Il caso Unar e il “buona giornata stellina” dall’Ordine dei Giornalisti

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Come se non bastassero i siti di “giornalismo” che diffondono allarmismo usando titoli clickbait, il 22 febbraio 2017 ho assistito ad una discussione Twitter abbastanza deprimente.

Il Segretario nazionale dell’Odg, Paolo Pirovano, pubblica il seguente tweet:

In un Paese civile non si danno fondi pubblici per fare festini #gay e non si tagliano gli stanziamenti per i #disabili. Da vergogna. #Unar

Ciò che riporta il segretario nazionale in merito alla recente vicenda è scorretto, in quanto non è stato affatto provato che i fondi del bando pubblico siano stati erogati per fare “festini gay“. Mi sorprende che una persona che ricopre tale ruolo abbia dichiarato pubblicamente il contenuto di quel tweet, ignorando completamente gli elementi e i documenti del caso di seguito riportati:

  • i fondi in questione non sono stati erogati (attualmente son stati bloccati, colpendo di fatto ogni altra iniziativa di altri enti e associazioni che ne potevano beneficiare);
  • il bando pubblico non riguardava finanziamenti ad associazioni, ma a progetti da sviluppare (il bando è pubblico e consultabile);
  • l’associazione coinvolta, la Anddos, avrebbe ricevuto i finanziamenti attività di formazione e in-formazione finalizzate al contrasto ed alla prevenzione delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere in ambiti professionali” in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma (partner dell’associazione al bando pubblico), attività ben lontane dai citati “festini“;
Il finanziamento e il partner

Quello su cui si potrà indagare, attualmente, sono i casi di sesso a pagamento presso i circoli citati e ripresi dal servizio de Le Iene. Tuttavia, Pirovano difende il suo tweet e ritiene che sia tutto vero:

@w_girardi lasci stare. Nessuno ha inventato nulla. Purtroppo. È tutto vero. O sono inventate anche le dimissioni di Spano? Indifendibili

Il tweet del segretario dell’Odg è palesemente critico nei confronti dell’Unar e di fatto sostiene la tesi dei “festini” pagati con i soldi dello Stato. A ben poco è servito l’intervento della giornalista Caterina Coppola:

@pirovano_paolo i fondi non erano ancora stati erogati e finanziavano un progetto in partnership con la Sapienza, non i circoli @gmarcoc

La discussione continua con risposte, a mio parere, davvero deludenti:

Pirovano: @CaterinaCoppola @gmarcoc ho parlato infatti di Paese civile

Coppola: @pirovano_paolo guardi, glielo dico da professionista: conosco i fatti, quel servizio è pretestuoso e volutamente ambiguo @gmarcoc

Pirovano: @CaterinaCoppola @gmarcoc anch’io da professionista conosco i fatti e i tagli alle famiglie con disabili.

Coppola: @pirovano_paolo allora saprà che l’#Unar finanzia anche progetti contro la discriminazione sui disabili ed è une ente molto serio @gmarcoc

Pirovano: @CaterinaCoppola @gmarcoc io non parlo di discriminazioni, io parlo di aiuti alle famiglie. Non giriamo intorno al problema

Coppola: @pirovano_paolo quelli non sono compito di #Unar, che ha un altro ruolo. A meno che lei non ritenga che Unar sia inutile @gmarcoc

Come se non bastasse, il segretario dell’Odg si è intrattenuto in una discussione con Fabrizio Paoletti (“Gay father and LGBT right activist for LGBT” e proprietario del sito Puroquore.it) alquanto provocatoria:

Il finale della discussione, dopo un “analfabeta funzionale” da parte del Paoletti e un “congenito” da parte dei Pirovano, quest’ultimo conclude con un “buona giornata stellina“.

Che io ricordi un giornalista dovrebbe ricercare, raccogliere, elaborare e diffondere con la maggiore accuratezza possibile ogni dato o notizia di pubblico interesse secondo la verità sostanziale dei fatti, così come rispettare sempre e comunque il diritto alla presunzione di non colpevolezza. Il tweet pubblicato, seppur egli ritenga che i suoi interventi siano “strettamente personali“, mi fa pensare tutt’altro e mi dispiace parecchio, davvero.

Siamo d’accordo sul fatto i soldi pubblici non dovrebbero finanziare festini (non importa di chi), ma se non vi sono prove certe che dimostrino le accuse relative al caso non si dovrebbe pubblicare un messaggio del genere. Inoltre, non si dovrebbe interagire in quel modo nelle discussioni, sopratutto se si detiene il ruolo di segretario nazionale dell’Ordine dei giornalisti.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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