BUFALA Alla Casa Bianca Renzi porta Benigni e Sorrentino. Mussolini portava con sè Fermi, D’Annunzio, Mascagni, Marconi, Olivetti e Gentile

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Il 19 ottobre 2016 la pagina Facebook “Benito Mussolini” pubblica la seguente immagine con il seguente testo:

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“Alla cena della Casa bianca di stasera, il premier si è portato Benigni e Sorrentino.
Mussolini portava con sè: Enrico Fermi, Gabriele D’Annunzio, Pietro Mascagni, Guglielmo Marconi, Adriano Olivetti e Giovanni Gentile.”
Piccole differenze.

Prima ancora, il 18 ottobre, un utente l’aveva diffusa in un’altra maniera:

differenze-bufala-porto

“Alla cena della Casa bianca di stasera, il premier si è portato Benigni e Sorrentino.
Mussolini portò con lui: Enrico Fermi, Gabriele D’Annunzio, Pietro Mascagni, Guglielmo Marconi, Adriano Olivetti e Giovanni Gentile.”

Piccole differenze.

Già, prima sosteneva che “portò” i personaggi citati, poi modificò il post. Bello no?

La foto non riporta affatto una visita alla Casa Bianca, essa proviene dall’Archivio Fotografico Luce (Reparto Attualità, 10.01.1931) che ritrae Mussolini in visita alla sede dell’Istituto Treccani dove si compilava la nota Enciclopedia Italiana. Ecco la foto pubblicata nel sito Senato.archivioluce.it:

Mussolini sorpreso nella biblioteca dell'Istituto Treccani tra Giovanni Treccani, alla sua destra, Giovanni Gentile, Calogero Tumminelli, alla sua sinistra, ed altre personalità - Piano americano
Mussolini sorpreso nella biblioteca dell’Istituto Treccani tra Giovanni Treccani, alla sua destra, Giovanni Gentile, Calogero Tumminelli, alla sua sinistra, ed altre personalità – Piano americano

La descrizione della foto nell’archivio dell’Istituto Luce è ben chiara: Mussolini con Giovanni Treccani, alla sua destra, Giovanni Gentile, Calogero Tumminelli, alla sua sinistra, ed altre personalità. Vedete tra questi anche Enrico Fermi, Gabriele D’Annunzio, Pietro Mascagni, Guglielmo Marconi e Adriano Olivetti? No.

Solo gli allocchi credono che Mussolini sia sbarcato in America e si fosse recato a Washington. Lui, al massimo, mandò il Ministro delle Finanze Guido Jung, il quale che venne ricevuto dall’allora Presidente Roosevelt. Riporto parte dell’articolo del Corriere della Sera, del 26 novembre 2013, dal titolo “Quell’amicizia finita male tra Mussolini e Roosevelt” (PDF):

Ci fu un tempo in cui i rapporti tra Mussolini e Roosevelt furono idilliaci. «Mio caro presidente», scriveva Benito Mussolini a Franklin Delano Roosevelt il 24 aprile del 1933, «in risposta alla vostra richiesta di avere uno scambio di idee sui problemi economici e politici del mondo ai quali gli Stati Uniti e l’Italia sono reciprocamente interessati, ho chiesto al ministro delle Finanze on. Guido Jung di venire a Washington come mio rappresentante. Egli vi dirà con quanto grande interesse io stia seguendo il lavoro del governo degli Stati Uniti, per la soluzione delle attuali difficoltà del mondo, che soltanto attraverso la mutua collaborazione e la buona volontà delle nazioni possono essere risolte».

Poi il Duce aggiungeva: «È con grande piacere che ho affidato al signor Jung la riproduzione dei codici di Virgilio e di Orazio che sono conservati alla Biblioteca “Laurenziana” di Firenze… Ho scelto questi due autori non soltanto perché le loro opere poetiche (nell’originale, per un lapsus, aveva scritto “politiche”, ndr) sono il più grande lascito letterario di Roma, ma anche perché sono esempi di quella nobiltà dello spirito e umana comprensione che credo essere le due qualità fondamentali del carattere americano».

Questa più che cordiale lettera del dittatore fascista al presidente americano, scritta appena otto anni prima che i due si trovassero su fronti opposti nella Seconda guerra mondiale, ha attirato l’attenzione di Lucio Villari, il quale le ha dedicato un’interessante riflessione nel libro America amara. Storie e miti a stelle e strisce, pubblicato in questi giorni dalla Salerno editrice.

[…]

Il 2 maggio 1933, il ministro Jung e la delegazione italiana sbarcarono a New York dal «Conte di Savoia»; il giorno successivo furono ricevuti alla Casa Bianca, recapitarono missiva e doni, poi discussero con Roosevelt in un clima di grande familiarità. Concordarono nel giudizio (assai trattenuto) su Adolf Hitler, giunto al potere poche settimane prima; ebbero identità di vedute sul fatto che Stati Uniti e Italia fossero in quel momento gli unici Paesi capitalistici al mondo che, sul terreno economico, sociale e politico, cercavano una «terza via».

Ora, gli arrampicatori di specchi che han diffuso l’immagine potrebbero sostenere che “Mussolini avrebbe portato queste persone di alto livello, non abbiamo detto che ce li ha portati veramente“. Tutte scuse di chi ha la coda di paglia! A diffondere bufale va bene finché ci sono utenti che lo pensano senza riconoscere le persone nella foto (Mussolini a parte), condividendo con orgoglio il post, l’importante è che ci credano e “diffondano il verbo”. Ricordiamo che Enrico Fermi dopo il Nobel scappò in America.

L’utente che diffuse la bufala con la scritta “portò” pubblicò un post in cui pretendeva di spiegare il perché del suo gesto:

precisazioni-sbagliate

Il mio post di ieri sembra aver fatto il giro del web, riscuotendo un discreto consenso, ma anche qualche critica.
In particolare, mi viene fatto notare da molti che Mussolini non andò mai negli USA. VERO!
Però va fatta qualche precisazione.
Precisazione 1: non ho scritto da nessuna parte che Mussolini andò negli USA e portò tutti quelli in foto/citati nel post.
– Precisazione 2: il senso del post era (è) mostrare la levatura culturale dei personaggi che Mussolini aveva attorno a lui. Questo aldilà dei singoli rapporti che questi avevano con Il Duce. A tal proposito rimando alla pagina Wikipedia dell’Accademia D’Italia.
wikipedia.org/wiki/Accademia_d%27Italia
– Precisazione 3: la foto è puramente simbolica; si poteva scegliere una qualsiasi foto di Mussolini con uno dei personaggi dell’Accademia d’Italia ed ottenere lo stesso senso del post.

Peccato che la prima precisazione non regge.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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