La stupida gogna politica contro il Museo Egizio di Torino

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Il 17 gennaio 2018 il giovane leghista Andrea Crippa pubblica un video in protesta contro l’iniziativa del Museo Egizio di Torino che forniva una agevolazione a “favore degli arabi“:

Un’ondata di telefonate che ha mandato in tilt i centralini del Museo Egizio di Torino, innescata della provocazione lanciata su Facebook da Andrea Crippa, 30 anni, brianzolo e leader dei Giovani Padani, il movimento giovanile della Lega Nord e assistente parlamentare di Matteo Salvini. Mercoledì Crippa ha postato un video sulla sua pagina Facebook nel quale telefona in vivavoce al centralino del museo per chiedere informazioni sugli sconti e le tariffe agevolate applicate all’egizio. Dall’altro capo del telefono gli spiegano che “ gli arabi hanno diritto a un ingresso omaggio se entrano in due”. Da qui nasce la polemica e l’appello: “Facciamogli sentire cosa ne pensiamo”, con cui Crippa invita chiunque a telefonare al centralino per protestare. (Repubblica)

L’iniziativa molesta del collaboratore di Matteo Salvini aveva scatenato non poche polemiche, tanto da essere accusato di aver inscenato una falsa telefonata con un dipendente uomo del Museo siccome nel centralino che avrebbe contattato lavorerebbero soltanto donne:

Il Museo Egizio, sulla base degli elementi disponibili e degli accertamenti effettuati, ritiene che la voce maschile del presunto operatore dell’Ufficio Prenotazioni sia quella di un soggetto estraneo all’organigramma della società che gestisce le prenotazioni telefoniche posto che tutte le operatrici sono di sesso femminile.

Inoltre si fa presente che le dichiarazioni sulle attività promozionali contenute nel video postato su Facebook sono inesatte. Dunque vi sono plurimi motivi per ritenere che il video in questione sia una montatura mirata a denigrare Il Museo Egizio che si riserva ogni opportuna azione legale all’esito delle indagini che saranno svolte dalla autorità competenti.

Il 30 gennaio 2018 il Museo pubblicò un nuovo comunicato dove si etichettava come “falsa” la telefonata di Crippa in seguito a verifiche svolte da terzi:

Il Museo Egizio informa che, a seguito di accertamenti svolti tramite perizia tecnica affidata a terzi, si è avuta piena conferma della falsità del video postato dal signor Andrea Crippa sulla propria pagina ufficiale di Facebook. La telefonata ripresa nel predetto video è frutto di una deliberata messa in scena da parte del signor Andrea Crippa e contiene risposte inesatte e comunque in alcun modo riferibili ad operatrici dell’Ufficio Prenotazioni del Museo Egizio. Di conseguenza il Museo Egizio ha dato corso alla procedura di rimozione del video in questione seguendo le regole interne di Facebook. Al contempo il Museo Egizio ha dato ampio mandato ai propri legali al fine di agire in sede civile nei confronti del signor Andrea Crippa per ottenere il risarcimento dei gravi danni, anche di immagine, subiti per effetto della ampia diffusione del video sul web.

La polemica era stata sollevata tempo prima, il 4 gennaio, anche da Giorgia Meloni:

+++MIX LETALE DI GOVERNO PD-M5S+++

“Delirante promozione del Museo Egizio di Torino: paghi un biglietto e ne prendi due se hai la carta d’identità araba.
I cittadini lo hanno scoperto dalla pubblicità apparsa su autobus e tram, rigorosamente in lingua araba e senza traduzione e che ritrae una donna velata e un uomo dietro di lei che sorride.
Ricordiamo che il museo Egizio di Torino prende sovvenzioni pubbliche, è finanziato coi soldi degli italiani e che tra i cinque membri del CdA ci sono un esponente designato dal Comune di Torino, uno dalla Regione Piemonte e il presidente nominato direttamente dal ministero dei beni culturali.
Chiediamo che questa aberrazione sparisca immediatamente e lanciamo un appello agli italiani: salvatevi dal mix letale Pd-M5S. Se volete un governo di patrioti non votate per chi censura la lingua italiana, mette il velo alle donne e usa i soldi pubblici per queste iniziative senza senso.
Il 4 marzo scegliete un governo di patrioti, votate Fratelli d’Italia.

A febbraio decide di incontrare in pubblico il direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco:

Prima di proseguire, vorrei far notare il libro che tiene in mano la leader di Fratelli d’Italia:

Giorgia Meloni tiene in mano il libro “La storia del Museo egizio” di Beppe Moiso

Partiamo da una precisazione in merito alla dichiarazione del direttore “abbiamo aperto da 4 anni“: quello che intendeva Greco è la ri-apertura della struttura nell’aprile 2015 dopo 3 anni e mezzo di lavori.

