Le orrende foto usate dai suprematisti bianchi

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Questo articolo contiene immagini non adatte a persone sensibili. Oltre a scene riprese da film splatter, dove il sangue finto non manca, ci sono anche fotografie recuperate da autopsie e relative a veri e propri casi di omicidio. Vi racconterò nella prima parte dell’articolo i casi esaminati (linkandoli) e le spiegazioni senza riportare gli elementi grafici che troverete soltanto in fondo, così che solo dopo la lettura deciderete di visionare il tutto o meno.

Via Twitter un utente di nome “Nostrosaverius” (@Nostrosaverius4), creato nel febbraio 2018, pubblica una serie di tweet contenenti delle fotografie per accusare “i negri” di orribili omicidi.

Nel primo tweet, del 21 marzo 2018, pubblica la foto di una ragazza legata ad un letto, con un enorme crocifisso infilzato in bocca, che riporta le seguenti scritte:

Tweet di Nostrosaverius:ABBIAMO IN ITALIA NEGRONERIAFRICAN ASSASSINI CHE TI FANNO QUESTO

Testo nell’immagine:Black racist hate crimes againts whites – Genocide of whites – Murdered by blacks

La foto circola da anni associata ad una ragazza cristiana uccisa dagli islamici, ma in realtà riguarda un cortometraggio splatter del 2005 dal titolo Inner Depravity. Niente di vero.

In un altro tweet riporta la foto di una donna di carnagione chiara, completamente nuda e riportante diversi colpi di coltello. Secondo l’utente che l’ha pubblicata si tratta di un omicidio da parte dei soliti “negri“:

Tweet di Nostrosaverius: LE RAGAZZE TORTURATE DAI NEGRINERIAFRICAN

Le prime pubblicazioni della foto le troviamo nel sito di un’università messicana nel 2009 e nel 2002 in un sito neozelandese. In entrambi riportano esempi di autopsie e nel caso specifico riguarda un omicidio passionale senza riportare alcun riferimento sulla nazionalità e il colore della pelle dell’omicida:

The violent nature of the crime is demonstrated by the numerous stab wounds. The number and location of the stab wounds suggests extreme anger with a sexual motivation. The assailant in this case was a former boyfriend. [Image contributed by Todd Grey, MD, University of Utah]

Secondo quanto riportato nella descrizione, l’immagine sarebbe stata fornita da un esperto dell’Università dello Utah (Stati Uniti) di nome Todd Grey.

Sempre sul tema autopsie, l’utente pubblica un altro tweet con una foto che riporta il corpo di una donna bianca fatta a pezzi:

Tweet di Nostrosaverius: I NEGRI CHE FANNO A PEZZI LA RAGAZZA BIANCA

L’immagine è tagliata e i volti oscurati, ma riguarda una vecchia foto presa da una pubblicazione cartacea e diffusa dal sito Rotten.com (sito specializzato in contenuti sconsigliati ad un pubblico sensibile). Così come le due precedenti immagini, negli anni precedenti al 2013 riguardavano autopsie con storie parziali, non riconducibili al continente africano o ad un delitto compiuto da una persona di colore, mentre negli anni successivi viene adottata per la narrazione dei siti di suprematisti bianchi online (che ricordo trovano rifugio nel forum ultra razzista e antisemita Stormfront, luogo dove è nato il sito Voxnews).

Nell’ultimo tweet in analisi è presente un gruppo di fotografie molto piccole (di 5 una è persino impossibile da comprendere) e difficili da rintracciare, come sempre senza alcun riferimento geografico, temporale e quant’altro, solo un’unica narrativa. L’immagine è tagliata e ha origine da un sito che l’aveva pubblicata per intera nel 2010, con la pretesa di dimostrare dei presunti omicidi in Sudafrica, riportando la seguente scarsa descrizione:

Whites horribly victimized by insanely evil black killers: 1) Woman raped and throat cut in her own bed. 2) Woman raped, hung-up and gutted like a fish. 3) Woman gang-raped, slashed and finally killed by a broomstick jammed way up her vagina and into her body. 4) Little boy literally beaten to death against a wall. 5) Old White woman killed with a broken bottle jammed up her rectum.

La prima foto in alto a sinistra la trovavamo in diversi forum nel 2009 per sostenere la stessa narrativa, ma venne usata persino nel 2002 (sette anni prima) per la copertina di un gruppo musicale americano. Una pagina Facebook la usò nel 2016 per raccontare un caso di stupro e omicidio, ma risulta già scorretta come azione siccome circolava già 8 anni prima.

La terza foto, quella in alto a destra, la troviamo caricata nel 1998 in un sito che riporta diversi casi di omicidi in Indonesia.

Ho provato a cercare le altre, ma ho solo trovato riferimenti a siti estremi e privi di qualche riferimento storico. Nei siti dei suprematisti bianchi ho visto tante altre foto, anche in quei casi riguardavano altri fatti o addirittura fotografie ritoccate per campagne pubblicitarie contro la violenza sulle donne o sui bambini, il che mi fa comprendere che nell’arco degli anni molte foto siano state decontestualizzate per sostenere la storia del “genocidio bianco“. Il tutto senza rispettare affatto le vittime e la loro vere storie (che in molti casi non sapremo mai o tanto facilmente).

Tra qualche riga più in basso troverete le immagini. Se siete sicuri procedete, altrimenti potete chiudere questa pagina e andare oltre.

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SIETE SICURI DI ANDARE AVANTI? LE IMMAGINI NON SONO ADATTE AD UN PUBBLICO SENSIBILE.

A quelli che le hanno condivise vi dico solo che vi odio! Aver dovuto verificarle è stato orribile trovandomi a dover visionare tutto questo materiale osceno.

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Le immagini

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David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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