Cosa ha prodotto la ricerca di video per parlare ancora di Riace

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Il 6 ottobre 2018 la pagina Facebook di Matteo Salvini pubblica un video già diffuso online da qualche personaggio tre giorni prima:

Oggi la sinistra (tra cui la Boldrini…) ha manifestato solidarietà al sindaco di Riace, finito ai domiciliari con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Quando hanno indagato me, l’Associazione Nazionale Magistrati ha difeso il pm dichiarando “basta interferenze”, ora diranno le stesse cose??
Nel frattempo, se avete 2 minuti sentite cosa diceva questo cittadino di Riace parlando del sindaco…

Nel video pubblicato da Salvini, elaborato rispetto alla versione che circola online, riporta due scritte:

“Sui profughi il sindaco mente vi spiego perché…”

Aprile 2016
Ecco cosa si diceva a Riace
Guarda e condividi

C’è stata dunque una ricerca di video utili ad attaccare ulteriormente il sindaco di Riace, Mimmo Lucano, da poco tempo arrestato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Era stato pubblicato il 5 aprile 2016 dal canale Youtube “Calabria Magnifica” (intitolato “Riace, il sindaco famoso e i migranti: cosa pensa la gente“) e raccontato nell’articolo del 6 aprile 2016 dell’omonimo sito:

Un video del 2016 usato nel 2018, poco importa se non è attuale. Come dicevo, lo staff di Salvini non aveva fatto altro che raccogliere ciò che circolava online nei giorni precedenti e (forse in stile Marcello Foa) aveva condiviso e basta (confezionando il video con una grafica adatta al nuovo lancio):

Siamo nel 2016 a #Riace.
Privati cittadini già parlavano del “marcio” dell’amministrazione di #MimmoLucano, tra atti violenti dei migranti e assunzioni sospette.

L’uomo intervistato si presenta come “Pietro Zucco” e sostiene di assumersi le responsabilità di ciò che dice in video. In un articolo del “Corriere della Calabria” e nel sito “Lecronachelucane.it” si parlano di un tale “Pietro Antonio Zucco” o “Pietro Domenico Zucco“, la cui foto compare in un articolo del 17 giugno 2011 di CalabriaOra (a pagina 6):

L’articolo del 2011 di CalabriaOra caricato su Issuu.com

La vicenda raccontata da CalabriaOra è riportata anche in un articolo del 2011 di Cn24tv.it (anche “Il Giornale di Calabria” – PDF – ne parla in un pezzo dello stesso anno):

Questa mattina, la Guardia di Finanza di Roccella Jonica ha arrestato Vincenzo Simonetti, 60 anni, Antonio Marulla 46 anni (entrambi di Stilo) e Pietro Domenico Zucco, 54 anni di Riace.

Negli articoli dei due siti che in questi giorni parlano della connessione tra l’uomo del video e le vicende del 2011, si parla anche di un locale chiamato “La Scogliera“, confiscato alla mafia, di cui risultava precedentemente come proprietario il tale “Pietro Domenico Zucco“.

Secondo Repubblica l’uomo sarebbe stato condannato in Cassazione nel 2015:

Peccato che il cittadino riacese preso a modello sia stato arrestato come prestanome del clan Ruga Metastasio e poi condannato nel 2015 dalla Cassazione. Per gli investigatori che nel 2011 gli hanno stretto le manette ai polsi, Zucco, con la cooperativa di cui era rappresentante legale, avrebbe permesso a Vincenzo Simonetti di continuare a gestire la cava che gli era stata sequestrata. E Simonetti per la Guardia di Finanza è uno degli uomini di punta del clan Ruga. All’epoca, in zona la vicenda ha fatto scalpore. Zucco è ex vicesindaco di Riace, espressione di quella maggioranza che Lucano tre mandati fa ha spedito all’opposizione e la notizia del suo arresto è stata pubblicata da tutta la stampa locale, con tanto di foto a corredo. Avrebbe dovuto esserne a conoscenza anche l’entourage del ministro dell’Interno, se è vero – come dicono in paese – che Zucco oggi gravita attorno alla locale sezione di “Noi con Salvini”

Non viene riportato il reato per il quale c’è stata la sentenza, oltre all’ammontare della pena per comprendere come mai era disponibile, a piede libero, per farsi intervistare di fronte a un bar di Riace l’anno dopo. Resta il peso di essere considerato un prestanome della ‘ndrangheta, una storia che a ruoli invertiti avrebbe scatenato la violenta reazione social dei soliti noti.

