La vignetta di Charlie Hebdo sul terremoto vista dai vignettisti e satirici italiani

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La vignetta, vera e realmente pubblicata da Charlie Hebdo nel settimanale del 31 agosto 2016 ha scatenato le polemiche degli italiani, ma cosa ne pensano i vignettisti e satirici italiani? Ho contattato alcuni di loro, da altri aspetto ancora risposta e le inserirò di passo passo in questo articolo.

Ecco la vignetta:

"Séisme à l'italienne: penne sauce tomate, penne gratinées, lasagnes" - vignetta di Felix
“Séisme à l’italienne: penne sauce tomate, penne gratinées, lasagnes” – vignetta di Felix

Vincenzo Zerov Salvo (De Complottis)

Ecco l’intervento di Vincenzo “De Complottis” nell’evento creato appositamente per discutere della vignetta:

zerov-charlie-hebdo

Io la vedo come una critica, un po’ forzata forse, alla “prevenzione” come se fossero le classiche vittime della negligenza all’italiana (perché vuoi o non vuoi, è così che ci vedono) e che vengono rappresentate come dei piatti tipici della cucina che tanto ci ha reso famosi nel mondo. poi la parola “pena” in Francia si pronuncia “penne”, questo avvalora la mia tesi sul fatto che a essere “sberleffate” non sono le vittime quanto chi, quelle vittime, poteva non dico salvarle, ma almeno ridurne il numero.

La vignetta di Vincenzo contro i complottisti e il loro sciacallaggio
La vignetta di Vincenzo contro i complottisti e il loro sciacallaggio

V. Antonio “Duckbill” Baldassarro (Schizzidinchiostro)

Ecco il parere di Antonio (visita il suo sito web):

Io penso che la vignetta abbia fatto esattamente il suo lavoro: ha usato uno stereotipo italiano per far emergere un problema tipico italiano. Titolo che si sposa benissimo con il concetto espresso “Terremoto all’italiana”, usato per giocare sullo stereotipo. Tecnicamente, a mio avviso, è una vignetta perfetta, anzi, addirittura un po’ banale.

Non ci vedo assolutamente nessuna malizia o voglia di scherzare su un problema serio. A prescindere dalla linea editoriale, da cui ci si aspetta vignette che colpiscono come un pugno allo stomaco, sono stati fin troppo buoni.

Come tutti i vignettisti sanno, purtroppo ci si indigna quando la satira si subisce. Si ragiona di pancia e non si riesce a vedere la vignetta per quello che è, ovvero un invito a riflettere sul perché in Italia questo tipo di eventi naturali si trasforma sempre in una strage. Viene invece vista come un insulto, come: “si permettono di scherzare sui nostri morti”.

La bellissima vignetta di Duckbill per il compleanno di Maicolengel (fondatore di BUTAC)
La bellissima vignetta di Duckbill per il compleanno di Maicolengel (fondatore di BUTAC)

Mario Natangelo

Anche il noto fumettista de Il Fatto Quotidiano, in una bella chiaccherata via Facebook, mi spiega il suo punto di vista:

Mario: Ad ogni modo, io sono sempre e comunque con Charlie. L’ho detto l’anno scorso e lo ridico adesso. Hanno fatto satira anche sui loro morti, sui loro amici ammazzati, e l’hanno fatta una settimana dopo mentre avevano lo psicologo in redazione.

David: Quindi per te è satira? Se riesci a spiegare perché lo sarebbe secondo te.

Mario: Perché lo era anche la mia sulla morte che si scusa perché aveva solo chiesto un’amatriciana. Tautologico, forse, ma tant’è.

