Il caso Matteo Salvini e il censimento dei Rom su base Maroni

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In questi giorni si discute ancora di Matteo Salvini, ma questa volta parliamo del caso riguardante il censimento dei Rom. Ecco quanto dichiarato e riportato sul sito LoHaDetto.it:

Sono un testone. “A”, mi sto facendo preparare dal Ministero degli Interni un dossier sulla situazione Rom in Italia perché dopo l’intervento di Maroni, che ormai però risale a cinque sei sette anni fa, nessuno ha fatto più nulla. E quindi siamo tornati, temo, esattamente al caos. Oggi su il quotidiano Il Tempo di Roma ci sono tredici associazioni di quartiere che mi chiamano e mi dicono “vieni perché c’è il disastro”. Quindi, mi sto facendo fare una ricognizione della situazione Rom in giro per l’Italia, per vedere chi come e quanti. Sulla certezza, eh… “Salvini aiuto, pensaci tu” non son Batman però vedremo di capire come si può intervenire rifacendo quello che all’epoca venne chiamato censimento, apriti cielo, e chiamiamola l’anagrafe, chiamola una situazione, una fotografia, per capire di che cosa stiamo parlando.

Ecco il video:

Una citazione, quella del censimento, che ha fatto saltare dalla sedia parecchi parlando nuovamente di razzismo e di identificazione su base etnica. Non solo dall’opposizione, Salvini ha trovato contrarietà anche da parte degli alleati come Di Maio e il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che hanno sottolineato l’incostituzionalità della proposta.

In seguito e in sua difesa, qualcuno aveva sollevato qualche dubbio in merito alle critiche rivolte a Salvini sostenendo con “prove alla mano” che sono stati effettuati negli anni precedenti altri censimenti pubblicati da Croce Rossa Italiana e dal Partito Democratico:

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Non solo, anche l’Associazione 21 luglio fornisce annualmente al Senato i dati sui Rom presenti negli insediamenti formali e informali nel nostro Paese, per un totale di circa 26 mila persone equivalenti a una percentuale al di sotto dello zero virgola zero percento della popolazione italiana.

Bastano per sostenere la tesi che anche gli altri in passato facevano la stessa cosa e che è puramente propagandistico e scorretto accusare solo Matteo Salvini? Il problema sta nel metodo, quello “su base Maroni“. Infatti, il Ministro dell’Interno nel suo intervento ha fatto un riferimento chiaro proprio a quello attuato dal suo predecessore:

[..] perché dopo l’intervento di Maroni, che ormai però risale a cinque sei sette anni fa, nessuno ha fatto più nulla.

Di censimenti ce ne sono stati e su linea generale non è vero quanto dichiarato da Salvini, ma ha ragione a sostenere che nessuno si è prestato a ciò che venne contestato a Maroni.

Quello previsto dall’allora Ministro dell’Interno era una vera e propria schedatura su base etnica con fotografie, impronte digitali, rilievo dell’altezza e dei tatuaggi. Una schedatura che venne ampiamente contestata attraverso una Risoluzione del Parlamento europeo nel 2008:

1.   esorta le autorità italiane ad astenersi dal procedere alla raccolta delle impronte digitali dei rom, inclusi i minori, e dall’utilizzare le impronte digitali già raccolte, in attesa dell’imminente valutazione delle misure previste annunciata dalla Commissione, in quanto ciò costituirebbe chiaramente un atto di discriminazione diretta fondata sulla razza e sull’origine etnica, vietato dall’articolo 14 della CEDU, e per di più un atto di discriminazione tra i cittadini dell’Unione Europea di origine rom e gli altri cittadini, ai quali non viene richiesto di sottoporsi a tali procedure;

[…]

4.   condivide la posizione della Commissione secondo cui questi atti costituirebbero una violazione del divieto di discriminazione diretta e indiretta, previsto in particolare dalla direttiva 2000/43/CE, sancito dagli articoli 12, 13 e da 17 a 22 del trattato CE;

Tornando a citare la Costituzione italiana, parte dei Rom è di nazionalità italiana e un censimento del genere violerebbe il primo punto dell’articolo 3:

Articolo 3

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Per concludere, ricollegandoci a questo punti, Sui rom italiani il Ministro aveva rilasciato un’altra dichiarazione (riportata sempre su LoHaDetto.it) di fatto discriminatoria:

Poi, i Rom italiani.. eh, purtroppo te li devi tenere in Italia

Propongo la riflessione Enrico Mentana:

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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