Partiamo dalla “Fondazione Museo delle antichità egizie di Torino“, che esiste de ben prima del libro pubblicato nel 2016 e tenuto in mano dalla Meloni, inziando dai finanziamenti pubblici. Da statuto può ricevere finanziamenti anche dai fondatori dove troviamo il Ministero per i beni e le attività culturali, dalla Regione Piemonte, dalla Provincia di Torino, dalla Città di Torino e dalle fondazioni bancarie Compagnia di San Paolo e la Fondazione CRT. Per verificare la presenza di finanziamenti pubblici si potrebbe leggere i bilanci consultabili liberamente dal sito del Museo (al seguente link). C’è da dire che in seguito alla riapertura i risultati sono stati molto evidenti:

Torino, 1° aprile 2016: “Proprio oggi festeggiamo il primo anno del nuovo Egizio con un dato di bilancio molto positivo dichiara la Presidente della Fondazione Museo delle Antichità Egizie, Evelina Christillin. L’abbiamo presentato ieri in Consiglio di Amministrazione prima di sottoporlo all’approvazione dei Soci Fondatori. Il 2015 si chiude con un bilancio di €9.972.826 autofinanziato al 100% e con un ricavo di €810mila che verrà reinvestito in 4 fondi vincolati destinati a specifiche attività già definite: Open Data (digitalizzazione archivi e campagna fotografica di tutti i reperti e non), “Egizio 2024” (uno sviluppo progettuale e scientifico dedicato al bicentenario del Museo Egizio), rinnovo scientifico e strutturale della Galleria dei Re e Sicurezza (con implementazione di nuove tecnologie)”.

Un grosso errore commesso dalla Meloni, così come per molti altri, riguarda la confusione tra la parola “arabo” e “musulmano“: la prima fa riferimento ad una lingua, la seconda a una religione. Il Museo non faceva riferimento alcuno alla religione musulmana, ma a chi parla la lingua araba usata nei paesi dove vivono credenti di tante religioni (ricordiamo che in Egitto il circa 15% della popolazione è cristiano copta):

Dal 6 dicembre 2017 al 31 marzo 2018 i cittadini di lingua araba potranno entrare in 2 al costo di un biglietto intero. Per usufruire della promozione è necessario esibire il documento di identità in biglietteria.

Poi si è parlato di “etnia“, ma anche questa (già sottoposta a critiche nel mondo accademico) risulterebbe errata nel caso della promozione:

Il gruppo etnico viene percepito nell’immaginario collettivo come un aggregato sociale omogeneo, i cui membri condividono una cultura, una storia, una lingua, un territorio, una religione ecc. e rivendicano per questo una identità comune.

Si tratta di un’iniziativa discriminatoria? Per San Valentino, ad esempio, c’è una promozione identica ma rivolta a tutte le coppie:

Mercoledì 14 febbraio 2018, in occasione della festa degli innamorati, il Museo Egizio presenta la promozione “Basta essere in due“. Tutti coloro che si presentano in coppia in biglietteria possono visitare il Museo con un solo biglietto d’ingresso.

Non si specifica che la coppia debba essere composta obbligatoriamente da un uomo e una donna. Contesteranno il fatto che per “coppia” faranno riferimento anche a quelle omosessuali e “non naturali” secondo certi “pensanti” cittadini? Diranno che discriminano coloro che non hanno un partner?

Si tratta di un’iniziativa “anti italiana“? Bisogna ricordarsi delle altre iniziative avviate dallo stesso museo e spiegate dallo stesso Greco di fronte a Giorgia Meloni, ma a parte questo certe proteste generano un danno all’immagine del nostro Paese in termini di turismo, alimentato in questo caso da opere artistiche straniere (non italiane e non facenti parte della cultura italiana).

In seguito alla visita della Meloni, il responsabile nazionale della comunicazione di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone, pubblica il seguente comunicato:

Stiano tranquilli il direttore Greco e gli estensori dell’anacronistico appello: una volta al governo Fratelli d’Italia realizzerà uno dei punti qualificanti del proprio programma culturale che prevede uno spoil system automatico al cambio del Ministro della Cultura per tutti i ruoli di nomina, in modo da garantire la trasparenza e il merito, non l’appartenenza ideologica.

Si parla di spoil system, ossia il sistema che “permette alla parte politica vincitrice delle elezioni, di collocare persone di fiducia nei posti chiave dell’apparato burocratico distribuendo la titolarità di uffici pubblici e quindi posizioni di potere“. Un messaggio velato verso Greco per sostenere un suo cambio una volta diventati forza di Governo, ma è bene comprendere che si tratta di pura propaganda elettorale siccome non potranno rimuoverlo dal suo incarico visto che a decidere è esclusivamente la Fondazione che difficilmente lasceranno andare una persona come Greco che durante la sua gestione ha ottenuto ottimi risultati.

Si sta facendo polemica su un’iniziativa dal carattere temporale che durerà tre mesi e nella sua seconda edizione dopo quella del 2016-2017 con la stessa grafica e slogan:

Stessa foto e slogan dell’iniziativa svolta nel 2016-2017

Non ci resta che sdrammatizzare di fronte a questa inutile e dannosa propaganda elettorale con il “video denuncia” di questo ragazzo:

Nota: chi pensa che il ragazzo del video qui sopra sia serio scriva pure un commento qui sotto, così gli faccio i complimenti.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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