La vignetta di Natangelo con la Morte che chiede scusa
La vignetta di Natangelo con la Morte che chiede scusa

Ecco l’ultima vignetta collegata a quella sopra riportata:

La seconda vignetta
La seconda vignetta

Daniel Cuello (Danielcuello.com)

Anche il mio compagno delle superiori e università, Daniel Cuello, dice la sua (anche nella sua pagina):

Charlie Hebdo. Non so bene da che parte stare, è una di quelle classiche cose che quando chiedono il mio parere (mai) inizio a tergiversare sudando come il Niagara. Ma alla fine penso che per quanto stronza non avrei censurato la vignetta. Che la soluzione stia nel filtro del tempo? In fondo nessuno oggi protesterebbe per una vignetta stronza sul disastro del Titanic, sui morti dovuti all’eruzione del Krakatoa o per la distruzione di Pompei, o sbaglio? Non si può farne satira (senza entrare nel merito della qualità) perché è un evento troppo vicino e recente? Chiedo sinceramente.

La vignetta disegnata per l'occasione
La vignetta disegnata per l’occasione

Daniele Fabbri

Non solo fumettisti, ho chiesto anche ad artisti come Daniele Fabbri (attore, scrittore e comico – visita il suo sito):

Daniele: Ciao. La mia opinione sulla vignetta è “ehehehehehehh”. Hai domande più specifiche?

David: La ritieni satira? Se si, perché?

Daniele: Ovvio che è satira! È una vignetta umoristica (meccanismo comico conosciuto come “regola del 3”) applicata ad “un fatto tragico + vignetta che irride la morte”, classico dei tabú. Piú satira di cosí.

Una delle collaborazioni di Daniele Fabbri
Una delle collaborazioni di Daniele Fabbri

Flaminia Sabatello

Le frasi di Flaminia sono state spesso utilizzate per molti meme satirici su Facebook, ho ritenuto giusto conoscere anche la sua opinione:

L’ultima vignetta di Charlie Hebdo ( mi rifiuto di pubblicarla) fa “satira” sui terremotati italiani.
Per quanto mi riguarda nessuna meraviglia, quel tipo di satira a me ha sempre fatto schifo, e questa è solo l’ennesima conferma.
Però tutti quei commenti di accusa ai “Je suis Charlie” sinceramente non li capisco, o meglio, li capisco, ma la speranza è che veramente chi li scrive non ha capito un cazzo di cosa significò “essere Charlie” dopo quel tragico attentato. Per quanto mi riguarda significò ” la tua satira mi fa schifo, dovresti andare a zappare, ma non per questo meritavi di morire”. Ecco, la speranza è appunto che la gente non abbia capito questo, perché l’alternativa sarebbe pensare che siano conniventi con quei terroristi che reputano un vignettista meritevole di morire se fa una vignetta che c’indigna.
Comunque la speranza che vadano a zappare resta.

Ecco una delle citazioni a Flaminia nella pagina Facebook “Soppressatira“:

"Già chiuso il sito del #fertilityday. Praticamente un coitus interruptus. {#FlaminiaSabatello & #wawe}"
“Già chiuso il sito del #fertilityday. Praticamente un coitus interruptus. {#FlaminiaSabatello & #wawe}”

Ermes Maiolica

Ho chiesto anche al noto burlone del web, il mitico Ermes (guarda il video). Ecco cosa mi ha scritto:

Ok vista, non vedo nulla di strano, è sempre il solito Charlie Hebdo, è famoso per il suo black humour, satira pungente e politicamente scorretto. Penso che in questa vignetta mettano in mostra il pregiudizio cinico dei francesi che hanno sulle cose fatte all’italiana.
Poi è una vignetta artistica, lascia libera interpretazione, di certo non capisco tutta questa indignazione.

Ermes Maiolica
Ermes Maiolica

Federico Cecchin

Anche il mio amico Federico (la sua pagina Facebook) interviene con questo commento:

federico-cecchin

Io trovo sia libertà di pensiero, la satira non cerca approvazione di nessuno, ma deve suscitare delle emozioni, belle o brutte siano… Se non ci fosse la satira, che non é una barzelletta, non ci sarebbe la politica, e probabilmente il crollo sarebbe anche intellettuale

Una vignetta di Federico Cecchin
Una vignetta di Federico Cecchin

Ettore Ferrini (Il Vernacoliere)

Ettore, autore presso Il Vernacoliere, mi illustra la sua opinione in merito:

Secondo me quella vignetta non funziona. Se l’intento era scatenare flame sui social allora è perfetta, se invece era comunicare direi che è piuttosto fallimentare, e le polemiche lo confermano.
Ciò detto, non è che la vignetta non abbia un senso: da anni in questo Paese gestiamo le emergenze in maniera approssimativa e spesso speculandoci sopra, quindi presentare il terremoto come un “menù all’italiana” sulla pelle (letteralmente) degli sfollati è un messaggio molto forte, atto non certo a dileggiare le vittime ma chi -per l’appunto- ci “mangia” sopra. Forse la vignetta non è così intelligente ma chi tira fuori il tricolore sostenendo che i francesi “non si devono permettere” lo è ancora meno.

