Il licenziamento a Roma non riguarda la legge Whistleblowing voluta dal M5S

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Il “Blog delle Stelle“, sito ufficiale dei comunicati del partito politico italiano, pubblica un comunicato il 22 novembre firmato da Virginia Raggi e dal titolo “Whistleblowing: a Roma la legge del MoVimento 5 Stelle è già realtà” dove leggiamo:

di Virginia Raggi – Sindaca di Roma

Al fianco dei lavoratori onesti e contro coloro che si assentano ingiustificatamente. Per la prima volta il Campidoglio ha avviato il licenziamento di una lavoratrice dell’ufficio anticorruzione, in seguito alla segnalazione di collega sulle continue assenze ingiustificate. Si tratta dell’applicazione del whistleblowing, ovvero della denuncia da parte di altri lavoratori opportunamente verificata da controlli successivi.

Si tratta di un monito non solo ai dipendenti di Roma Capitale ma a tutti i dipendenti pubblici. Mi unisco alla speranza del consigliere Angelo Sturni che questo episodio incoraggi a denunciare eventuali casi analoghi. Chi va a fare altro invece di lavorare non sta frodando solo lo Stato, ma anche i colleghi e tutti i cittadini che pagano il suo stipendio. Noi siamo con i lavoratori onesti e responsabili.

Ecco cosa prevederebbe la nuova norma:

COSA PREVEDE LA LEGGE? – Con la nuova legge, chi decide di denunciare comportamenti illeciti, sarà tutelato. E la tutela riguarderà anche il settore privato. Dopo la segnalazione il lavoratore non potrà essere sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito, sottoposto ad altre misure di ritorsione e sarà vietato rivelarne l’identità.

La nuova legge prevede la tutela del denunciante, ed è su questo che i deputati del M5S esultavano:

Huffingtonpost.it – I 5 Stelle rivendicano la paternità della legge. “Dopo quattro anni di lavoro, finalmente è stata approvata in via definitiva la legge che protegge chi denuncia la corruzione nei luoghi di lavoro sia nella pubblica amministrazione sia nel privato. Una legge necessaria che mancava in Italia di cui si è fatto carico il Movimento 5 Stelle”, affermano i deputati M5S della commissione Giustizia della Camera.

Espresso – Esulta comunque il Movimento 5 Stelle. «Sono felice, in questi anni ho ascoltato decine di cittadini onesti che hanno fatto il proprio dovere denunciando la corruzione. La loro ricompensa è stato il mobbing ed anche il licenziamento. Storia di sofferenza ma soprattutto di grande dignità civile. La legge è dedicata a tutte queste persone che rendono l’Italia un Paese migliore», ha dichiarato subito dopo il voto la deputata pentastellata Francesca Businarolo, prima firmataria e promotrice della proposta di legge. «Da oggi abbiamo un piccolo pezzo in più di legalità» continua la deputata, «la strada rimane lunga, ma siamo fiduciosi che la maggioranza dei cittadini è onesta e vuole poter vivere in una società libera da corrotti e corruttori».

Il Whistleblowing viene spiegato bene in un articolo di AGI del 22 giugno 2017, che dovreste leggere bene per un semplice motivo:

Al malfunzionamento delle amministrazioni pubbliche si può rimediare, e il ‘whistleblowing’ può essere un utile alleato. Una parola che letteralmente significa ‘soffiare nel fischietto’ e deriva dall’inglese ‘to blow the whistle’, con chiaro riferimento all’azione dell’arbitro nel segnalare un fallo o a quella di un poliziotto che tenta di fermare un’azione illegale. Dal 2014 anche la legge italiana ha fornito i dipendenti pubblici di questo strumento, mutuato dai Paesi anglosassoni, che permette di prevenire la corruzione, segnalando qualsiasi tipo di disfunzione, di irregolarità e anche di illegalità all’interno delle amministrazioni. Nasce così la figura del whistleblower.

Esatto, dal 2014 esiste questo strumento. Non solo, a Roma dovrebbero sapere bene che c’è un monitoraggio da anni:

Chi è il whistleblower
Il whistleblower è il soggetto che, a fronte di attività illecite o fraudolente all’interno di un’amministrazione pubblica, si fa carico di segnalare al proprio dirigente o alle autorità competenti la situazione irregolare. Il fine è quello di riportare le procedure amministrative e i comportamenti dei dipendenti pubblici sui binari della legalità. Si tratta in sintesi di un modo per aumentare la collaborazione tra amministrazione e dipendenti pubblici. “Il whistleblower è tale quando si fa carico di un interesse pubblico, collettivo – precisa Raffaele Cantone, presidente dell’Anac, durante la conferenza stampa di presentazione del secondo monitoraggio nazionale sull’applicazione del whistleblowing – e non individuale, come invece spesso è accaduto in questi 4 anni”.

