Il Blog di David Puente

Il gatto Pilù che eredita un milione di euro e la Fondazione

Il 4 maggio 2018 la testata giornalistica Repubblica racconta una storia “simpatica” ai suoi lettori in un articolo intitolato “E il gatto Pilù ereditò un milione e mezzo di euro“:

Avete presente gli Aristogatti, trattati come principini dalla loro padrona nel celebre film di Walt Disney? La favola diventa realtà: Pilù, gatto veronese adottato dalla signora Cecilia Anna D., classe 1930 è tra i gatti più ricchi del mondo: è passato da trovatello a ricco ereditiero. La sua padrona, venuta a mancare quindici giorni fa, gli ha lasciato un milione e mezzo di euro. Nel testamento della signora, ex funzionaria della presidenza del Consiglio, c’è un “legato Pilù”, visto che per legge in Italia non possono diventare eredi gli animali, contrariamente a quanto accade in Francia o in Germania. A raccontare la vicenda sono i legali della Fondazione risparmiatori, ai quali Cecilia Anna D. si era rivolta.
Storie simili si leggono spesso online e si stenta a credere siano vere. Ma Andrea Ferrari, della Fondazione italiana Risparmiatori assicura: “E’ tutto vero e abbiamo tutta la documentazione”. Spigano ancora i legali: “La signora ci aveva incaricato di predisporre un testamento in favore di Pilù: alla morte il suo patrimonio avrebbe dovuto essere “utilizzato” in funzione del gatto». Ora quei soldi sono a disposizione di Pilù, per le spese veterinarie, per il mantenimento e per ogni altra necessità certificata.

La fantomatica “Fondazione italiana Risparmiatori” non è nuova in questo genere di storie, infatti è la stessa che qualche settimana fa aveva fatto credere a molte testate di una presunta eredità di tre miliardi e mezzo di lire in Svizzera e altri esempi simili. Proprio il 20 aprile 2018 sul Corriere avevamo raccontato i retroscena con l’articolo di Paolo Beltramin al quale ho collaborato, ma risulta evidente che la lezione non è servita ai giornalisti o chi lavora nelle redazioni senza meritare tale titolo. In sintesi:

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Ora veniamo a chi ha creduto al comunicato della “Fondazione” sulla presunta riccona “Cecilia Anna D.” (definita “ex funzionaria della presidenza del Consiglio” per far pensare che si diventa milionari assumendo certe cariche) e al suo gatto “Aristogatto“:

Basta, mi fermo!