Le nazionalità dei migranti a bordo della nave Aquarius e il pregiudizio

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Circola online la lista delle nazionalità dei migranti portati a Valencia dalla nave Aquarius, qualcuno la condivide in polemica e con superficialità:

COMINCIANO A TRAPELARE DALLA SPAGNA LE NAZIONALITA’ DELLA MERCE RICHIESTA DALL’ALTA FINANZA

26 NAZIONALITA’ APPARTENENTI AI 629 RIPESCATI DALL’AQUARIUS

Sudán: 152
Nigeria: 148
Eritrea: 60
Sudán del Sur: 49
Argelia: 43
Ghana: 30
Guinea Conakry: 22
Sierra Leona: 20
Senegal: 13
Gambia: 11
Marruecos: 11
Mali: 11
Costa de Marfil: 11
Pakistán: 11
Togo: 9
Camerún: 6
Somalia: 5
Etiopía: 5
Guinea Bissau: 4
Bangladesh: 3
Chad: 3
Comores: 2
Afganistán: 1
Níger: 1
República Democrática del Congo: 1
Liberia: 1

NESSUNO DELLA SIRIA , IRAK O YEMEN STATI IN CUI C’E LA GUERRA ……

La lista è presente anche nell’articolo del 14 giugno 2018 de El Independiente e venne fornita dalla giornalista Sara Alonso, la quale si trovava a bordo della nave. A parte che i migranti degli ultimi paesi citati nel post Facebook seguono altre rotte migratorie, quando si riporta la tesi “scappano dalle guerre” è ampiamente superficiale e generalista, ma soprattutto nessuno può minimamente conoscere tutti i casi riguardanti ogni singola persona a bordo della nave Aquarius e sentenziare il loro status. Per questo esistono i controlli, le verifiche sulle loro richieste di asilo.

Ricordiamo le varie forme di protezione date ai richiedenti asilo:

Protezione internazionale: “Il Richiedente protezione internazionale è la persona che, fuori dal proprio Paese d’origine, presenta in un altro Stato domanda per il riconoscimento della protezione internazionale. Il richiedente rimane tale, finché le autorità competenti (in Italia le Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale) non decidono in merito alla stessa domanda di protezione.

Protezione sussidiaria: “Chi ne è titolare – pur non possedendo i requisiti per il riconoscimento dello status di rifugiato – viene protetto in quanto, se ritornasse nel Paese di origine, andrebbe incontro al rischio di subire un danno grave.Questa definizione viene enunciata dall’art. 2, lett. g) del Decreto legislativo n. 251/2007.

Protezione umanitaria: “Nel caso in cui la Commissione territoriale, pur non accogliendo la domanda di protezione internazionale, ritenga possano sussistere gravi motivi di carattere umanitario, provvede alla trasmissione degli atti della richiesta di protezione al questore competente per un eventuale rilascio di un permesso di soggiorno per protezione umanitaria (art. 5, comma 6 del decreto legislativo n. 286/1998).

Rifugiati: “Il rifugiato è titolare di protezione internazionale. Si tratta di persona che “(…) temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese d’origine di cui è cittadino e non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese(…)”.Questa definizione viene enunciata dall’art. 1A della Convenzione di Ginevra del 1951, recepita nell’ordinamento italiano dalla legge n.722 del 1954.

Nessuno di voi può sentenziare su quel singolo migrante della Liberia senza sapere perché richiede asilo in un paese europeo. Non potete sapere se quella persona è vittima di persecuzioni politiche o religiose, non sapete se è un uomo o una donna vittima di violenza o di minacce di morte.

Per citare un esempio, quello della Nigeria è un paese afflitto da violenza di originel politica, corruzione, rapimenti, rapine a mano armata e omicidi rituali. Gli stessi vescovi nigeriani ne denunciano il degrado:

LAGOS, Nigeria (CNS) — Nigeria’s bishops condemned repeated killings of innocent Nigerians by suspected ethnic militias in northeastern Nigeria and said President Muhammadu Buhari should resign if he could not keep the country safe. Asking, “when will this barbarism end?” the bishops condemned the murder of two priests and their parishioners during the celebration of Mass, at St. Ignatius Catholic Church, Ayer Mbalom, April 24. Attackers also burned about 50 houses, nearly destroying the small community. It was the latest in a string of violent incidents involving nomadic herdsmen and farmers, violence linked to grazing rights and dwindling fertile land. Benue state, where the incident occurred, has seen nearly 50 such attacks in the last three years.

Questo è soltanto un esempio, dove si riportano atti di violenza, di case bruciate e omicidi ripetuti nel corso degli anni.

Quando vedete una nave carica di migranti non potete generalizzare, non potete sapere chi c’è dentro quella imbarcazione. Solo perché vengono da un paese straniero non bisogna etichettarli subito come “clandestini“, “ladri” o addirittura “invasori” (magari basandosi su bufale storiche come il piano Kalergi o altre cretinate simili).

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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