Il Signor Distruggere la bufala delle maschere di bellezza al sangue

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Un post condiviso nella pagina “Il Signor Distruggere” il 20 gennaio 2018 ha destato non poche critiche:


Ecco questa è una di quelle occasioni in cui nel fake ci si spera.

Il contenuto condiviso, pubblicato in origine da un tale Alex Cruz il 18 gennaio, riporta diverse fotografie di donne intente a seguire una presunta cura di bellezza per il viso a base di sangue:

We’ve discovered that blood is the fountain of youth. We’ve been using our lady blood as facemasks and the results are incredible. We all look 10 years younger since then. Try it!! #bloodsisters!

Questa assurda e fantomatica “fonte della giovinezza” era stata smentita il 19 gennaio 2018 da Snopes, il giorno dopo il post di Alex Crux e il giorno prima della condivisione de “Il Signor Distruggere“. Non si trattava di sangue, ma di un prodotto liquido contenente “Tasmanian Pepperberry” (frutti che danno quel colore rossastro) chiamato “The Ordinary“:

Il prodotto usato dalle donne delle foto

Se cerchiamo su Youtube “the ordinary aha 30 + bha 2 peeling solution” troviamo diversi video come quello sotto riportato:

Lo stesso 19 gennaio Alex Cruz aveva condiviso sul suo profilo la smentita di Snopes:

LMAO. We famous I will be signing autographs in blood at 7-11 today around 5:00pm

Un passo indietro! La condivisione de “Il Signor Distruggere” risale al 20 gennaio 2018 alle ore 19:14, Alex Cruz aveva aggiunto la foto del giocatore di rugby lo stesso giorno alle 8:48 per trollare ulteriormente gli utenti che l’avevano condivisa e quelli che l’avrebbero ulteriormente diffusa credendoci.

La foto del giocatore, già presente quando “Il Signor Distruggere” aveva condiviso il post

Peccato che “Il Signor Distruggere” non abbia controllato, così come è un peccato che nonostante le segnalazioni nei commenti da parte degli utenti non abbia modificato il post per una corretta informazione (subendo per forza qualche critica pesante).

Alcuni dei commenti che riportano la smentita di Snopes

Ecco, ad esempio, la critica dell’amico Giacomo Vallarino:

come è che diceva? “io pubblico le cose che mi arrivano ma non posso sapere se sono vere o false”. ecco, in questo caso BASTAVA CERCARE SU SNOPES. https://www.snopes.com/blood-face-mask-ordinary/

Il Signor Distruggere pubblica un post su disgustose maschere che altro non sono che un trattamento estetico con un prodotto rosso.

Pubblico un commento e il link di snopes e… SPAM! forse per colpa del filtro di facebook visto che si trattava di 3-4 link.

La cosa ASSURDA però è che nei commenti SOLO una persona (mi pare) ha fatto questa ricerca, tutti gli altri si sono indignati e basta, un gruppo compatto anti pancine. as usual.

Sveglia, ragazzi.

edit: rileggendo i commenti, ogni tanto compare qualche risposta che dice “è uno scherzo, sarebbe bastato leggere BENE il post originale”. purtroppo questi commenti si perdono nel mare di indignazione…

Più attenzione non farebbe male.

AGGIORNAMENTO ore 13:20

Dopo 6 giorni dalla condivisione del post di Alex Cruz, “Il Signor Distruggere” ha deciso di intervenire e aggiornare il suo contenuto aggiungendo il link di Snopes:

Ecco questa è una di quelle occasioni in cui nel fake ci si spera.
EDIT:
Fake https://www.snopes.com/blood-face-mask-ordinary/

L’admin della pagina non si è limitato al lodevole “EDIT“, che mi ha fatto solo che piacere anche se c’è voluto un po’ di movimento nella giornata di oggi per farglielo notare. Infatti pubblica un commento dove in qualche maniera si sfoga per l’atto dovuto:

Ovviamente anche quando nella didascalia ci metto la parola “fake”, chiedendo a voi, sbaglio a fare “corretta informazione”. Questo sempre perché gli idioti sono convinti che io sia una testata giornalistica. Non hanno proprio idea della differenza tra giornalismo e intrattenimento.
Mi segnalano la foto, la didascalia è equivoca, la condivido. Fine. Perché dovrei fare controlli incrociati? Non ho mai neanche menzionato le pancine in questo testo, né lo faccio da due settimane per essere proprio precisi.
Ovviamente la cosa più semplice da fare poteva essere quella di inviare UNA email a info@ spiegando il problema e la condivisione sarebbe stata editata in 5 minuti. CINQUE. Così come ho fatto altre volte. Ma i beoti sono: 1) convinti che io stia a passare le mie giornate a leggere 4000 commenti sotto a una condivisione, questo per loro è normale, perché evidentemente sono loro a stare senza fare niente intere giornate e quindi dovrei starci anch’io, 2)… se avessi modificato subito come avrebbero fatto poi a scrivere idiozie col mio nome nella speranza dei click? Ehh non potevano.
L’algoritmo di Facebook nasconde in automatico i link esterni a questo sito su questa pagina, ma cosa avranno invece pensato i complottari? Che, ovviamente, sono io a nascondere “la verità”. E che quindi stia sempre a passare le mie ore qui a cliccare in 1 secondo sul tasto “spam” a ogni nuovo commento. E questa pagina è arrivata ad avere anche 20.000 commenti in un giorno. Tanto tempo libero dovrei avere vero?

Questa ragazza non è una psicopatica? Ne siamo lietissimi, peccato che il fenomeno delle maschere con il sangue mestruale sia concreto e basta cercare su Instagram per trovarci ogni tipo di orrore. O anche su qualche giornale, visto che bisogna essere scientifici. https://www.thesun.co.uk/…/menstruation-facial-period…/

La condivisione di post pubblici non elimina il problema dei troll, ovviamente, ma mette nel cesso, insieme ai contestatori, l’idea che sia io a crearli. Visto che in questo caso specifico non ho manco idea di chi sia tale Alex Cruz.

Noto che la gogna contro Labadessa è durata appena 24 ore, che invidia, siamo però tornati subito a regime.

Nel testo della condivisione non si poneva affatto una domanda nei confronti degli utenti, ma se anche vi fosse stata lo stesso admin della pagina non se ne sarebbe curato siccome sostiene che “i beoti” siano convinti che lui stia a passare le giornate a leggere i commenti sotto a una condivisione. Che senso avrebbe chiedere agli utenti con una non domanda?

A questo punto, leggendo il commento critico verso chi ha contestato il suo operato, si potrebbe immaginare che l’importante è venire a conoscenza delle assurdità che scrivono al di fuori della pagina, farci o ricevere uno screenshot per poi firmarlo con un watermark e renderlo pubblico scatenando gli utenti tra commenti e condivisioni.

Concludo. La pagina Facebook “Il Signor Distruggere” non è una testata giornalistica, risulta pacifico, piuttosto una pagina di intrattenimento che però fa intendere che quelle donne siano state particolarmente “stupide” a seguire una pratica insensata. Si potrebbe dire che forse e per fortuna le ragazze nelle foto non si lamenteranno da qualcuno per far difendere la propria reputazione.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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