La storia della croce a Lesbo che “infastidisce gli immigrati” e la presunta ONG greca

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Il 18 ottobre 2018 il Ministro dell’Interno Matteo Salvini condivide un tweet dove si scaglia contro una presunta ONG greca che si sarebbe mostrata contraria alle radici cristiane dell’isola di Lesbo. Dal tweet un lettore potrebbe intuire che ad abbatterla poteva essere stato qualcuno della presunta ONG, ad oggi gli autori del gesto sono sconosciuti:

“La croce infastidisce gli immigrati”, non piaceva a una Ong e la abbattono.
Che idiozia!!!
Una società che offende le proprie radici è una società SENZA FUTURO. Spero gli abitanti del luogo rimettano in piedi questa splendida croce a picco sul mare.

Il Ministro condivide un articolo di Interris.it dal titolo ““La croce è razzista, offende i migranti”. Abbattuta” del 13 ottobre 2018:

Il fatto è avvenuto a Lesbo, dove un’enorme croce in cemento, costruita a inizio settembre su una roccia a picco sul mare sotto il castello di Mitilene, è stata distrutta la notte del 7 ottobre. Come riferisce Tempi, non si conoscono gli autori del crimine, anche se ci sono alcune ipotesi sulle motivazioni. Il riferimento è alla protesta che l’ong “Coesistenza e comunicazione nell’Egeo”, secondo Lesvos news, avrebbe manifestato nei confronti del simbolo cristiano. Una delle organizzazioni che accoglie immigrati sull’isola (che attualmente sono oltre 6.500) aveva chiesto al sindaco di rimuoverla perché avrebbe infastidito i musulmani presenti a Lesbo.

La fonte di tutta la storia sarebbe un articolo del sito Lesvosnews.gr, il quale parla di una presunta ONG chiamata “Coesistenza e comunicazione nell’Egeo” (“ΣΥΝΥΠΑΡΞΗ στο ΑΙΓΑΙΟ“) e delle critiche mosse da quest’ultima contro la croce. A sostegno delle proteste vengono riportate parti della lettera inviata dal gruppo al sindaco di Lesbo, ma mi risultava curioso tanto presunto “odio” nei confronti della croce da sostenere la sua installazione come un atto sgradevole e offensivo per un simbolo d’amore e di sacrificio della religione cristiana contrario al razzismo e all’intolleranza:

Όπως ανέφερε στην επιστολή της η «ΣΥΝΥΠΑΡΞΗ στο ΑΙΓΑΙΟ», «η πράξη αυτή είναι παράνομη αντιαισθητική (θυμίζει τάφο) αλλά κυρίως», όπως επισημαίνει, «προσβλητική για το σύμβολο του χριστιανισμού, σύμβολο αγάπης και θυσίας και όχι ρατσισμού και μισαλλοδοξίας».

A questo punto non mi restava che cercare qualche contatto della presunta ONG che, per fortuna, ha un gruppo Facebook chiamato “ΣΥΝΥΠΑΡΞΗ“. Come post in evidenza c’è quello dell’amministratrice Christina Chatzidaki pubblicato il 26 settembre 2018:

Il post di Christina Chatzidaki dove viene spiega chi sono e come operano.

Sebbene il post di Christina fosse abbastanza chiaro, per saperne di più sono riuscito a contattare Iva Vougiouka Fragou, presidente della presunta ONG. Innanzitutto il gruppo si chiama “Siniparxi“, che significa proprio “Coesistenza e comunicazione nell’Egeo“, operante sul territorio dal 1998 e composta da volontari che vanno da un’età di 20 a 85 anni. Ribadisce, come Christina nel suo post, che il gruppo non è una ONG (“Organizzazione Non Governativa“).

