Schettino, immigrati, zingari, Palestina, ebola… che settimana con Bufale.net

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Questa è stata senz’altro una settimana impegnativa con il sito Bufale.net, ho avuto poco tempo per riprendere gli articoli pubblicati e segnalarli anche dal mio Blog.
Come ho già detto ad alcuni miei amici su Facebook, ormai non mi stupisco più di niente, molti non leggono le notizie, o si fermano al titolo o semplicemente immaginano al solo guardare la foto condivisa. Migliaia di condivisioni, tweet e retweet, indignazione nazionale ed internazionale. Chi più ne ha più ne metta.
Di seguito vi riporto una sintesi degli articoli sui casi di bufala e sui casi di disinformazione da me pubblicati nel sito Bufale.net.

BUFALE

Circola ormai di tutto sul conflitto israeliano-palestinese. Dopo aver spiegato l’inutilità del sistema di boicottaggio dei presunti prodotti israeliani, legato all’ormai tristemente famoso codice a barre 729, sono dovuto tornare sull’argomento in seguito al nuovo codice a barre diffuso, contenente il numero 871 che, in realtà, è il codice internazionale dei Paesi Bassi. Ripeto anche qua nel caso non si fosse capito: il codice EAN non ha nessuna valenza per ricondurre il luogo di produzione dei prodotti. Il codice indica dove è registrata la società ma non necessariamente la provenienza del prodotto.

Sempre sul conflitto israeliano-palestinese, sia su Twitter che su Facebook viene diffusa l’immagine di una presunta propaganda israeliana per la raccolta fondi per le truppe militari molto somigliante a quella dei nazisti del secolo scorso.

Piovono i commenti, molti violenti, molte le indignazioni, il tutto per una bufala inventata di sana pianta. Non esiste alcun manifesto e alcuna campagna di quel genere in Israele. La foto originale della scout a sinistra è in realtà un’immagine modificata di un manifesto legato alla figura di Doctor Steel, un singolare personaggio e musicista americano.

Rimaniamo nell’orbita medio orientale. Questa volta tocca alla Siria, dove un’immagine pubblicata su Facebook e Twitter denuncia lo stupro e l’uccisione di una ragazza cristiana. tutto falso. L’immagine in realtà è presa da un cortometraggio splatter del 2005 dal titolo Inner Depravity. Il regista di questo film, il canadese Remy Couture.

L’ultima pubblicata oggi è davvero una delizia per il palato degli amanti della bufala. Un’immagine vecchia, pubblicata già nel 2013, dove vengono presentate due persone: il camionista italiano Michele, che lotta per arrivare a fine mese, e lo lo zingaro rom immigrato slavo condannato di nome Dragan. L’indignazione della gente è stata spettacolare di fronte a questa immagine, condividendola con violenza su Facebook e attaccando le istituzioni. Peccato che “Michele” in realtà è Dimebag Darrell, chitarrista e cofondatore dei Pantera deceduto nel 2004, mentre “Dragan” è Lemmy Kilmister, cantante, fondatore e leader della famosa band heavy metal Motörhead.

DISINFORMAZIONE

Questi casi sono stati quelli più difficili da spiegare. Per molti, purtroppo, risulta difficile capire la differenza tra “bufala” e “disinformazione”. E’ successo in particolare con il caso Schettino.

I media hanno ingigantito questa storia, facendo passare un intervento di 5-10 minuti, per commentare un 3D dell’incidente della Costa Concordia, a due ore di lezione presso l’Università della Sapienza di Roma. Peccato che l’intervento non era stato nemmeno nelle aule universitarie, ma presso un circolo di Roma durante un seminario organizzato da un docente dell’Università. Si era passati a dire che aveva persino tenuto una lezione, una lectio magistralis, sulla gestione del panico oppure di essere persino diventato docente.

E’ vero che Schettino è intervenuto durante un seminario organizzato da un docente dell’Università della Sapienza di Roma, ma niente cattedra, niente lezione di due ore, niente lectio magistralis, niente aula universitaria e soprattutto… niente lezione sulla gestione del panico. Una notizia “colorata di tutto punto” per essere virale.

C’è differenza tra bufala e disinformazione. Quella di Schettino è disinformazione, fatta da testate giornalistiche e TG nazionali raccontando a tutti una storia alterata e ingigantita. E’ come dire che Bergoglio ha fatto messa al Vaticano e invece ha partecipato ad una messa del Prete della mia parrocchia. Se Schettino non fosse mai stato neanche ad un seminario organizzato a Roma, allora ci sarebbero le basi per sostenere la presenza di una bufala. Peccato che molta gente, questa cosa, non la capiscano subito e prendono tutto per bufala.

