Rigopiano: cosa fanno realmente i migranti volontari della Croce Rossa

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In seguito ad alcuni spiacevoli episodi, dove la Croce Rossa è stata pesantemente accusata da parte di persone che condividono articoli di siti come Voxnews, sono stato contattato dalla coordinatrice delle attività svolte presso il centro operativo comunale di Penne per la CR, Francesca Basile. Riporto fedelmente il suo messaggio, affinché i lettori comprendano cosa sta succedendo nelle zone colpite dal maltempo:

Buonasera sig. Puente, sono Francesca Basile, attualmente coordinatrice delle attività svolte presso il centro operativo comunale di Penne per la CRI. Siamo a Penne già da venerdì, e le posso assicurare che, durante questi pochi giorni il nostro team formato da volontari (tra i quali anche i 10 richiedenti e titolari di protezione umanitaria) e dipendenti ci siamo trovati dinanzi una situazione molto critica. Da un lato la tragedia dell’hotel Rigopiano, per la quale abbiamo messo i piedi una risposta concreta ai bisogni dei soccorritori, consegnando bevande calde e viveri almeno 3 volte al giorno, ma non dimentichiamo che l’emergenza neve e l’emergenza terremoto hanno colpito centinaia di famiglie in difficoltà, che stiamo cercando di censire e sostenere anche grazie ai nostri volontari migranti. Le attività durante un’emergenza, infatti, non si riducono semplicemente a chi sta sul luogo del cosiddetto “crash”, ma è parte di un sistema che deve fornire risposte di varia natura. Logistica, cucina, risposta ai bisogni della popolazione sia ordinari che extra-ordinari. I volontari migranti, così come i volontari italiani, si sono trovati coinvolti in una serie di attività sul posto che hanno incluso cucinare, spalare la neve per liberare situazioni abitative ancora inagibili, la consegna di pacchi-viveri e medicinali, stoccaggio di beni di prima necessità pronti ad essere distribuiti ai bisognosi.

Oggi, per permettere ai volontari di Penne di partecipare ai funerali del loro amico e collega morto sotto la valanga del Rigopiano, abbiamo coperto noi la maggior parte dei servizi in programma. Personalmente, per me così come per i volontari (bianchi o neri che siano) che sono qui con me, il fatto che si metta in discussione l’operato di persone che lasciano affetti, casa, comodità e routine per mettersi a disposizione di ha bisogno è molto doloroso; noi ci mettiamo l’anima non certamente per averne un ritorno mediatico, ma semplicemente perché crediamo che dai piccoli gesti parta la differenza; e nemmeno quei ragazzi ci hanno chiesto di partecipare alla missione per farsi dire “bravi”: l’hanno fatto perché si sentivano di farlo, così come tanti italiani che hanno fatto lo stesso. Proprio in questi momenti una squadra del nostro team CRI composto da 3 volontari italiani e stranieri sta consegnando l’ultima scorta di viveri e the caldo presso il campo base dei soccorritori a Rigopiano. Spero di esserle stata utile per capire un po’ meglio come si svolgano le attività, ma si senta libero di contattarmi per qualsiasi chiarimento. Credo che con la correttezza e la trasparenza intellettuale di voler conoscere le cose si possano risolvere grandi dubbi. le allego qualche immagine delle attività di oggi, giusto per darle un’idea.

 

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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