BUFALA Napoli: urla e botte, rom tenta stupro 13enne, carabinieri eroe fuori servizio lo insegue e lo massacra

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Il 18 novembre 2016 il sito “Libero Giornale” pubblica un articolo dal titolo “Napoli: urla e botte, rom tenta stupro 13enne, carabinieri eroe fuori servizio lo insegue e lo massacra” superando le 12 mila condivisioni Facebook:

NAPOLI: Un Rom all’uscita della metropolitana avvicina una ragazzina, la strattona e la trascina in un luogo appartato per abusare di lei.

In quegli istanti passa M.B. Carabiniere fuori servizio, che sentendo dei lamenti decide di seguirli. Arrivato a una trentina di metri vede il Rom intento a picchiare la ragazzina e strapparle i vestiti. L’uomo comincia ad urlare e lo straniero si da alla fuga. Ma il carabiniere non desiste e inizia un inseguimento, prima all’interno della stazione della metropolitana e poi all’esterno.

Il rom si introduce nel portone di un palazzo, pensando di non essere visto e quindi di farla franca, ma il carabiniere entra di colpo e senza pronunciare una parola salta addosso all’uomo colpendolo ripetutamente. Un vero e proprio massacro. Le botte sono interminabili, le urla del rom sono sentite da tutto il vicinato.

Solo l’intervento della Municipale evita che la situazione degeneri maggiormente. Come racconta un testimone il Sig Antonio P. che ha assistito alla parte finale del pestaggio, racconta: “Non sembrava fermarsi, era una macchina massacratrice, interminabile, subito non si sapeva il motivo e anche io ho contribuito a fermalo, ma ora che si conoscono le motivazioni, mi pento di averlo fermato e di non averlo massacrato pure io. Siamo stufi di questa gente. Napoli è una bella città ed è tranquilla, questi rovinano la nostra immagine.

Il Rom è stato trasportato all’ospedale in codice Rosso. Pure la ragazzina, di soli 13 anni è stata portata in ospedale per accertamenti.

Siamo alle solite, è lo schema classico di certe bufale: uno straniero (o rom) aggredisce o tenta di stuprare una bambina, viene beccato e “massacrato” dall’eroe di turno.

Non si ha alcun riscontro di questa storia, ne dalle cronache nazionali ne da quelle locali. L’unica storia di cui si trova traccia riguarda un tentato stupro nei confronti di una 12enne in un campo a Caserta, ma nessun eroe se non la madre che l’ha tratta in salvo (senza massacrare nessuno) e una reazione della stessa comunità veramente vergognosa:

Scalza, i pantaloni strappati e sudici, le lacrime giù per le guance col sangue che le colava dal naso. Una figura esile e malferma sulle gambe, sorretta, quasi trascinata, dalla madre, di corsa verso l’unico luogo sicuro in cui sapevano di poter trovare riparo. La stazione dei carabinieri. È stata questa la prima, drammatica immagine della ragazzina scampata allo stupro nel campo rom di Caserta. Gli stessi carabinieri che hanno accolto la madre e la figlia prima di partire alla volta della baraccopoli a caccia degli aggressori, sono rimasti provati dallo stato in cui era la piccola.

Ora è al sicuro e deve tutto alla sua mamma, giovanissima, ma coraggiosa al punto da scagliarsi contro i due uomini che stavano per violentare la figlioletta. È riuscita a evitare il peggio con la sola forza della disperazione. Uno dei due aggressori è stato arrestato, si chiama Vasile Mairce. L’altro, un suo parente, è in fuga e deve la libertà alla rivolta che si è scatenata nel campo rom di Caserta all’arrivo dei carabinieri.

Ma andiamo ai fatti, resi noti ieri, ma verificatisi alcuni giorni fa. La ragazzina, appena sveglia, è andata come ogni mattina nella baracca dove sono allestiti i bagni della comunità rumena che vive in fondo a un sentiero della Statale che unisce il capoluogo a Maddaloni.

L’hanno seguita in due. Lei ha solo dodici anni. Loro, gli orchi, hanno più del doppio della sua età. Rumeni, come la loro vittima. Hanno aspettato che la piccola entrasse nella baracca del ghetto per mettere in atto i loro miserabili propositi. L’inferno, dunque, in un tugurio che per quella sessantina di persone che vivono tra rifiuti, topi, tetti di eternit e pareti di legno tarlato, sono bagni. Una volta infilatisi dentro quella topaia, uno di loro le ha chiesto di avere un rapporto sessuale. La ragazzina si è rifiutata. Ha cercato di scappare. A quel punto è esplosa la furia dei due uomini. L’hanno presa a pugni sulla testa, poi l’hanno immobilizzata e le hanno tirato giù i pantaloni.

Uno la teneva ferma, bloccandole le mani contro il muro, l’altro stava per abusare di lei, quando la madre della ragazzina, allarmata dalle urla, si è precipitata in soccorso della piccola e si è scagliata contro i due uomini con tutta la forza che aveva in corpo. Un gesto disperato che ha di fatto evitato che la 12enne subisse la violenza carnale. A quel punto, madre e figlia sono uscite in preda al panico dal campo rom, dirette alla più vicina caserma dei carabinieri, ovvero la stazione dell’Arma di Maddaloni che dista, per fortuna, solo 300 metri dalla discarica a cielo aperto trasformata in favela. Nonostante lo choc e le ferite, le due sono riuscite a mettersi in salvo. Mentre la ragazzina veniva soccorsa dal 118, le gazzelle partivano alla volta della baraccopoli. Ed è stato a quel punto che è andata in scena una vera e propria rivolta: decine di persone si sono scagliate contro le macchine dei militari, per coprire la fuga dei due orchi. E uno di loro ce l’ha fatta. È riuscito a scappare ed è tutt’ora alla macchia, insieme alla sua famiglia. Non Vasile Mairce che, nonostante la baraonda, è stato arrestato e ora è in carcere, a Santa Maria Capua Vetere. Il 45enne, benché abbia a sua volta cercato di approfittare del caos per tagliare la corda, è stato bloccato dai carabinieri guidati dal maresciallo Diego Montella.

Insieme ai colleghi della compagnia di Maddaloni, diretta dal capitano Pasquale Puca, gli stessi militari stanno dando la caccia al complice. Al setaccio, i campi rom del Napoletano dove l’orco potrebbe aver trovato rifugio sapendo di essere ormai ricercato.

Veniamo alla foto, il cui nome file rivela la sua origine:

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http://i0.wp.com/www.liberogiornale.com/wp-content/uploads/2016/11/aggressione-metro-berlino-2.jpg?resize=696%2C392

Infatti si tratta di un episodio avvenuto in Germania, come riportato da siti come Deutschlandradiokultur.de.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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