I giornali, i siti di informazione e i blogger tra il pappagallo e la puttanata

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Ci lamentiamo del giornalismo nostrano ed internazionale, giustamente, per la qualità di certi servizi offerti ai lettori, ma quanto i blogger e i siti di informazione (che si reputino o meno indipendenti, non importa) sono in grado di non cadere nello stesso errore?

Se un giornalista, o un blogger, diffonde attraverso il suo operato un articolo (o un video) che riporta una persona che pretende di dimostrare una tesi con “documenti alla mano” senza averne verificato il contenuto, questo non svolge alcun servizio utile, ma fa soltanto il “pappagallo“. Se poi queste tesi e i “documenti” risultano smentiti da tempo, allora il giornalista, o un blogger, ha fatto una “puttanata“.

Questo capita anche con il mondo della politica. Quando un politico viene intervistato da un giornalista (o da un blogger) senza le giuste domande, dandogli di fatto voce senza alcun contraddittorio, questo viene definito “asservito al potere” o “servo del potere“, soprattutto se il politico si trova in un momento di particolare attenzione nei suoi confronti (uno scandalo, per esempio). Lasciando parlare liberamente torniamo a parlare di “pappagallo“, se poi quel che dichiara è già stato smentito e non viene contraddetto, allora l’intervista è una “puttanata“.

Se un giornale o un blog pubblica in una sezione una “minchiatina” con la scusante dell’angolo “relax” (per monetizzare un po’ di più) bisogna valutare quale portata può avere tale “minchiatina” se non viene adeguatamente spiegata. Ci troviamo di fronte ad una situazione dove molti utenti hanno creduto a Il GioMale, a Il Fatto QuotiDaino o a LiberoGiornale, figuriamoci se poi vere testate giornalistiche o blog ritenuti affidabili da un vasto pubblico diffondono per “curiosità” o “divertimento” (ripetiamolo, per monetizzare) articoli contenenti falsità o riportanti argomentazioni scorrette senza che siano state debitamente controllate e ben specificate, l’utente è portato a crederci.

Non ci si può nemmeno difendere dietro alla scusante delle opinioni. Anche queste, in contrapposizione ai fatti, alterano la percezione della realtà degli utenti se dette da chi per loro è ritenuto affidabile.

“Un’opinione senza una solida base conoscitiva dietro non è un’opinione e non va rispettata” – Citazione del personaggio Angus Fangus (dal fumetto PK) che rispecchia la situazione.

In questi casi sarebbe minimamente decente (è pochissimo, ma già qualcosa) evitare titoli clickbait e riportare fin dall’inizio una precisazione del tipo: “Non ho verificato, mi limito a riferire e ad invitare l’utente a prendere con cautela ciò che dichiara l’intervistato/ciò che riporta il contenuto il seguente contenuto“. Difficilmente mi accontenterei, ma sarebbe già qualcosa. Bisogna stare dietro agli utenti, che tendono a leggere soltanto i titoli o una parola su tre: serve essere espliciti, a costo di essere pedanti e prolissi.

Purtroppo noto molti atteggiamenti negativi che puntano ad etichettare a priori i media tradizionali pretendendo che le alternative siano quelle giuste, ma guai far notare a queste ultime (quelle particolarmente convinte) che compiono lo stesso errore perché altrimenti parte la classica shitstorm inconsistente e rabbiosa. È proprio su questa rabbia, su questo odio, su questa insofferenza che si gioca la partita: portano a sbagliare e a prendere per buono qualsiasi cosa (senza verificarla) pur di sostenere di aver ragione, mentre l’obiettività va a farsi benedire sotto tre metri di terra.

J. Jonah Jameson: Obbiettivo? Lascia che ti dia una piccola lazione sulla natura umana. La gente sostiene di volere delle informazioni obiettive. Non è vero. Chiedi a qualcuno: “Vuoi tutti i fatti? Vuoi la verità?”. Ti dirà: “Oh, certo– la esigo”. Ma non è vero.
Peter: Non è vero?
J. Jonah Jameson: No. Vogliono leggere che ci sono i buoni e i cattivi. Vogliono applaudire e vogliono odiare. Sono dei pecoroni. Credono a quello che gli propini.

[Learning Curve – Issue 9 – Meet The Enforcers da Ultimate Spider-Man n. 9; ed. it. su L’Uomo Ragno, I Classici del Fumetto di Repubblica Serie Oro n. 1, ed. Panini Comics, settembre 2004, trad. Pier Paolo Ronchetti]

Questo articolo non è un attacco alla Rete, ma un invito alla riflessione molto profondo rivolto a tutti coloro che, attraverso la propria professione (giornalista o blogger), pretendono di voler informare. Fatelo, ma nella maniera corretta.

Nel mio blog, o attraverso qualunque canale di comunicazione che ho verso gli utenti, non mi sognerei mai e poi mai di pubblicare un contenuto avente come oggetto le teorie di Wakefield sui vaccini e l’autismo senza spiegare che questa persona è un ciarlatano e che le sue stesse teorie sono state ampiamente smontate. Se non mi comportassi così non mi oserei definire il mio blog un servizio per la corretta informazione, ma una cialtroneria. #Sapevatelo

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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