Perché parlare di Fake News con i ragazzi di Lercio è educativo

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Ieri sera durante il dibattito organizzato dai ragazzi di Lercio sulle bufale e fake news mi hanno fatto tante domande interessanti. Provo a riportare i concetti che ho espresso e che ho condiviso con gli altri partecipanti.

Foto: @marinafiorletta (Twitter)

– Per creare una bufala ci vogliono anche 5 minuti. Per smentirla dai 5 minuti a giorni o mesi a seconda dei casi.

– Le bufale e le fake news influiscono sul voto? Si e non solo, così come la verità perché le persone vogliono credere in qualcosa.

– Per affrontare le bufale e le fake news ci vuole attenzione, spirito critico e soprattutto bisogna uscire dai propri schemi e ideologie. Di fronte ad una “notizia” che ci piace siamo troppo leggeri e tendiamo ad accettarla subito, questo è il primo “passo falso” (scusate il gioco di parole).

– Gli algoritmi non potranno mai risolvere il problema delle bufale, delle fake news e dell’incitamento all’odio (hate speech). Possono aiutare a gestire una mole di dati enorme, ma alla fine ci vuole un intervento umano.

– Nuove leggi contro le fake news? L’idea non la condivido affatto, rischia di essere controproducente (della serie “effetto rinculo”). Le leggi ci sono già, bisogna farle rispettare e sostenere maggiormente le autorità competenti affinché possano operare adeguatamente facendo tornare nei pensieri dei cittadini che esiste uno Stato che li tutela e una giustizia che funziona. Bisogna lavorare soprattutto sulle persone, parlare di educazione civica, educazione digitale, incentivare la cultura della verifica.

– La colpa è della Rete? No, anche perché parliamo di un mezzo. Potremmo dire che i media tradizionali hanno delle colpe enormi e che negli anni hanno perso una certa credibilità in una fetta della popolazione. Bisogna lavorare su un sano e puro giornalismo punzecchiando anche quell’ordine dei giornalisti che dovrebbe far rispettare con fermezza il proprio codice deontologico.

– Le bufale e le fake news hanno un movente politico e/o economico? Il principio è il denaro (“Follow the money”), se poi il bufalaro ha un’ideologia politica e la incentiva senza scrupoli con le falsità il mix è micidiale.

– Le possime elezioni politiche saranno piene di bufale e fake news? Ognuno vorrà imporre la sua “verità” e come avviene da anni assisteremo ad attacchi personali rivolti all’avversario politico accusandolo di falsità. Riconosciamolo, tutto questo semina un clima che poi andremo per forza a raccogliere.

– Ingerenze straniere? I russi? Fino ad oggi ho trovato una rete albanese e una rete americana, quando beccherò i “figli di Putin” ve lo farò sapere. Mi permetto comunque di dire che per qualcuno l’Italia sarà la prossima “bufala da mungere”.

– Il lavoro e la storia di Lercio dovrebbe essere portata nelle scuole per insegnare ai ragazzi (e prima ai docenti) le basi per riconoscere le bufale, ma soprattutto per ristabilire il concetto di satira snaturato da quei bufalari violenti e xenofobi che si difendono dicendo “ah, ma siamo un sito di satira”.

Vi voglio bene.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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