Le dichiarazioni di Matteo Salvini sul caso Giulio Regeni e l’Egitto

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La scorsa settimana si è parlato tanto delle dichiarazioni di Matteo Salvini in merito a Giulio Regeni. Ne ha parlato Repubblica con un titolo riportante un virgolettato che ha scatenato molte polemiche:

Salvini: “Regeni? Sono più importanti i rapporti con l’Egitto”

Nell’articolo, invece, leggiamo quanto segue:

Il governo Conte, o per lo meno il suo più autorevole protagonista, ha così detto la sua su cosa intende fare nella lotta per la ricerca sulla verità sull’assassinio di Giulio Regeni: niente, o poco più. Lo ha fatto attraverso le parole di Salvini, nelle interviste televisive di queste ore e in quella al Corriere della Sera, nella quale il ministro ha spiegato che “comprende bene la richiesta di giustizia della famiglia di Giulio Regeni. Ma per noi, l’Italia, è fondamentale avere buone relazioni con un Paese importante come l’Egitto”

Il Piccolo rincara la dose con un altro virgolettato:

Salvini: “Regeni? Questione di famiglia, le buone relazioni con l’Egitto sono fondamentali”

La fonte considerata è un’intervista pubblicata il 13 giugno 2018 dal Corriere della Sera:

Corriere: “Parla dell’Egitto?
Salvini: “«Sì, vogliamo ricostruire buoni rapporti con l’Egitto. Io comprendo bene la richiesta di giustizia della famiglia di Giulio Regeni. Ma per noi, per l’Italia, è fondamentale avere buone relazioni con un Paese importante come l’Egitto»“.

Il giorno prima era ospite a La7 durante il programma “Otto e mezzo” rilasciando le seguenti dichiarazioni:

C’è da riannodare una relazione stabile con l’Egitto. C’è il problema Regeni e c’è da far chiarezza piena sull’uccisione di Giulio Regeni, ma l’Egitto è un paese troppo importante perché l’Italia non abbia relazioni con questo paese.

Ecco il video:

Il caso Regeni è molto delicato e in Italia il tema è molto sentito, ma le recenti dichiarazioni di Matteo Salvini possono risultare distanti da quelle fatte in passato. Nel 2016 riteneva che l’Egitto è un paese che “ci sta evidentemente prendendo in giro“:

È veramente una farsa se non ci fosse di mezzo un morto con la sua famiglia. Non so più cosa commentare, il problema però non è l’Egitto che ci sta evidentemente prendendo in giro, però è un Paese come l’Italia che evidentemente conta come il 2 di picche e viene irriso non solo dall’India dopo 4 anni con i Marò, ma anche dall’Egitto… Non ho parole, posso solo essere vicino alla famiglia e sperare che ci sia un Ministro al Governo italiano che tiri fuori un minimo di attributi.

Oppure quando sul caso riteneva che la politica estera di Matteo Renzi era “lo zero totale“:

Il caso Regeni, come il caso immigrazione, come il caso Marò, e come il caso di un Re che viene qua e manco ti stringe la mano e ti guarda con un po’ di schifo, mi dicono che in politica estera Renzi è lo zero totale.

Che in questi giorni Matteo Salvini ritenga importante che l’Italia abbia buone relazioni con l’Egitto è un fatto consolidato, una posizione più “diplomatica” rispetto al passato che ha portato confusione e qualche dubbio sulle sue intenzioni. C’è da dire che in nessuno dei due interventi (l’intervista al Corriere e durante “Otto e Mezzo“) ha posto letteralmente le relazioni internazionali come “più importanti” della vicenda Regeni o che si tratti di una “questione di famiglia” lavandosene le mani.

A proposito di confusione e dubbi. La dichiarazione riportata nell’intervista del Corriere poteva essere interpretata diversamente in mancanza di quel “c’è da far chiarezza piena“. Come possiamo notare, anche Amnesty riporta i suoi dubbi anche in seguito all’identificazione dei manifestanti a Ivrea con il cartello “Prima gli italiani… ma Giulio?“:

“Abbiamo appreso con preoccupazione dell’episodio avvenuto a Ivrea, nel corso di un comizio elettorale di Matteo Salvini, quando un gruppo di persone è stato fermato e identificato per aver esposto due striscioni riferiti a Giulio Regeni e alla situazione dei diritti umani in Egitto“, ha dichiarato Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia. “La richiesta che lo slogan ‘prima gli italiani’ comprendesse anche la ricerca in via prioritaria della verità per Giulio Regeni era assolutamente legittima e non si doveva impedire di esprimerla“.

“Non vorremmo che fosse questa una risposta, oltre che irrituale, inquietante nella forma e nel contenuto” – ha aggiunto Marchesi – “alla lettera che Amnesty International Italia ha scritto solo due giorni fa, oltre che al vice primo ministro Salvini, al presidente del Consiglio Conte, all’altro vice primo ministro Di Maio e al ministro degli Esteri Moavero Milanesi, nella quale si esprime disappunto per le dichiarazioni nelle quali Salvini, nel sottolineare l’importanza dei rapporti con l’Egitto, pare sminuire l’importanza di conoscere i nomi dei responsabili dell’arresto, della sparizione, della tortura e dell’uccisione del ricercatore italiano. In quella lettera si ricorda come Salvini abbia più volte incalzato il precedente governo a fare di più per fare rispettare il nostro paese a livello internazionale, mentre ora, come ministro dell’Interno, sembra considerare la richiesta di verità e giustizia per Giulio Regeni come una vicenda privata della famiglia della vittima, e non, invece, come una richiesta dell’’Italia intera, della sua società civile e delle sue istituzioni“.

Domanda nata in seguito alle dichiarazioni dell’attuale Ministro dell’Interno, il quale dovrebbe stare più attento di prima per evitare polemiche.

E comunque le parole di Salvini sull’Egitto e Regeni sono estremamente inopportune, mentre ancora è in piedi, e langue, l’inchiesta congiunta delle procure di Roma e del Cairo sui responsabili delle torture e dell’omicidio di Giulio. Facile richiamare Macron alle sue responsabilità, meno evidentemente farlo col generale-presidente alSisi

Le dichiarazioni verranno riportate nel portale LoHaDetto.it a futura memoria (1,2,3)

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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