Il Blog di David Puente

La bufala della cugina Francesca Renzi: i pericoli e il diritto di voto

Ieri sera mi avevano segnalato l’ennesimo caso di un falso parente che lavora in Parlamento con stipendi da capogiro. Questa volta non è toccato alla Boldrini, ma a Matteo Renzi e una sua presunta cugina di nome Francesca:

Questa è Francesca Renzi, cugina di Matteo Renzi. Assunta come portaborse al Senato, guadagna 23 mila euro al mese! Se sei indignato anche tu, condividi!

Il post è stato pubblicato il 17 febbraio da Luca e la foto non è quella di una presunta Francesca Renzi, ma la sua compagna Giusy (negli screen notate che condividono lo stesso post che tenta di replicare il successo ottenuto con quello sopra riportato):

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La bufala ha superato da poco le 54 mila condivisioni Facebook ottenendo reazioni scomposte da coloro che ci sono cascati (1,2,3,4,5):

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Nessuno di loro, così come tanti altri, si è reso conto delle “faccine” che piangono dal ridere presenti nel post che hanno condiviso, che di fatto rendono chiara la trollata. Lasciatemelo dire: queste reazioni mi fanno dubitare sempre di più sul diritto al voto di persone che credono a questo genere di bufale.

Vorrei far notare che c’è poco da ridere in tutta questa storia e in quelle precedenti. Avevo già avvisato il Capogruppo della Lega Nord al Senato per una storia simile (ricordiamo che il pazzo fomentato circola da qualche parte), ma vi lascio al momento solo a questa condivisione dove si augura con il cuore il ritorno di un gruppo terroristico:

Fate schifo ,spero con il cuore che ritornino le brigate rosse così potremmo ridere noi

Nel frattempo vi segnalo il secondo tentativo fatto da Luca (poi rimosso):

Loro sono: Christian Boldrini, Enzo Grasso, Alessandro Bersani e Luca Renzi, e sono rispettivamente i cugini dei politici che ci governano! Sono stati ripresi ad un matrimonio pagato con rimborsi pubblici, ovvero pagato dai cittadini italiani!!! Se tutto questo ti fa scrivo, condividi!

Non c’è niente da ridere. Gli autori di certe bufale non si rendono conto che c’è poco da scherzare con queste cose.