Il Vernacoliere
Il Vernacoliere

Ecco uno dei lavori di Ferrini:

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“Bella quest’idea di mettere le parole in fila sulla carta” – Nella foto Salvini che legge un libro in spiaggia

Le profezie di Oriana (pagina Facebook)

La pagina satirica “Le profezie di Oriana” nel frattempo risponde così (la frase è il pensiero di uno degli admin, tengo a precisarlo):

""
“In Italia si riderà e mangerà per anni sui terremoti, ma se lo fanno notare con una vignetta, vi arrabbierete a morte.”

Davide La Rosa

Davide La Rosa, fumettista e sceneggiatore (il suo blog e la sua pagina Facebook), mi scrive:

Per me è satira. Sono due vignette che fanno pensare e che le si possono leggere in più di un modo. A qualcuno può anche non far ridere… ma che la satira debba far ridere non è scritto da nessuna parte.
Come ho scritto sulla mia bacheca anche oggi sono Charlie. La testata francese ha ricevuto un sacco di insulti e minacce. Dietro a questo c’è l’estremismo che è sempre pericoloso perché porta su brutte strade.
Molti a quanto pare, un tempo, erano Charlie solo come scusa per poter giustificare il loro razzismo.

"Zombie gay in Vaticano", Davide La Rosa e Vanessa Cardinali
“Zombie gay in Vaticano”, Davide La Rosa e Vanessa Cardinali

Daniele Luttazzi su Twitter

Lo avevo interpellato proprio oggi, alla fine mi ha avvisato di aver risposto sul suo profilo stasera. Dal suo account Twitter parla Daniele Luttazzi:

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Il vignettista francese sghignazza da cinico e/o cazzaro e/o stronzo (decidete voi) secondo il gradiente A) satira > B) cinismo > C) fare il cazzaro > D) fare lo stronzo > E) sfottò fascistoide. Gli italiani che s’indignano per questa vignettaccia ne hanno tutte le ragioni; ma non bisogna invocare la censura come stanno facendo certi: libero lui di fare la testa di cazzo, liberi noi di dargli della testa di cazzo. La satira è un giudizio innanzitutto su chi la fa.

Daniele Luttazzi
Daniele Luttazzi

Mad Master (Carlo Mele)

Il mio amico Carlo Mele, in arte Mad Master (la sua pagina Facebook), ci dice la sua:

Mi hanno chiesto un parere sulla polemichetta del giorno che riguarda la vignetta di Charlie Hebdo sul terremoto nel reatino.
Ci ho riflettuto e ho deciso di dare un giudizio nel merito, evitando ogni emotività e riferendomi unicamente alla struttura della vignetta.
Secondo l’interpretazione di qualcuno la vignetta avrebbe lo scopo di denunciare il fatto che nel sistema di corruzione italiano la popolazione viene vista come qualcosa da divorare.
Se così fosse la vignetta fallisce essendo incompleta.
La satira sarcastica, quella a cui attinge CH, ha lo scopo di denunciare le forme di potere, ma questo elemento è assente.
La vignetta non raffigura l’elemento raffigurante il potere che si mangia un bel piatto di terremotati, raffigura unicamente le vittime, colpite in vario modo dai danni provocati dal sisma e associati ad alcuni piatti a base di pasta.
Manca l’elemento che dovrebbe far capire a colpo d’occhio il senso della vignetta, innescando la compartecipazione del pubblico, che rende la satira quello che è, un’audace denuncia fatta anche attraverso la scorrettezza dello humor nero, ma che viene poi accettata come rivelatrice di una realtà tanto assurda e drammatica al punto da essere necessario ridicolizzarla perché venga metabolizzata per assolvere il suo compito.
Da vignettista amatoriale non sarei mai incappato in un errore del genere e non credo quindi che il senso della vignetta fosse questo.
Penso piuttosto che CH non faccia altro che provocare, in maniera irresponsabile, così come ha sempre fatto pagando questa sconsideratezza a caro prezzo.
Potremmo certamente parlare dei vantaggi economici successivi all’attentato, al fatto se sia satira o meno o se la libertà di espressione debba essere esente da limiti, ma andremmo su altri campi che non intendo solcare.
Non mi va di infierire su un popolo che parla con la bocca a culo di gallina.