[…]

I quattro anni di whistleblowing italiani Da un’analisi degli ultimi quattro anni, da quando è entrata in vigore la legge (settembre 2014) fino a maggio 2017, si può notare come il numero delle segnalazioni alle Autorità rispecchi un trend positivo.

Sempre AGI cita la legge 6 novembre 2012, n. 190 “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalita’ nella pubblica amministrazione“, conosciuta come Legge Severino:

Cosa si potrebbe migliorare
“L’autorità sta provando strade utili – conclude Cantone – a ridurre il clima di diffidenza e di scetticismo che circonda il whistleblowing e a indirizzare i segnalanti lungo un percorso congruente con le finalità dell’istituto”.
Per raggiungere tali scopi è necessario:

  • Approvare la proposta di legge, in attesa al Senato, che contiene una disciplina più dettagliata e utile per concretare i principi stabiliti dalla ‘Legge Severino’ del 2012.
  • Intervenire sul fronte della formazione per far comprendere ai dipendenti pubblici quanto sia importante ricorrere al whistleblowing in maniera consapevole e conoscere le sue finalità, e alle pubbliche amministrazioni l’utilità di segnalazioni che le mettano in grado di porre riparo a condotte corruttive, prima dell’intervento della giustizia penale e amministrativa.

Nella legge del 2012 era già presente una tutela del segnalatore, ma non totale:

«Art. 54-bis. – (Tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti). – 1. Fuori dei casi di responsabilita’ a titolo di calunnia o diffamazione, ovvero per lo stesso titolo ai sensi dell’articolo 2043 del codice civile, il pubblico dipendente che denuncia all’autorita’ giudiziaria o alla Corte dei conti, ovvero riferisce al proprio superiore gerarchico condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, non puo’ essere sanzionato, licenziato o sottoposto ad una misura discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti sulle condizioni di lavoro per motivi collegati direttamente o indirettamente alla denuncia.

2. Nell’ambito del procedimento disciplinare, l’identita’ del segnalante non puo’ essere rivelata, senza il suo consenso, sempre che la contestazione dell’addebito disciplinare sia fondata su accertamenti distinti e ulteriori rispetto alla segnalazione. Qualora la contestazione sia fondata, in tutto o in parte, sulla segnalazione, l’identita’ puo’ essere rivelata ove la sua conoscenza sia assolutamente indispensabile per la difesa dell’incolpato.

La Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva la proposta di legge sul Whistleblowing il 15 novembre 2017, quindi verrebbe da pensare che il recente licenziamento sia un’attuazione di tale normativa. Tuttavia non è ancora stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e, per chi ha un minimo di infarinatura nel come e quando una legge entra in vigore (e i nostri politici dovrebbero saperlo, visto che ci lavorano da anni dentro le istituzioni), finché ciò non avviene non entra affatto in vigore. Anzi, per essere precisi bisogna attendere 15 giorni dalla pubblicazione, salvo diverse disposizioni:

La legge entra in vigore – e diviene quindi obbligatoria per tutti – il quindicesimo giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale (vacatio legis), a meno che la legge stessa non prescriva un termine minore o maggiore. La data della legge è quella del decreto di promulgazione, il numero quello della sua inserzione nella Raccolta ufficiale.

Del licenziamento citato da Virginia Raggi ne hanno parlato diversi siti di informazione, come Rainews e Il Corriere della Sera. Il Secolo d’Italia, invece, riporta un’altra informazione il 20 novembre:

Roma – Primo licenziamento di un dipendente del Comune di Roma in applicazione del Whistleblowing, la norma che permette di segnalare il comportamento illecito di un collega. A farne le spese una dipendente del Campidoglio di circa 50 anni che lavorava nell’Ufficio anticorruzione. Lo rende noto l’avvocato della donna, Giuseppe Pio Torcicollo, che sottolinea: «È stata applicata non la norma riformulata e varata dal governo 5 giorni fa ma la norma già esistente nella legge Severino e ormai superata».

[…]

La decisione del licenziamento è arrivata oggi dal Comune di Roma in applicazione della legge Madia.

Pardon? Quindi è stata licenziata seguendo la legge Madia? Si decidano, ma fatto sta che la nuova norma tutela il segnalante e non riguarda il licenziamento.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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