[EDIT] Grazie alla segnalazione di Sandro possiamo leggere la sentenza (PDF) a carico di Pietro Domenico Zucco:

Simonetti Vincenzo e Zucco Pietro Domenico hanno proposto ricorso per cassa- zione avverso la sentenza, in data 20 novembre 2014, della Corte d’appello di Reggio Calabria, con la quale è stata confermata la condanna alla pena di anni quattro e mesi sei di reclusione in ordine al reato di cui agli artt. 110, 81 cpv. c.p., 12 quinquies d.l. 8 giugno 1992, n. 306

A proposito dei soliti noti, vi racconteranno che “difendo” il sindaco di Riace nonostante non lo abbia fatto. Se ho trattato la falsa intercettazione non è per lui, non è per la questione immigrazione, non è per il “modello Riace“, ma perché in ballo c’è la corretta informazione che non è di parte e serve a tutti. Se non la volete sapete da che parte state.

 

Aggiornamento 9 ottobre

In un articolo de Il Fatto Quotidiano del 9 ottobre 2018 si riportano le parole dell’avvocato di Zucco:

I suoi trascorsi giudiziari hanno ovviamente scatenato le polemiche sul leader della Lega. E proprio nel giorno in cui Salvini riconosce l’errore nel suo post, il legale di Zucco, l’avvocato Francesco De Agostino, ha inviato una lunga replica ai giornali. “Zucco – è scritto nella nota – non è stato vicesindaco di Riace prima che diventasse sindaco Lucano. È stato amministratore dal 1980 al 1990 mentre Lucano è diventato sindaco nel 2004 quando ormai Zucco non faceva parte del consiglio comunale da 14 anni. Quando gestiva il ristorante la ‘Scogliera‘ la proprietà dell’immobile non apparteneva a Cosimo Leuzzi. Il ristorante non è stato mai confiscato al contrario è stato chiuso da Zucco per chiusura attività. Ha gestito la cava di Stilo perché concessa dal Tribunale Misure di Prevenzione alla società cooperativa Euroservizi Ma.gi.ca., costituita tutta da lavoratori disoccupati, di cui era il presidente. Zucco non è stato mai condannato per reati di ‘ndrangheta o associazione mafiosa. Il Tribunale di Locri con sentenza 207/2013 lo ha assolto dall’aggravante mafiosa per avere agevolato la cosca di ‘ndrangheta Ruga-Metastasio avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416 bis. La sentenza è stata sul punto confermata dalla Corte di appello di Reggio Calabria e dalla Suprema Corte di Cassazione. Vincenzo Simonetti non fa parte di alcuna cosca Ruga-Metastasio ed è stato con la suddetta sentenza assolto dalla contestazione di cui all’art. 7 per avere agevolato la cosca di ‘ndrangheta. Zucco ha lavorato nei progetti per l’accoglienza come insegnante e, per ricevere il dovuto, è stato costretto ad intentare una causa civile che ha vinto con condanna della associazione che non lo voleva pagare. Zucco non è stato mai il prestanome della ‘ndrangheta e la foto di giornale pubblicata (su alcuni siti, ndr) con Vincenzo Simonetti si riferisce ad una notizia per la quale è stata pronunciata sentenza di assoluzione per l’aggravante mafiosa”.

Il Zucco nella foto è proprio quello del video. L’aggravante, infatti, non viene citato nella sentenza in Cassazione (che ho riportato nell’EDIT del mio articolo poco dopo la nota sull’essere considerato un prestanome della ‘ndrangheta.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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