La storia dei 12 bambini di Santa Teresa Gallura esclusi dalla scuola materna

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Il 16 settembre 2016 il Coordinatore Regionale di “Noi Con Salvini – Sardegna”, Daniele Caruso, pubblica il seguente post Facebook:

post-caruso-materna-santa-teresa-gallura

Questi della foto sono i 12 bambini di Santa Teresa Gallura che non hanno trovato posto nella scuola materna del paese, ma nemmeno in quella della frazione di Porto Pozzo, dove pare avrebbero però trovato posto i bambini figli dei clandestini. Se è così, si tratta di una insopportabile forma di razzismo al contrario, subita dalla parte più indifesa dell popolazione. Sarà difficile fargli accettare che i loro genitori pagano le tasse, ma a scuola ci vanno i figli di chi non le ha mai pagate. Sia ripristinato l’ordine pubblico e siano sanzionati gli autori di questa assurda e discriminatoria decisione. #StopInvasione

Del caso della scuola materna di Santa Teresa Gallura se ne erano occupati sia La Nuova Sardegna (con l’articolo del 16 settembre “Niente materna per 12 bambini“) e ancor prima L’Unione Sarda (con l’articolo del 14 settembre “Santa Teresa Gallura, niente scuola dell’infanzia: i genitori si ribellano“). Ecco il motivo per la quale sono stati esclusi i 12 bambini:

La campanella non è suonata per 12 alunni della scuola materna dell’istituto comprensivo. Un taglio all’organico ha cancellato una delle quattro classi previste. Così i genitori hanno improvvisato un sit-in davanti ai cancelli. Sulla recinzione hanno appeso 8 grembiulini rosa e 4 celesti. Quelli dei bimbi che avrebbero dovuto frequentare la scuola. Il sindaco Stefano Pisciottu chiede l’istituzione in deroga della classe soppressa, anche per alleggerire il numero degli alunni nelle altre: una è di 28, le altre due di 25. Il neo dirigente dell’istituto comprensivo, Stefano Palmas, che ha assunto l’incarico il primo settembre, tiene aperto il dialogo con le famiglie e l’amministrazione.

La causa è un taglio all’organico, che ha costretto la soppressione di una delle classi, che di fatto non potrebbero essere formate da meno di 18 alunni e massimo 26 (salvo particolari condizioni previste dal Decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81 il limite è di 29). Risulta utopistico trovare posto a tutti e 12 gli alunni se non vi è il numero sufficiente di personale per garantire il servizio, inoltre è matematicamente impossibile per legge che vengano distribuiti nelle classi attivate. Difficile trovare una sanzione per chi ha dovuto rispettare la legge.

Spostarli nella frazione di Porto Pozzo? Quale è il problema? I figli dei clandestini? Eppure le testate giornalistiche locali non li citano neppure, ma citano invece la proposta di spostarli nella frazione e un possibile ostacolo. Riporta L’Unione Sarda il 14 settembre:

Le spiegazioni dell’amministrazione scolastica hanno fatto infuriare ancora di più i genitori. Alle famiglie è stato spiegato che i bambini sono in lista d’attesa. Poi si è parlato di un servizio navetta per portare i piccoli nella frazione di Porto Pozzo. A quanto pare con uno scuolabus che non ha le cinture di sicurezza.

Insomma, non risulta dalle cronache che vi sia un esclusione perché “i clandestini hanno preso il posto“. Infatti bisogna notare che Caruso parla in forma dubitativa: “se è così“. Le cinture di sicurezza, infatti, non vengono assolutamente sottovalutate. A proposito il sito Asaps.it (il portale della sicurezza stradale) pubblica un PDF con le informazioni riguardo il loro uso negli scuolabus.

La storia non finisce di certo qui, perché tra gli alunni ci sono i figli degli esponenti del comune e della sinistra targata PD:

Nell’elenco degli alunni in lista di attesa ci sono anche il figlio di Tiziana Cirotto, vicesindaco e assessore ai Servizi sociali, e la figlia di Tomaso Visicale, segretario gallurese del Pd. Anche loro sono schierati in prima linea contro la cancellazione della quarta classe dell’infanzia. «Il fatto è che siamo stati avvisati all’ultimo minuto – racconta Visicale –. La chiamano lista d’attesa ma in realtà è una lista di esclusi. I criteri di selezione non sono solo oggettivi, ma soggettivi. Perché sono rimasti fuori anche bimbi di 3 anni, mentre altri che non li hanno ancora compiuti possono frequentare tranquillamente le lezioni». Precisa che non è una guerra tra poveri. Poi incalza: «Lottiamo tutti assieme affinché venga cancellata questa lista di esclusi.Il problema è che qua non ci sono alternative».

Altro che “la parte più indifesa della popolazione”, come dice Caruso, infatti c’è anche il figlio del vicesindaco! Inoltre, lo stesso segretario gallurese del PD rincara la dose contro il suo stesso governo:

Tomaso Visicale. «Mi rivolgo al Presidente del Consiglio, nonché segretario del mio partito, Matteo Renzi, che senso ha invitare gli italiani a fare figli se poi si verificano situazioni come questa? E qual è il messaggio che diamo a questi bambini. Piccoli e già esclusi dalla scuola».

Clandestini? Al momento nessuno ne parla, tranne Caruso in forma dubitativa, magari sarebbe meglio allacciare le cinture.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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