Il caso Trump-Svezia: saper comunicazione è importante

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Facciamo un passo indietro. Il 14 febbraio 2017 Repubblica riportò in un articolo il messaggio inviato dalla Virginia Raggi a Marra dove il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, lo avrebbe sostenuto nel suo ruolo in Campidoglio:

Per tranquillizzare Marra e convincerlo a resistere perché ha ancora il pieno appoggio di Di Maio, la Raggi, alle 15 48 minuti e 50 secondi di quel mercoledì 10 agosto, gli gira infatti, inoltrandoglielo, un sms che ha ricevuto proprio dal vicepresidente della Camera.

[…]

Scrive Di Maio alla Raggi: “Quanto alle ragioni di Marra, lui non si senta umiliato. E’ un servitore dello Stato. Sui miei, il Movimento fa accertamenti ogni mese. L’importante è non trovare nulla“. “Un servitore dello Stato”, cioè uno dei miei. Non male per un tipo che, a suo dire, aveva “cacciato” il 6 luglio.

Come facevano ad avere il messaggio inviato dalla Raggi? Dal cellulare di Marra, in seguito al suo arresto, ma in seguito si scoprì che faceva parte di una discussione più articolata e ricca di contenuti che non era in possesso dei giornali e degli investigatori perché contenuta nella chat privata tra Virginia Raggi e Luigi Di Maio. Quest’ultimo, infatti, la rende pubblica per diffonderne il contenuto in sua difesa dalle critiche che gli sono arrivate:

Le chat e il confronto con i giornali

L’accusa mossa contro i giornali riguardava il fatto che il messaggio sarebbe stato estrapolato dal suo contesto. Leggendo la chat diffusa da Di Maio si comprende molto di più, certamente, e i giornali sarebbero dovuti andare a chiedere al diretto interessato se quel messaggio gli risultasse veritiero o meno prima di lanciare accuse.

Ora passiamo a Donald Trump, il neo Presidente degli Stati Uniti d’America che per informarsi si affida a Fox News. Durante un suo intervento a Melbourne, Florida, dichiarò quanto segue:

We’ve got to keep our country safe. You look at what’s happening in Germany. You look at what’s happening last night in Sweden. Sweden, who would believe this? Sweden. They took in large numbers. They’re having problems like theu never thought possible. You look at what’s happening in Brussels. You look at what’s happening all over the world. Take a look at Nice. Take a look at Paris.

Le maggiori testate americane ed internazionali, oltre agli svedesi con in prima linea l’ex Premier Carl Bildt, hanno accusato Donald Trump di aver sostenuto che “la notte scorsa” (“last night“) ci fosse stato un attentato in Svezia. Al contrario, i sostenitori del Presidente americano hanno subito urlato alla “fake news” ritenendo che non abbia mai detto la parola “attentato” e che si riferiva ai problemi legati all’immigrazione.

Seppure abbia cercato di spiegare in maniera sintetica e semplice a certi personaggi perché si è arrivati a pensare, correttamente, alla storia relativa ad un attentato mai avvenuto in Svezia, riporto l’analisi tecnica pubblicata nell’articolo del blog “Terminologia etc” dal titolo “Lo strano caso dell’attentato in Svezia“:

Nelle conoscenze condivise nei paesi occidentali, Germania, Bruxelles, Nizza e Parigi sono luoghi accomunati da episodi recenti di terrorismo, un riferimento ulteriormente sottolineato dall’introduzione We’ve got to keep our country safe. L’accostamento della Svezia, rinforzato dalla ripetizione dell’espressione you look at what’s happening (cfr. anafora), comunica una relazione precisa: attacco o attentato.

Deittico temporale

Last night è un deittico, una forma linguistica che può essere interpretata solo facendo riferimento al contesto spazio-temporale in cui viene pronunciata. In questo caso, in mancanza di altri dettagli, era inevitabile concludere che ieri sera andasse associato ad attentato in Svezia. A quanto pare Trump ha dato per scontato che la sera prima tutti fossero sintonizzati su Fox News, invece avrebbe dovuto rendere il riferimento esplicito per evitare fraintendimenti.

[…]

In questo scenario, le perplessità e le reazioni di svedesi e di molti americani a ciò che Trump ha comunicato sono del tutto comprensibili, inquietanti invece quelle dei trumpisti che negano l’evidenza con argomentazioni fallaci.

Se considerassimo solo la frase “You look at what’s happening last night in Sweden“, considerando il servizio andato in onda su Fox News (sul quale c’è molto da dire), ci potremmo ritrovare in una situazione simile a quella del caso Raggi-Marra-Di Maio da parte dei giornali (non si farebbe riferimento ad attentati, rimanendo comunque l’errore comunicativo relativo al “last night“), ma siccome fa parte di un discorso dove vengono citati luoghi oggetto di attentati (Germania, Bruxelles, Nizza e Parigi) il collegamento risultava molto chiaro (non a tutti, evidentemente).

Ripetiamo: “last night” (riferendoci alla data citata da Trump) non è successo niente in Svezia! Nessun attentato nel paese scandinavo, ma dovrebbe imparare a comunicare meglio.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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