Tra i casi di disinformazione trattata abbiamo quella del presunto stipendio dei clandestini in confronto con quello di un poliziotto: “Povera Italia, un immigrato costa il doppio di un agente“. Perché disinformazione? Perché comunque vengono spesi dei soldi pubblici per gli immigrati clandestini, e servono per gli alloggi e i beni di prima necessità, di certo non sono uno stipendio o addirittura un “guadagno“. Tutto nasce dalla storia dei famosi “30 euro al giorno”, però raddoppiati e gonfiati in maniera maldestra con presunte assicurazioni mensili, per arrivare ad un totale di 2400 euro al mese per ogni immigrato clandestino.

E l’agente? Nell’articolo de Il Giornale, dove era stata pubblicata la notizia, viene citato il “volontario di marina“, che però può essere o a tempo determinato con ferma fissata ad 1 anno, che riceve un trattamento economico di circa 850 euro al mese, ossia il 60% dello stipendio di un volontario di marina a tempo indeterminato (che a conti fatti riceverebbe un compenso di circa 1400 euro al mese). Gli immigrati clandestini non guadagnano niente. Citare cifre, raddoppiandole e gonfiandole per creare indignazione, è puramente un caso di disinformazione.

Rimaniamo in Italia, dove stavolta l’indignazione è rivolta verso il Palazzo. Secondo quanto riportato da alcuni “siti di informazione”, il governo italiano avrebbe ingaggiato una società per censire chi offende le cariche dello Stato sui social network, al fine di fargli chiudere l’account e denunciarlo. Esiste veramente una società che lavora per il governo, ma non fa altro che un opera di moderazione dei profili ufficiali di Montecitorio, niente attività di chiusura di account o denuncia verso chi offende le cariche dello Stato. Anche qua l’informazione viene trasformata e alterata, rischiando di danneggiare anche la figura dell’azienda coinvolta.

Il tema israeliano-palestinese è molto caldo, da una parte gli anti sionisti e dall’altra gli anti Palestina. Un altro articolo che ho pubblicato riguarda un presunto maestro palestinese che picchia i suoi alunni in classe. Il video in realtà non è palestinese, ma egizianorisalente al 2011. Il maestro in questione venne arrestato e il chiuso il centro dove lavorava.

Come ultimo articolo legato alla disinformazione sono riuscito a inserirne anche uno legato ad una bufala che tratta lo stesso argomento: l’ebola.

L’articolo cerca di far capire la differenza tra bufala e disinformazione. La prima, ossia la bufala, è quella dei presunti casi di ebola registrati a Lampedusa, falsità che gli costerà cara al torinese di 44 anni denunciato per l’immagine bufala condivisa online. La disinformazione è quella di Matteo Salvini, leader della Lega Nord, che sfrutta la disgrazia del missionario spagnolo colpito da ebola e rimpatriato a Madrid per ricevere cure migliori.

Per Salvini è l’occasione di citare il “primo caso di ebola in Spagna” e attaccare Alfano e Renzi per il “suicidio” Mare Nostrum. C’è differenza tra un caso di ebola causato dall’immigrazione clandestina e il caso di ebola di un missionario, che lavorava nelle terre realmente colpite dalla malattia, riportato in patria dall’esercito, ma probabilmente per lui, o per chi gestisce la sua comunicazione, la strumentalizzazione è utile a fini politici. Molti non si sono neanche degnati di informarsi su questo caso spagnolo.

Insomma, da una parte una notizia falsa, inesistente, come la bufala dei casi di ebola a Lampedusa, dall’altra disinformazione creata grazie alla trasformazione e lo sfruttamento del povero missionario per tirare acqua al mulino della Lega Nord.

Ma non è tutto qui. Nell’articolo ho pubblicato le testimonianze di due persone estremamente titolate a parlare di ebola e i possibili contagi da parte dell’immigrazione clandestina. Sapete quale è stata la risposta? Eccola: IMPOSSIBILE. Guardate i video o leggete l’articolo e capirete perché, e non ascoltate Salvini.

CONCLUSIONI

A volte è difficile. A volte, per sbufalare o per spiegare le disinformazioni, guardo immagini o video orribili, oserei dire splatter, o devo cercare con infinita pazienza articoli di legge o le origini delle notizie, come è accaduto per il caso del presunto pilota ucraino che avrebbe confessato l’abbattimento dell’aereo malese.

Fatica e tempo, a volte anche dispiacere per via della pigrizia della gente nel leggere o nel cercare di informarsi da sola un pochino meglio invece di condividere la prima cosa che gli capita. Ancora peggio possono essere le minacce, telefonate da numeri privati o gli insulti gratuiti alla mia persona da parte di persone non gradiscono il mio lavoro. Tuttavia sono contento se posso da una parte dare una mano a chi ci domanda se una notizia è vera o meno. Questo è quello che mi fa andare avanti.

Devo dire, infine, che la collaborazione con Claudio è veramente fantastica sotto tanti punti di vista: oltre ad aver incontrato un collega, in ambito lavorativo e di debunking, ho trovato un amico. E con lui tanti altri ragazzi, come quelli di Butac.it, con la quale condividiamo questa attività.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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