Il caso della mamma e la “benzina” per eliminare i pidocchi. Cosa si trova in Rete?

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Di recente sono stato taggato in una lunga discussione aperta nel gruppo Facebook “Perle Complottare” in merito alla storia della mamma che avrebbe tentato di eliminare i pidocchi dalla testa della figlia con la benzina, finendo entrambe ustionate. Ho deciso di non leggere i commenti fino a quando non avrò letto cosa riportano le varie testate e siti online, senza verificare al 100% se la storia sia vera oppure no, per comprendere un po’ la situazione a livello comunicativo.

Il post su “Perle Complottare”

L’articolo preso in considerazione è quello de Il Secolo XIX dal titolo “Tenta di eliminare i pidocchi con la benzina: ustionate madre e figlia dodicenne“:

Firenze – Una bambina di 12 anni e la sua mamma sono ricoverate con gravi ustioni per il tentativo di aver cercato di eliminare i pidocchi dalla testa della piccola con benzina o altro materiale infiammabile.

La bimba è ricoverata all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze con ustioni di secondo e di terzo grado alla testa, la mamma al centro grandi ustionati di Pisa con bruciature agli arti e al volto. Entrambe sono in prognosi riservata.

È accaduto alcuni giorni fa a Firenze ma è emerso solo oggi. La donna avrebbe avuto il suggerimento dell’uso della benzina per eliminare i parassiti dai capelli della figlia alla quale avrebbe praticato un impacco di liquido infiammabile.

Non è chiaro se anche lei si sia sottoposta allo stesso trattamento. La vicinanza di una fiamma avrebbe dato poi fuoco al preparato ferendo mamma e figlia.

Vediamo altri titoli apparsi su altri siti e testate:

I titoli parlano chiaro, si cita la benzina come colpevole delle ustioni. Tuttavia all’interno di buona parte degli articoli non ne sono sicuri, citando un “o altro materiale infiammabile“.

Come può provocare la benzina o un altro materiale infiammabile delle ustioni? Cosa può aver innescato un’eventuale reazione? Qualche articolo cita che durante il “trattamento” l’impacco contenente la sostanza infiammabile sia entrato in contatto con una fiamma innescando il fuoco ferendo entrambe:

E’ accaduto alcuni giorni fa a Firenze: la donna avrebbe avuto il suggerimento dell’uso della benzina per eliminare i parassiti dai capelli della figlia alla quale avrebbe praticato un impacco di liquido infiammabile. Non e’ chiaro se anche lei si sia sottoposta allo stesso trattamento. La vicinanza di una fiamma avrebbe dato poi fuoco al preparato ferendo mamma e figlia.

La Nazione parla anche di “frizione sui capelli”:

Ha quindi usato la benzina e ha proceduto ad applicare il liquido infiammabile. Ma qualcosa è andato storto. La vicinanza con il fuoco o probabilmente la stessa frizione sui capelli della sostanza ha provocato le ustioni.

Potete immaginare il mio disappunto per come è stata trattata la notizia. Titoli con “certezze” per articoli “ma che diamine è successo?non mi piacciono affatto.

Cosa si trova in Rete

Se non era benzina, e ripeto che sia le testate che i siti la citano perché fa presa sui lettori senza esserne però certi, cosa poteva essere? Ora, leggendo il post su Perle Complottare noto che c’è un’accesa discussione in merito a sostanze come la Permetrina, che risulta non infiammabile (edit: errore, aggiunto il “non). Questa però viene usata in farmaci in crema come il NIX a livelli così bassi (1g per 100g di prodotto) che risulta difficile che possa avvenire una reazione del genere.

Potremmo considerare un’alternativa alla Permatrina, il Malathion, anche questo infiammabile e in basse concentrazioni su prodotti come gel o shampoo (es. Aftir).

Un’altra ipotesi assurda potrebbe essere un impacco dove al posto dell’aceto avesse usato un’altra sostanza con il nome simile, l’acetone (altamente infiammabile e da tenere assolutamente lontano da qualsiasi fiamma libera). Mi vengono i brividi se fosse andata così.

Provando a cercare online come un “comune mortale”, trovo riferimenti all’alcool benzilico su Wikihow.it alla voce “Come Eseguire un Trattamento per la Pediculosi con l’Aceto“, ma anche in un articolo del Corriere della Sera dal titolo “Nuovo metodo anti-pidocchi” (“Si basa su una lozione di alcol benzilico. Il trattamento, alternativo ai farmaci, asfissia gli insetti“).

