Marco Travaglio e il rapporto travagliato tra Grillo e la Libertà di Stampa

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Nell’editoriale di Marco Travaglio dal titolo “Reporters sans Report” ritiene che all’interno del rapporto 2017 sulla Libertà di Stampa vi sia una fake news, ma che allo stesso tempo conferma. Ecco quanto riporta inizialmente l’editoriale:

Ora che anche Reporter Sans Frontières si è bevuta la fake news secondo cui in Italia la libertà di stampa è minacciata da Grillo, che notoriamente controlla tutte le tv, le radio, i giornali, i siti web e i social, siamo tutti più sollevati.

Sono andato a leggermi l’articolo completo dai siti che “copia incollano per informare“. Sembra un seguire del post di ieri di Beppe Grillo, ma il finale risulta davvero preoccupante:

Oggi che l’occupazione militare della Rai l’ha fatta Renzi (vuole persino cacciare il pur zelante dg Campo Dall’Orto per non avere ancora spento un paio di voci dissenzienti superstiti[1]) e che i direttori dei tg censurano le notizie sgradite ai renziani e diffondono impunemente plateali menzogne contro la maggior forza di opposizione sulle orme dei Mimun e dei Minzolini, che dovrebbero fare le vittime di questo gioco al massacro? Subire in silenzio o reagire? E, se reagiscono smentendo le balle e denunciando i diffamatori, attentano alla libera stampa? Difficile, anche per mancanza della medesima. Il che non vuol dire che siano esenti da colpe, anzi. La rubrica “Il giornalista del giorno”, che un paio d’anni fa metteva alla gogna sul blog di Grillo chi criticava il M5S, era intimidatoria e inaccettabile.
Così come Grillo che scacciava i cronisti dai suoi comizi. E il pubblico elenco con nomi e cognomi dei giornalisti denunciati da Di Maio all’Ordine per alcune falsità scritte sul suo conto.[2]

Due “semplici” punti da trattare.

Il primo riguarda lo “spegnere le voci dissidenti“, una situazione ben nota a Marco Travaglio proprio durante l’era berlusconiana con il famoso editto bulgaro:

All’epoca Berlusconi era Presidente del Consiglio e citò personaggi noti al pubblico televisivo che avevano osato parlare di lui, in particolare Luttazzi che intervistò proprio Travaglio durante il suo programma. Grillo e il Movimento 5 Stelle sono all’opposizione, ma ambiscono a governare il Paese dopo aver richiesto le dimissioni di direttori di TG, la chiusura di Rai3, dopo aver affermato che vorrebbero i giornalisti in spazi appositi in Parlamento, che gioiscono per la chiusura dei giornali e che augurano la perdita del lavoro a coloro che osano criticarli, ma poi difendono Report che erano intenzionati anche a querelare. Il rapporto travagliato tra Grillo/M5S e la stampa è evidente, non è una novità. Travaglio come si immagina un governo M5S? Non ha il timore che facciano “pulizia contatti“?

Il secondo punto è preoccupante, perché prima sostiene che Reporters without Borders si sia bevuto una fake news e poi conferma il problema posto nel rapporto e criticato sia da lui che da Grillo:

Travaglio: “La rubrica “Il giornalista del giorno”, che un paio d’anni fa metteva alla gogna sul blog di Grillo chi criticava il M5S, era intimidatoria e inaccettabile. Così come Grillo che scacciava i cronisti dai suoi comizi. E il pubblico elenco con nomi e cognomi dei giornalisti denunciati da Di Maio all’Ordine per alcune falsità scritte sul suo conto.”

Reporters without Borders:The level of violence against reporters (including verbal and physical intimidation and threats) is alarming, especially as politicians such as Beppe Grillo of the Five Star Movement do not hesitate to publicly out the journalists they dislike.”

Già, il Fatto Quotidiano riportava questa dichiarazione di Grillo del 2013:

Con i giornalisti io non ce l’ho, per l’amor di Dio vi voglio bene, ma un giorno faremo i conti. Li faremo i conti, ma li faremo con tutti i conti. Li faremo. Li faremo con i Ballarò, con i Floris…

La scusa del “ah ma è un comico” non è accettabile, una scusa fin troppo usata.

Prima la classifica di Reporters without Borders era il verbo. Ora non lo è più, è evidente. A proposito, anche nel rapporto del 2015 citavano il problema creato dal Movimento 5 Stelle e dallo stesso Grillo, quando poi sparì il riferimento era “tornato utili“:

In Italy, Beppe Grillo’s Five Star Movement (M5S) has no equal when it comes to information control. It strictly regulates the ability of its parliamentary representatives to give interviews, and seems to want to control journalists as well, vilifying them when they try to maintain their independence. Grillo has accused journalists of prostituting themselves and has barred the national media from some of his meetings.

Siamo d’accordo sul fatto di voler un’informazione corretta, ma le intimidazioni e le querele temerarie non erano ammissibili durante il periodo berlusconiano?

Nota per i testardi: il rapporto non sostiene che sia “tutta colpa di Grillo“, evitate di fare eco o i pappagalli a questa dichiarazione altrimenti dovrò citare nuovamente Fantozzi.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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