Il video dei dipendenti Lidl e le due Rom tra petizioni e le teorie dello “scherzone”

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La storia dei dipendenti del Lidl e le due Rom sembra non finire. Nascono petizioni, ma vengono resi pubblici altri video degli stessi protagonisti a giustificare la teoria dello “scherzone“. Vi spiegherò perché, ma scusatemi il termine: scherzone “sto cazzo“.

 

La petizione per gli “eroi”

Su Change.org è partita una petizione rivolta al Direttore di Lidl Italia, Ignazio Paternò, ad opera di quello che si definisce “Admin di Sinistra, Cazzate e Libertà“, Nicholas Vespridis:

Dopo l’episodio verificatosi a Follonica, l’azienda Lidl Italia minaccia di licenziare i propri dipendenti, che dopo aver sorpreso in flagranza di reato due donne di etnia rom a impossessarsi indebitamente di beni alimentari fallati, le hanno trattenute in attesa delle ff.oo..

Oltre al paradosso aziendale per il quale i due dipendenti anzichè essere premiati sono stati allontanati, bisogna focalizzare l’attenzione sul fatto che, a parti invertite, non ci sarebbe stato alcuno scrupolo da parte delle ree.

Chiediamo di non procedere legalmente, anzi di premiare i ragazzi che hanno compiuto un atto dovuto all’esasperazione derivante dai continui furti per mano dei numerosi malfattori presenti in quella zona

Questa petizione sarà consegnata a:
LIDL Italia – Direzione Generale Via Augusto Ruffo, 36 37040 Arcole (Verona)
Direttore Lidl Italia – Ignazio Paternò

Questa petizione riporta già un falso confermato dalle stesse Forze dell’Ordine, ossia che i dipendenti del Lidl non avevano affatto contattato le autorità competenti:

Ma qual’è stata la difesa dei due dipendenti del supermercato autori delle immagini dello scandalo? I carabinieri di Follonica riferiscono al Giornale che «entrambi i giovani non sembrano essersi resi conto della gravità del loro comportamento». Sostengono di «aver sorpreso le due nomadi a rubare in un’area chiusa al pubblico» e di averle per questo «bloccate in attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine, prontamente avvertite». Ma la verità è che nessuna chiamata da parte loro è mai arrivata al 112 dell’Arma. L’unica testimoniata di come siano andati i fatti è data invece da quel video.

Non solo, la denuncia è partita dagli stessi Carabinieri che indagarono in seguito alla diffusione del video (tradotto: a denunciare non sarebbero state le due Rom):

I carabinieri di Follonica hanno avviato l’indagine proprio dopo aver visto il video pubblicato su alcuni gruppi Facebook. Hanno così rintracciato la nomade e messo a verbale la sua dichiarazione. Poi hanno identificato gli autori che hanno 25 e 35 anni e che sarebbero in procinto di essere sospesi dall’azienda.

Il loro gesto non poteva essere affatto premiato, il video è incivile e la società privata Lidl Srl prende le dovute distanze (nei prossimo capitoli sotto riportati c’è un altro riferimento a riguardo).

 

La teoria dello “scherzone” e gli altri video

Passiamo al nuovo video pubblicato dalla pagina Facebook “Welcome to Favelas”:

ESCLUSIVO
Video girato pochi giorni prima davanti al Lidl di Follonica.
Come hanno già raccontato tutti i dipendenti del supermercato in questione la nomade era solita scherzare e venire ripresa dai ragazzi del video di ieri.

Questo video viene condiviso come “prova” per sostenere che la Rom era solita scherzare con i dipendenti del Lidl e che si sarebbe trattato di uno “scherzone“. Se questa teoria si dimostrasse reale per i dipendenti del Lidl non finirebbero i guai, al contrario, perché avrebbero mentito alle Forze dell’Ordine (già fatto, dichiarando di averle chiamate – vedi capitolo precedente di questo articolo) in merito ad un presunto furto:

Sostengono di «aver sorpreso le due nomadi a rubare in un’area chiusa al pubblico» e di averle per questo «bloccate in attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine, prontamente avvertite».

 

La scusa del “si esagera”

Alcuni utenti, di fronte all’accaduto e in sostegno dei dipendenti del Lidl, preferiscono sostenere che il caso è stato gonfiato un po’ troppo, che il gesto è condannabile ma “si esagera”.

Che si tratti di un sequestro di persona o di uno “scherzone” (ripeto: “sto cazzo“) se anche il video non fosse stato contestato dai cosiddetti “buonisti” avrebbe comunque alimentato il clima d’odio verso l’etnia Rom (con commenti di persone che augurano loro la morte anche violenta, come fanno quelli dell’Isis per intenderci), creando un precedente che poteva essere emulato.

Non si esagera se in questi casi si toccano reati previsti dal Codice Penale, come appunto il sequestro di persona e la falsa testimonianza di fronte al pubblico ufficiale.

Non si esagera se poi una società privata, Lidl Italia Srl, prende le distanze dal gesto e si ritrova di fronte contestazioni pesanti da parte di certi personaggi (sarebbe stata contestata anche se non prendeva le distanze). Già, a risultare vittima due volte del gesto è proprio la società privata in questione.

Quando ci renderemo conto che ogni nostra azione attraverso i social (e non) può scatenare un pericoloso effetto a catena come quello a cui stiamo assistendo?

 

Extra

Chi sostiene la tesi dello “scherzone” rende ridicolo il post di Salvini (dovrebbe togliere la scritta “ruspa“).

Nel frattempo riporto il post Facebook di Matteo Saudino, insegnante di filosofia a Torino:

Lidl, lettera agli studenti.

Cari studenti,
quando vi chiedete come sia stato possibile Auschwitz, guardate le facce dei due lavoratori della catena di supermercati Lidl, che hanno rinchiuso due donne rom in una gabbia-container. Poi ascoltate le loro risa e le loro parole.
Cari studenti, se ancora non capite come sia stato possibile il genocidio di milioni di uomini, donne e bambini pensate che questi due lavoratori non sono cresciuti in una feroce dittatura, bensì in una democrazia, frequentandone le scuole.
Cari studenti, ogni volta che affermate che certo odio e certa violenza siano un unicum irripetibile, guardate questo filmato e riflettete sul fatto che i due magazzinieri, mentre facevano ciò, hanno deciso serenamente di realizzare un video e di renderlo pubblico, suscitando l’entusiasmo e l’ammirazione di migliaia di cittadini, tra cui il leader di un partito che nei sondaggi è dato al 13℅.
Cari studenti quando pensate che la democrazia sarà per sempre, pensate che essa per vivere e fiorire ha bisogno di robusti anticorpi, di passione, di partecipazione, di pensiero critico, di giustizia e di legami sociali solidali. Se tutto ciò viene meno, allora giunge il tempo degli sciacalli e dei professionisti dell’odio che sulla crisi della democrazia costruiscono regimi fondati sulla paura, sull’ignoranza e sulla violenza.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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