La storia dell’appello a favore di Cesare Battisti e Roberto Saviano

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Ho ricevuto poco fa lo screenshot di un post Facebook riportante il seguente testo:

CESARE BATTISTI: “un uomo onesto, arguto, profondo, anticonformista, in una parola un intellettuale vero”. (Roberto Saviano)

Riguarda un appello presente sul sito di Carmillaonline.com a favore della liberazione di Cesare Battisti con oltre 1500 firme, di cui evidenzio in rosso la frase che circola online:

I servizi speciali francesi hanno arrestato lo scrittore Cesare Battisti, rifugiato in Francia ormai da quattordici anni. Su di lui pende una domanda di estradizione presentata dal governo italiano, sulla base di una condanna pronunciata in contumacia oltre un ventennio fa.
E’ bene ricordare che a Cesare Battisti fu concesso asilo politico solo dopo che un magistrato francese ebbe vagliato le “prove a suo carico”, e le ebbe giudicate contraddittorie e “degne di una giustizia militare”. A Battisti erano stati addossati tutti gli omicidi commessi da un’organizzazione clandestina a cui era appartenuto negli anni ’70, anche quando circostanze di fatto e temporali escludevano una sua partecipazione.
Dal momento della sua fuga dall’Italia, prima in Messico e poi in Francia, Cesare Battisti si è dedicato a un’intensa attività letteraria, centrata sul ripensamento dell’esperienza di antagonismo radicale che vide coinvolti centinaia di migliaia di giovani italiani e che spesso sfociò nella lotta armata. La sua opera è nel suo assieme una straordinaria e ineguagliata riflessione sugli anni ’70, quale nessuna forza politica che ha governato l’Italia da quel tempo a oggi ha osato tentare.
La vita di Cesare Battisti in Francia è stata modesta, piena di difficoltà e di sacrifici, retta da una eccezionale forza intellettuale. E’ riuscito ad attirarsi la stima del mondo della cultura e l’amore di una schiera enorme di lettori. Ha vissuto povero ed è povero tuttora. Nulla lo lega a “terrorismi” di sorta, se non la capacità di meditare su un passato che per lui si è chiuso tanti anni fa. Trattarlo oggi da criminale è un oltraggio non solo alla verità, ma pure a tutti coloro che, nella storia anche non recente, hanno affidato alla parola scritta la spiegazione della loro vita e il loro riscatto.
Certo, c’è chi ha interesse a che una voce come quella di Cesare Battisti venga tacitata per sempre. Chi, per esempio, contribuì alle tragedie degli anni ’70 militando nelle file neofasciste o in quelle di organizzazioni – clandestine quanto i Proletari armati per il comunismo – chiamate Gladio o Loggia P2, e sospettate di un numero impressionante di crimini. Chi fa oggi della xenofobia la propria bandiera. In una parola, una gran parte del governo italiano attuale.
Noi invece vorremmo che di scrittori capaci di affrontare di petto il passato come Cesare Battisti ce ne fossero tanti, e che i cittadini francesi capissero chi rischiano di perdere, per la vigliaccheria dei loro governanti: un uomo onesto, arguto, profondo, anticonformista nel rimettere in gioco fino in fondo se stesso e la storia che ha vissuto. In una parola, un intellettuale vero. Non era tradizione della Francia privarsi di uomini così, per farli inghiottire da una prigione. Ci auguriamo che la Francia non sia cambiata tanto da tacere di fronte a un simile delitto.
Sì, delitto. Avete letto bene.

Dagli archivi digitali troviamo la “firma” di Roberto Saviano:

La “firma” nel sito di Carmila nel 2004

Nel 2009 il diretto interessato sarebbe stato messo in conoscenza della firma ed era intervenuto chiedendone la rimozione, come possiamo vedere dal comunicato rilasciato nello stesso sito della petizione:

Roberto Saviano ci invia il seguente testo, che pubblichiamo volentieri:

“Leggo e stimo la rivista online Carmilla che da anni è un costante riferimento per la discussione letteraria e d’inchiesta di questo paese. Mi segnalano la mia firma in un appello per Cesare Battisti. Vedo che è accaduto nel 2004, due anni prima di “Gomorra”. Finita lì per chissà quali strade del web e alla fine di chissà quali discussioni di quel periodo. Qualcuno mi mostra quel testo, lo leggo, vedo la mia firma e mi dico: non so abbastanza di questa vicenda, non mi appartiene questa causa. E’ una storia dolorosa, con strascichi infiniti. Chiedo quindi a Carmilla di togliere il mio nome, per rispetto a tutte le vittime.”

La stima è reciproca, e ci conformiamo senza problemi alla volontà di Saviano. D’altra parte, chiunque intenda ritirare la propria iniziale adesione all’appello di quattro anni fa per Cesare Battisti – superato dal trascorrere degli eventi e, oggi, di non facile reperibilità – non ha che da chiederlo.

Questa vicenda era tornata in circolazione anche grazie a siti come Dagospia che ne avevano parlato in un pezzo del 6 ottobre 2017, poi dal Secolo d’Italia e dall’Huffingtonpost.

Ognuno può trarre le conclusioni o teorie riguardanti la presenza di Saviano tra i firmatari, in questo articolo riporto i fatti relativi alla presenza e alla successiva rimozione del suo nome e l’origine della frase diffusa online. Se invece volete una mia opinione ve la dico subito: un terrorista, pluriomicida mai pentito deve pagare.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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