La proposta della tassa sui cani non sterilizzati e la campagna del NO

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Il 16 novembre 2016 il sito amatoriale “Gattomiao & Canebau“, ospitato dalla piattaforma Pianetadonna.it, pubblica un articolo dal titolo “La stangata colpisce anche i nostri amati cani. Ecco cosa stanno cercando di fare al governo. Il mio cane voterebbe NO di sicuro!” superando in poco tempo le 9 mila condivisioni Facebook:

Non possiamo e non vogliamo mischiare i nostri amici pelosi con la politica ma, a quanto pare i nostri fantastici politici stanno cercando di metterci le loro mani.

La nuova proposta del premier sembra coinvolgere i nostri amici pelosi. Dopo aver esaurito per anni, a oltranza di partiti gli spunti dover prendere soldi ai cittadini, hanno avuto questa brillante idea. Probabilmente, noi amanti degli animali cerchiamo di farci sentire il più possibile e loro devono aver intuito un certo business dietro il nostro affetto per i cani e gatti.

La proposta odierna del PD racchiude una tassa sul cane non sterilizzato, se non volete pagarla dovrete esporre il certificato rilasciato dal veterinario al comune. Non pagheranno la tassa i conduttori dei cani di servizio e dei non vedenti. Ovvio, questi cani sono a carico dello Stato e si sa che a pagare siamo sempre noi non loro. Con questa proposta i nostri cari, ingegnosi politici, sempre quelli che tutti i giorni dicono di aver tolto una tassa del governo precedente, pensano di ridurre il randagismo. Troppi sprechi di soldi per canili e associazioni. Secondo loro stanno facendo pure troppo! Sembra che allo stato i 750.000 randagi presenti sul territorio costino una cifra insostenibile.

Cosa non gli è chiaro? Possibile che non capiscono il grande problema dei costi che devono sostenere i ” padroni” di cani o gatti? Molte persone amano il proprio Fido come un figlio, purtroppo anche i vaccini sono un costo eccessivo per molte famiglie. In molti vorrebbero sterilizzare il proprio bimbo peloso ma non ne hanno la possibilità. Figuriamoci le cure per malattie o incidenti, sappiamo tutti quanto pesa la fattura del veterinario.

D’altra parte anche i medici non hanno nessun tipo di aiuto e per quanto vogliano fare sconti, i prezzi sono sempre alti. Il randagismo si elimina pagando una tassa allo Stato? Ma veramente pensano che noi siamo tutti stupidi? Cominciassero a dare voce a tutti quei volontari che, per amore puro, si organizzano alla “malepeggio”, che cercano soldi per vaccinare i randagi evitando il diffondersi di epidemie. Chiedessero a loro un consiglio pratico, sicuro saprebbero da dove partire, non sicuro pagando ancora tasse. Sono certa che il mio cane voterebbe NO, il vostro pure…

Condividete perché tutti devono venire a conoscenza, non facciamo finta di non sapere, diamo voce ai nostri pelosetti…ovviamente nessuno deve sentirsi offeso dal nostro punto di vista, rispetteremo a nostra volta le idee di tutti pur non condividendole.

Ormai qualsiasi argomento va a finire sul Referendum costituzionale del 4 dicembre, qualsiasi cosa!

La proposta illustrata è del Presidente del Consiglio? No, non è di Matteo Renzi. È del PD, certo, su iniziativa di un numero ristretto di deputati che avevano deciso di presentare questa proposta già nel 2013. I deputati in questione hanno nome e cognome: Paolo Cova, Michele Anzaldi ed Ernesto Preziosi.

L’articolo del sito non riporta l’ammontare dei costi sostenuti dallo Stato per i cani randagi, mettendo il dubbio che la cifra sia insostenibile (“Sembra che allo stato i 750.000 randagi presenti sul territorio costino una cifra insostenibile“). La fonte di tutto è un articolo de Il Giornale, il quale a sua volta non riporta alcuna cifra. Lo fa Il Gazzettino lo scorso 15 gennaio 2016, quando lo stesso deputato Anzaldi richiedeva al Ministero della Salute di intervenire in merito. Ecco il passo dell’articolo de Il Gazzettino che riporta la cifra e dove interviene Angelo Troi, segretario del sindacato nazionale dei veterinari:

Il costo per mantenere un cane al canile è di 7.000 euro -secondo le stime- per ciascun cane che moltiplicato per 750.000 cani randagi porta ad un totale di 5,25 miliardi all’anno. Una cifra enorme che sale di anno in anno, basti pensare che l’anno precedente era di 4 miliardi e mezzo.
Uno dei problemi principali risulta quello di non facilitare le adozioni e infatti Angelo Troi, segretario del sindacato nazionale dei veterinari spiega: «Un sistema è quello di pagare i cani, quando sono all’interno del canile  e in questo caso può capitare che la struttura non tenda a distribuire i cani facilmente, questo ci fa capire che il vero obiettivo è di avere un business e quindi anche nell’illegalità del business».

