accaduto a suo fratello è qualcosa di aberrante, qualcosa che non doveva succedere, ma purtoppo è successo. Non ha mollato e giustizia è stata fatta. Chi ha pestato Stefano non era degno di portare la divisa. E deve pagare. Ma non deve pagare solo per la Cucchi e i suoi famigliari, deve pagare per tutti quegli uomini che dentro quella divisa ci mettono cuore sudore e vita. Per quattro soldi. Perchè il loro è un sacrificio quotidiano che non puó essere infangato.
Vorrei dire ad Ilaria Cucchi di non dimenticare che c’è sostanziale differenza tra chi ha subito un’ingiustizia (lo so è riduttivo definirla così) e un eroe. Perchè quello che è accaduto a Stefano mai sarebbe dovuto accadere, ma non si puó trasformare uno drogato e spacciatore in un eroe. Questo non si puó proprio fare.
Vorrei dire ad Ilaria Cucchi che quando al fratello serviva un avvocato sua madre disse che “non avrebbero speso altri soldi per quel delinquente del figlio, che poteva andare a fare il barbone per strada”.
Vorrei dire ad Ilaria Cucchi che era lei a non far vedere i nipoti a suo fratello da due anni. Era lei che non lo voleva più nella sua vita.
(secondo quanto affermava Mandolini nelle intercettazioni telefoniche)
Vorrei dire a Ilaria Cucchi che dalla terribile morte del fratello è riuscita a costruirsi un personaggio, ha attenuto un rimborso non di pochi spicci (e mai sarà sufficiente per ció che è successo), e si mormora già di una candidatura politica molto prossima.
Vorrei dire a Ilaria Cucchi che ha ottenuto una vittoria insperata, incredibilente grande e giusta.
Vorrei dire a Ilaria Cucchi di non renderla una pagliacciata.

Ilaria Cucchi, venuta a conoscenza del post, il 14 ottobre annuncia in un commento le vie legali:

Cara Silvia Cirocchi evidentemente tu parli senza nessuna cognizione di causa.
A. Nessuno ha voluto mai fare di mio fratello un eroe, tantomeno io che ho sempre sostenuto che non lo fosse.
B. Mia madre non ha mai detto la frase che citi ma le è attribuita da Mandolini, che ha testimoniato il falso nel primo processo ed è imputato nell’attuale.
C. I suoi nipoti, che conservano un bellissimo ricordo di lui, come è agli atti del processo e come è apparso in tutte le televisioni, li vedeva eccome ed ogni giorno, fino all’ultimo.
D. Mio fratello non può essere definito uno spacciatore perché non è mai stato processato e condannato per questo.
E. Mi dirai tutto questo in tribunale.
Visto che sei così convinta di ciò che dici mandami via Messenger il tuo indirizzo così posso fare a meno di querelarti e disturbare la polizia postale che ha di meglio da fare. Ti faccio la causa civile e devolverò per opere di bene il risarcimento che mi sarà da te dovuto.
Visto che hai studiato giurisprudenza sono convinta che sai di che cosa sto parlando

La “novità” riguarda la nuova circolazione del testo modificato (già diffuso il 14 ottobre alle ore 19:02 da un tal Fabio) e sotto altre attribuzioni, come appunto un “Giuseppe Sala” che è curiosamente lo stesso nome del sindaco di Milano. Il post con più condivisioni risale al 15 ottobre 2018 pubblicato da un tal Franco (oltre 3000 condivisioni), ma quello al momento più “vecchio” sarebbe stato pubblicato diverse ore prima da una tal Emanuela:

Il post di Emanuela del 15 ottobre 2018 alle ore 5:29

Che il “Giuseppe Sala” citato nel post faccia riferimento al sindaco di Milano è una possibilità, ma non ho riscontrato utenti che diffondendo il testo abbiano risposto a quella semplice domanda “è lui?“. Il problema è che qualcuno potrebbe non domandarselo (come fa Manuala in questo commento) e/o prenderlo per buono.

Alcuni dei commenti, c’è quello di Manuela che chiede “Ma da Giuseppe Sala chi il sindaco di Milano?”

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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