Carlo Mele
Carlo Mele

Gattini Assassini Sudati (pagina Facebook)

Grillo (non quello di Genova e del 5 Stelle accidenti, sto parlando dell’admin della pagina Facebook “Gattini Assassini Sudati“) mi scrive:

Innanzitutto credo che molto spesso si possa restare in silenzio, nel proprio magma di sentimenti contrastanti, invece di confezionare necessariamente un’opinione che, insieme alle altre mille non richieste, vada a intensificare quell’inutile rumore che circonda ogni polemica del giorno. Ma dato che rispondere è un esercizio di cortesia, ecco la mia prolissa riflessione. Dopo il gennaio dell’anno scorso, ogni volta che la discussione riguarda Charlie Hebdo, si finisce invariabilmente a parlare di libertà di espressione e limiti della satira. Presto detto, per me questi limiti non esistono, non esiste niente di intoccabile. Il discrimine non può neanche essere fissato sulla linea che separa il mi piace dal non mi piace che è soggettiva. In quanto espressione di libertà di pensiero e di satira, l’esistenza di una vignetta controversa non può essere attaccata “perché non fa ridere” o difesa “perché fa ridere”, non è quello il punto della questione. Il significato di quell’enorme riflessione sociale culminata nell’abusato e travisato slogan #JeSuisCharlie” è questo: prescindendo da giudizi di valore, la libertà di espressione è inderogabile, laicamente, democraticamente inderogabile. Allo stesso modo, questo non significa che tutta la satira sia necessariamente bella e riuscita (ma qui si torna nel campo del soggettivo e del giudizio di merito). Io stesso, amante del black humor cattivo, trovo che l’umorismo di Charlie Hebdo, a volte, sia un po’ di grana grossa, paradossalmente poco graffiante e troppo rumoroso. La vignetta in questione, tecnicamente, è satira perché contiene un meccanismo umoristico (un parallelo tra le vittime e piatti stereotipicamente italiani) e perché rivolta ai supposti colpevoli che hanno mangiato su costruzioni rivelatesi scadenti (come è stato cercato di ribadire nella seconda vignetta d’appoggio) o a un generico modo italiano di fare le cose ma è proprio questo l’inghippo: ai più è parso che il bersaglio fossero le vittime del sisma e così davvero non è satira perché questa deve attaccare i forti, non i deboli. Che sia stata inefficace la vignetta nel creare questo aggancio o poco accorti i lettori nel vederlo, questo ognuno lo decide per sé. Personalmente l’ho trovata un po’ banale e debole e secondo me quando decidi di affrontare un tema delicato (ancora, non esistono temi intoccabili) è necessaria molta intelligenza. Questo ovviamente, ça va sans dire, non inficia minimamente la difesa a spada tratta della libertà di satira.

Sul Fertility Day
Grillo, di “Gattini Assassini Sudati”, sul Fertility Day

Alessandro Mereu (Don Alemanno – Jenus)

Interviene anche Alessandro Mereu, in arte Don Alemanno (segui la pagina Facebook “Jenus“), con il seguente post sull’evento Facebook:

Vi direi, “andatevi a vedere la mia vignetta di qualche ora fa, su Jenus”.
Dai commenti alla stessa però, si evince che molti non hanno capito una beata mazza, di quale fosse il senso della stessa. Molti hanno pensato fosse una “risposta stizzita” al Charlie Hebdo.
Niente di più sbagliato, anzi… proprio il contrario.
Io ribadisco “jesuischarlie” fino al midollo. E se ne sono davvero convinto, devo essere disposto in prima persona a fare lo stesso, con la stessa identica modalità utilizzata da loro.
E lo faccio nei loro confronti, perché sono sicuro che sono in grado di capire.
Lo faccio nei loro confronti perché gli dimostro che ho capito cosa volessero dire.
La loro vignetta non era uno sfottò nei confronti dei morti. Chi pensa questo è totalmente fuori strada, e sinceramente mi stanno strisciando le palle a terra a furia di vedere manifestazioni di analfabetismo funzionale. Era una critica alla mala gestione delle politiche di territorio, in un paese (il nostro) affetto da corruzione e negligenza. Punto.
E’ stata fatta bene? male? così così? E’ un altro paio di maniche.
Tecnicamente, era una “bella vignetta” ? Per me no, nel senso che non l’avrei fatta così, e avrei cercato maggiormente l’immediatezza. Ma è un’opinione, niente di più, e probabilmente un gusto personale che non toglie nulla alla questione:
HANNO IL DIRITTO DI FARLA.
Anche quando non mi fa ridere. Anche quando riguarda me. Anche quando mi lascia un groppone sullo stomaco.
Si può discutere in chiave accademica di differenza tra satira, humor nero, etc etc… potremmo rimanere qui per anni a parlarne senza venirne a capo.
Ma un pilastro rimane: la satira è il mezzo attraverso il quale il debole può attaccare il potente.
Se pensate che il potente qui fossero i morti siete, ripeto, totalmente fuori strada.
Questo significa “Je Suis Charlie”.
Non significa “mi fa ridere tutto quello che fa Charlie”
Non significa “sono d’accordo con ogni concetto espresso da Charlie”
Non significa “è perfetta ogni vignetta di Charlie”
PORCA PUTTANA.
Significa “Io…difendo…il diritto…alla…libertà…di espressione…e di satira… con le unghie…e con i denti. SEMPRE.”
Quindi, fino in fondo, Je Suis Toujours Charlie
Don Alemanno.

Ecco la vignetta citata nel suo post:

vignetta-don-alemanno-jenus-charlie-hebdo
“E invece hanno ragione loro. Servizi segreti alla francese [immagine di un colapasta come sede di Charlie Hebdo che perde sangue]. #jesuistoujourscharlie

Andrea Camerini (Il Vernacoliere)

Anche Andrea, via Facebook, dice la sua:

La spiego, così dopo non passo ore a discutere su equivoci e incomprensioni.
In questa vignetta, si vede un terrorista (quello vestito di nero) che si avvicina ad un italiano indignato per la vignetta di Charlie Hebdo, e gli dice, ironico: “ah sì, eh!?” come a dire: “e ora?! …ancora jesuischarlie?!”.
Con questa vignetta prendo per il culo:
1) i colleghi francesi del celebre giornale che scherzano su tutto e su tutti e stavolta tocca anche a loro (con un po’ di quel cinismo che gli piace tanto e che a ‘sto giro prende di mira -è il caso tragico di dire- i loro drammatici trascorsi).
2) i miei compatrioti che sono per la libertà di satira, anche quella brutta, pessima, raccapricciante, solo a fasi alterne (#jesuischarlieoggi #colcazzochejesuischarliedomani).
3) i miei compatrioti che capiscono la satira e pazientemente si prodigano per illuminare gli altri.
4) infine, prendo per il culo me stesso, perché mettendomi a spiegarla, vuol dire che ho una bassissima considerazione delle mie doti satiriche.
Vediamo…Ho preso per il culo tutti?
Se manca qualcuno, spero che si senta preso per il culo.
Ad ogni modo: avete riso o vi siete incazzati perché vi siete riconosciuti?
Ecco, la satira è così. Fatta bene o fatta male; giusta o sbagliata; che faccia ridere o no.

La vignetta di Andrea Camerini
La vignetta di Andrea Camerini

 

– seguiranno aggiornamenti con altre opinioni di altri vignettisti e satirici del web –

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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