Mi domando, ora, se i fanatici del NO al Referendum che hanno letto e condiviso l’articolo del sito “Gattomiao & Canebau” se la prenderanno con la LAV:

La LAV dice sì all’emendamento alla Legge di Bilancio presentato alla Camera dai deputati Anzaldi, Preziosi e Cova, perché quanto i Comuni spendono per i cani nei canili oggi non è nella stragrande maggioranza dei casi a favore dei cani ma di un perverso sistema che non risolve il randagismo, disincentiva le adozioni e aiuta solo i gestori di strutture utilizzate come discariche per rifiuti.

La LAV è a favore di una tassa sui cani non sterilizzati ma solo se verranno eliminate dalla proposta di esenzione le categoria dei pastori e, grazie al possibile intervento dei Sindaci, quella dei cacciatori, nonché con l’inserimento di quella per gli allevatori di cani, quindi una tassa sulla riproduzione, vincolando i fondi così raccolti alla prevenzione del randagismo e a permettere gratuità o facilitazioni alla sterilizzazione di cani e gatti di proprietà dei Sindaci poiché vaganti o di categorie con riscontrati problemi economici.

L’articolo di “Gattomiao & Canebau” è scritto con la pancia, sarebbe stato meglio che consultassero gli altri amici degli animali e ad esempio il Dossier sul randagismo pubblicato sempre dalla LAV nel 2016 (link) che conclude così:

“Per giungere a sanare questo fenomeno, che rappresenta una piaga, innanzitutto per gli animali, ma anche per la società civile – commenta Ilaria Innocenti, Responsabile LAV area Animali Familiari e curatrice del dossier – è fondamentale lavorare sulla prevenzione, incentivando sterilizzazioni, iscrizioni in anagrafe canina e identificazione obbligatoria per i gatti, e nella promozione delle adozioni consapevoli. Si potrà così ottemperare a un obbligo di legge, incrementando l’efficacia, l’efficienza e l’economicità dell’azione amministrativa”.

Ricordiamo che si tratta comunque di un emendamento, una proposta, che deve essere ancora votata. Infatti, all’interno del Parlamento c’è già qualcuno che ne chiede il ritiro anche tra le file del PD:

AGGIORNAMENTO DELLE 19.30 – RANDAGISMO, NO DI AMATI, CIRINNA’, GRANAIOLA, VALENTINI A TASSA SU CANI NON STERILIZZATI
“Abbiamo chiesto che venga ritirato l’emendamento che introduce una tassa comunale annuale per i proprietari di cani non sterilizzati, presentato alla Camera alla Legge di Bilancio 2017. Riteniamo, infatti, che la proposta, come formulata, non sia adeguata a contrastare il drammatico e crudele fenomeno del randagismo. Pesa, invece, irragionevolmente, sulle significative spese che i proprietari di animali gia’ affrontano per cure e farmaci veterinari“. Lo rende noto la senatrice Silvana Amati, responsabile Pd Tutela e Salute Animali, che ha inviato la lettera al primo firmatario dell’emendamento, Michele Anzaldi, al presidente del Gruppo Pd della Camera, Ettore Rosato, e al Presidente della Commissione Bilancio, Francesco Boccia, sottoscritta dalle senatrici Pd Monica Cirinna’, Manuela Granaiola e Daniela Valentini.

Staremo comunque a vedere se quanto annunciato da Renzi via Twitter lo scorso 12 novembre 2016 corrisponderà a verità:

Nessuna nuova tassa in legge di bilancio, nessuna. Nemmeno Airbnb. Finché sono premier io, le tasse si abbassano e non si alzano #avanti
Renzi: “Nessuna nuova tassa in legge di bilancio, nessuna. Nemmeno Airbnb. Finché sono premier io, le tasse si abbassano e non si alzano #avanti”

 

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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