Iva mi racconta dell’episodio della croce e mi spiega il perché della loro contrarietà. L’installazione fu opera di estremisti di destra contrari della presenza dei migranti nella spiaggia di Apeli, i quali speravano che il simbolo cristiano li turbasse e li allontanasse impedendone la balneazione. Secondo quanto mi racconta Iva, i rifugiati non erano per niente disturbati dalla presenza della croce, essendo consapevoli di trovarsi in un paese cristiano, ma ad essere infastiditi e a sentirsi offesi furono i cristiani appartenenti al gruppo perché contrari ad un uso strumentale di un simbolo d’amore:

As Siniparxi that is a local organisation ( non political) of only volunteers of Lesvos active since 1998, and not an NGO as wrongly reported by the media, we thought that using the symbol of christianity that symbolises love and support, to “scare” people and make them feel unwanted ( even if this did not happen) but this was the motive, was an unbelievably disgaceful use of the cross and we were also offended as Christians.

A parte le motivazioni e l’uso strumentale del simbolo religioso, il gruppo denunciò al sindaco il fatto che l’installazione della croce era priva di autorizzazione da parte del Comune e contraria ai regolamenti edilizi greci, rischiando di essere un pericolo per coloro che nuotano nelle sue vicinanze:

Also as far as the legal point of building in Greece, based on the legal building code of Greece NO ONE is allowed to build any type of structure especially without licence on the beaches of Greece. So as far as the structure itself it is illegal and dangerous for the people swimming there ( locals and refugees) as no one can guarantee the stability of this structure that is huge and made out of concrete and steel. Based on these, we send a letter to the mayor and port authority to protest against the motives of placing a cross there, as well as for the illegal excistance of this structure NOT AGAINST THE CROSS AS A SYMBOL.

Anche Christina risponde alle mie domande e aggiunge che il gruppo collabora con la chiesa locale, e non solo, offrendo a Natale una cena ai rifugiati cristiani appartenenti alle diverse chiese (cattolici, copti e ortodossi):

In addition to what Iva wrote, we must point out that we have collaborated several times with the local church, the Constantinople Patriarch and also the Catholic Church of Mytilini. i.e. last Christmas we offered a Christmas dinner to African  christians and at Easter we offered an Easter lunch to about 300 refugees, mainly Africans who are Christians of different dogmas (Catholic, Coptic, ordothox etc.)

Ecco il comunicato inviato al sindaco:

5/9/2018
Κύριε Δήμαρχε Λέσβου
Κύριε Λιμενάρχη Μυτιλήνης

Προ ημερών άγνωστοι τοποθέτησαν στη θέση Απελή Μυτιλήνης επί του αιγιαλού τσιμεντένιο σταυρό μεγάλου μεγέθους ώστε με τον τρόπο αυτόν να αποτρέπονται αλλόθρησκοι ( προφανώς πρόσφυγες και μετανάστες ) να προσέρχονται για κολύμβηση . Η πράξη αυτή είναι παράνομη , αντιαισθητική ( θυμίζει τάφο ) αλλά κυρίως προσβλητική για το σύμβολο του χριστιανισμού , σύμβολο αγάπης και θυσίας και όχι ρατσισμού και μισαλλοδοξίας.
Παρακαλούμε για τις ενέργειές σας ώστε να αποκατασταθεί η αυθαιρεσία και η ακαταλληλότητα ύπαρξης θρησκευτικού συμβόλου σε χώρο λουομένων και η μετατροπή του σε εργαλείο επίδοξων σταυροφόρων.

5/9/2018
Mr. Mayor of Lesvos
Mr Harbormaster of Mytilene

Some days ago, unknown people placed at the beach of Apeli in Mytilene,a large-sized cement cross to prevent other people (obviously refugees and migrants) from coming to swim. This act is illegal, unsightly (reminiscent of a grave) but mostly offensive to the symbol of Christianity, that is a symbol of love and sacrifice, not racism and intolerance. Please for your actions to restore the arbitrariness and inappropriateness of the existence of a religious symbol in a bathers site and its conversion into a tool of aspiring crusaders.

A quanto pare manca una parte del racconto negli articoli diffusi e poi condivisi dal Ministro dell’Interno Salvini, soprattutto sulla questione di chi si riteneva offeso e per cosa.

In seguito agli accaduti, le istituzioni avrebbero cercato di impedire la ricostruzione della croce viste le carenze legali per la sua installazione, ma qualcuno vorrebbe ufficializzare il tutto.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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