Che abbia usato un comune alcol? Leggendo su siti come Vivifitness.com frasi del tipo “L’Alcol e altri composti antisettici contenuti nel collutorio uccidono sia i pidocchi e le loro uova” potrebbero far pensare che basterebbe un qualsiasi alcol, magari l’alcol denaturato. Trovo un riscontro online proprio sull’uso di questa sostanza contro i pidocchi, ad esempio su Yahoo Answers (mamma mia…) alla domanda “Le mie due figlie hanno preso i pidocchi: rimedi?“:

METODO 2: (“TERRA BRUCIATA”)
All’inizio, adoperando il metodo 1, mi sono casualmente accorto che quei bastardelli non sopravvivono all’alcool per più di 2-3 secondi… quindi mi è venuta l’idea di impiegarlo, riflettendo sul fatto che fino a un po di anni fa si impiegava tranquillamente in ospedale per disinfettare ferite ecc. quindi è compatibile per un uso esterno.
In pratica a capelli asciutti li bagno con l’alcool denaturato, e mi aiuto con il pettine, per stenderlo in modo che tutti i capelli ne risultino bagnati. Quindi applico una busta di plastica sui capelli a mo’ di turbante, bloccata con un elastico all’altezza della nuca, per far sì che i vapori abbiano il massimo effetto. Lasciato agire per 20-30 minuti, si procede a lavare con acqua e shampoo. Non ci sono più pidocchi ne uova…terra bruciata appunto!

Il vantaggio di questa tecnica è che risolve in maniera definitiva in pochi minuti.
Per contro si usa un liquido altamente infiammabile, quindi è necessario porre la massima attenzione a fiamme e scintille. Il secondo svantaggio è che i vapori sono molto fastidiosi quando ci si toglie la busta dalla testa per risciacquare, quindi questa operazione va fatta alla svelta possibilmente il locale areato. Io mi preparo un pentolino di acqua tiepida, per accelerarne i tempi.
(forse sono troppo allarmista, ma le precauzioni non sono mai troppe!).

Avete presente le confezioni con l’alcol color rosso? Ecco, parliamo di quello:

Alcol “rosso”

Anche su forum Alfemminile si parla dell’alcol “rosso“:

Pidocchi gli shampoo e schiume non mi sono mai servite a niente con mia figlia. due anni fa gli ha presi anche lei e usavo l’alcool rosso le facevo gli impacchi.le bagnavo completamente la testa e mettevo un turbante x un quarto d’ora.poi li pettinavo con il pettine specifico e cadevano tutti i pidocchi nell’asciugamano bianco. per quanto riguarda le lendini devi avere moltA pazienza e toglierle una per una!e anche alla svelta perche’ schiudono sempre e molto in fretta.ricordati sempre di schiacciarle unghie contro unghie cosi muoiono.l’alcool e’ molto fastidioso quindi ti consiglio di farlo uscire dal tappo grande perche’ e’ un operazione che devi fare in velocita’e con la testa versu su nel lavandino o doccia.ciao!

I rischi li potete immaginare se avete nelle vicinanze una fiamma (es. sigaretta, candela profumata accesa e via dicendo).

Volete un consiglio? Se avete dubbi contattate il vostro medico di famiglia o il pronto soccorso piuttosto (telefonare non vi costa nulla per avere una risposta), altrimenti rischiate di finirci per altri motivi.

AGGIORNAMENTO

Via Twitter Iacopo mi segnala che “La voce della benzina che uccide i pidocchi è molto diffusa nei paesi ispanofoni e sembra che siamo già successi casi simili“. Facendo una semplice ricerca “gasolina piojos” su Google si trova di tutto, come l’articolo “No entres en pánico: cómo eliminar los piojos del pelo de tu hijo” della CNN versione spagnola:

“En una escala del uno al 10, estás en el uno y medio”, dijo Gordon, cuyas investigaciones se concentran en los casos persistentes. Algunos padres, dijo, han usado queroseno y gasolina para librar a sus hijos de los piojos.

Si, qualche genitore ha usato cherosene e benzina per scacciare i pidocchi.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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