La narrativa di Juncker ubriaco e le diagnosi video

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Il 17 ottobre 2018 Beppe Grillo pubblica sul suo blog un articolo dal titolo “Diagnosi Juncker” rimarcando ancora una volta le accuse di alcolismo al politico lussemburghese. Non è il primo, sono ormai diversi i politici che sfruttano questa narrativa per denigrarlo, invitando gli elettori a cercare su Google per verificare con ricerche mirate.

Juncker non è nuovo ad uscite un po’ fuori dal comune, con atteggiamenti singolari come carezze sulle guance sui colleghi, baci in testa o addirittura schiaffi tra le risate delle sue “vittime“. Anche per questo lo davano per ubriaco:

I problemi fisici di Juncker iniziarono dopo un incidente stradale, avvenuto nel 1989, che lo mandò in coma per alcune settimane e per diversi mesi in riabilitazione e sedia a rotelle. Da quell’esperienza sono due le conseguenze ottenute, quella negativa in merito alla gamba sinistra che gli fa perdere l’equilibrio e quella positiva che lo ha portato ad apprezzare e vivere con allegria la propria vita.

A diffondere la narrativa dell’alcolizzato fu il ministro delle finanze olandese, Jeroen Dijsselbloem, infastidito dalle critiche a lui rivolte dal lussemburghese. Dijsselbloem si sfogò in televisione, raccontando di una presunta dipendenza dall’alcol da parte di Juncker perché in seguito ad un pranzo gli aveva afferrato un braccio per sostenersi. Il motivo era la gamba e non si riscontrano altre conferme di un suo stato di ebrezza in quell’episodio. Stesso discorso per quanto riguarda il vertice Nato, dove in molti avevano speculato sul suo stato di salute sostenendo che era talmente sbronzo da non poter salire le scale o stare semplicemente in piedi, mentre si apprende che soffriva di sciatica.

Anche il primo ministro olandese Mark Rutte affermò che dietro a tutto c’erano problemi fisici, smentendo le dicerie:

According to VRT, Dutch Prime Minister Mark Rutte, one of the leaders seen supporting Mr Juncker, told reporters he was unaware of any “serious health problems” but said he was aware that Mr Juncker had “had a back problem for a while”.

Anche in occasione del summit dell’ONU a Ginevra tornarono a circolare le accuse da parte dei tabloid britannici, ma a negare il racconto fu il portavoce delle Nazioni Unite, Aleem Siddique, criticando i giornalisti inglesi e pubblicando una foto scattata in seguito all’incontro istituzionale.

Aleem Siddique: “Don’t believe the Sun or the Daily Mail stories today, it’s a pure hatchet job in revenge for the leaked transcript of the dinner he had with [Theresa] May. He was sober as a judge at the Cyprus Peace Talks [in Geneva], during working hours anyway.”

A rafforzare la narrativa sono due episodi in cui si racconta che abbia bevuto quattro bicchieri di champagne mangiando solo un’insalata e un altro pranzo dove aveva bevuto tre bicchieri di cognac. Anche Matteo Salvini venne accusato di essere stato sorpreso in stato di ebrezza, ma tutti questi presunti episodi avvennero durante eventi istituzionali durante l’orario di lavoro? A quanto pare no.

Una persona può starvi antipatica quanto volete per le sue scelte, per le sue linee politiche o per le sue incapacità lavorative, ma quando si arriva ad attaccarla con narrative di questo genere può voler dire che non bastano le motivazioni che muovono l’odio nei suoi confronti. Questo vale per Jean-Claude Juncker come per Matteo Salvini.

 

Extra

In merito al mio tweet dove criticavo il post di Grillo ho da dire alcune cose:

Il Gianroberto Casaleggio che conoscevo io non avrebbe mai e poi mai approvato un pezzo del genere, vergognoso.

La frase era molto chiara, perché io avevo conosciuto un Gianroberto Casaleggio che non avrebbe mai approvato certe oscenità. Poi, dopo il mio licenziamento, qualcosa era cambiato e in peggio. L’ho spiegato varie volte, scrivendo anche un articolo sul mio blog dove spiegavo la mia esperienza. Capisco che non tutti abbiano seguito ciò che ho detto negli anni e bisogna tornare a ricordare certe cose (come in questo tweet) confermate anche da ex colleghi che lavoravano con me nella stessa società.

Ritorno a rimarcarlo. Il Gianroberto Casaleggio che conoscevo quando lavoravo nella sua società era diverso da quello che è venuto fuori dopo che mi ero licenziato. Molte cose sono cambiate e non perdonerò mai certe uscite come quelle contro la Boldrini o le storie TBC e altro (dove eravate quando scrivevo contro queste cose?), ma c’era una volta un Gianroberto che si rifiutava di pubblicare una vignetta di Berlusconi che leccava le scarpe di Bush perché lo riteneva troppo offensivo, che rifiutava per etica potenziali clienti che andavano in conflitto con altri clienti nonostante fossero disposti a pagare cifre di gran lunga superiori pur di “comprarselo” e ottenere da lui i suoi servizi, che rispettava il dipendente che si faceva un mazzo cubico riconoscendo il suo lavoro di fronte ai colleghi e soci e che, una volta uscito, lo prese e gli disse “ricorda che se avrai bisogno qui c’è sempre un posto per te“. Mi dispiace che non avete conosciuto questa parte di lui, che certamente non cambia ciò che ha fatto dopo, ma questo mio tweet è anche uno sfogo per ciò che poi è stato buttato in vacca.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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