Duce o non Duce: no Duce

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Sta girando su Facebook un’immagine che ritrae Mussolini come “l’uomo che raggiunse il pareggio il bilancio”. Molti “nostalgici” e forse mal informati la pubblicano elogiando il Duce e scrivendo frasi del tipo “Benito, torna ti prego”. Andiamo per ordine… cercherò di scrivere quel poco che so, spero di essere chiaro nel mio ragionamento.

C’è chi sostiene che i politici abbiano rovinato il Paese, ma è meglio chiarire un fatto: dire che Mussolini e il governo Fascista non erano politici è una “cagata pazzesca”.

Sul fronte “dittatura-democrazia”, ricordiamoci che Mussolini salì al comando del Paese grazie alle elezioni (democratiche poi… ne possiamo parlare, siccome grazie al clima di violenza del 1921 e del 1924, dove morirono circa un centinaio di persone, i fascisti impedirono ai partiti di sinistra di tenere comizi). Parliamo poi di uno che si è avvalso dell’immunità parlamentare (una volta eletto alla Camera evitò di essere processato per i fatti del 1919 con l’accusa di cospirazione e detenzione illegale di armi), e su questo punto non è tanto diverso dai vari politici contemporanei che usano la loro carica politica per farla franca.

Mussolini venne incaricato dal Re di formare un nuovo governo di coalizione (ottobre 1922), e detenne i poteri economici e amministrativi fino al 31 dicembre 1923. Nell’aprile del 1924 ci furono le elezioni e vinse il Listone, in un clima elettorale pieno di violenze ed intimidazioni (e nonostante Mussolini avesse invitato ai suoi di non intimidire gli avversari, ma si sa… un conto è farlo pubblicamente e l’altro vedere che succedeva nel “privato”). Ricordiamo poi Matteotti, che protestò in aula e venne poi rapito e ucciso dagli squadristi fascisti e le successive chiusure dei circoli e sedi dei partiti d’opposizione.

Tutto questo, e mi fermo qui su questo tema “dittatura-democrazia”, per spiegare e far ragionare su come Mussolini sia andato a grandi linee al potere. Ora, se voi siete filo-fascisti o filo-mussoliniani… vi piacerebbe ricevere un simile trattamento da parte di un “Mussolini” e un “Partito Fascista” di sinistra o a voi avverso? Mettiamo un bel Stalin e partito Comunista, vi piacerebbe una politica di intimidazione e violenza contro il vostro credo politico e perdere le elezioni? E’ la prima domanda che si dovrebbe porre una persona che appoggia Mussolini, il Fascismo e l’appoggio ad una dittatura come soluzione dei mali del Paese (e poi pretende ti essere tollerato per le sue idee…).

Sul pareggio di bilancio. Paragonare l’economia italiana tra il 1870 e il 1940 con l’economia degli ultimi 30 anni… è un’altra “cagata pazzesca”.

Non fu, quello fascista, il primo e unico pareggio di bilancio. Nel 1976 ci fu il primo pareggio di bilancio portato avanti dal governo Minghetti, con l’allora ministro delle finanze Quintino Sella (il periodo della “Destra storica”, che con il fascismo ha poco a che vedere). Un pareggio di bilancio raggiunto anche grazie all’aumento delle imposte indirette (come la tassa sul macinato del 1868, i dazi comunali e le tassazioni sulla proprietà fondiaria).

Una nota prima di passare al periodo fascista: c’è da dire che l’Età Giolittiana finì praticamente durante la guerra in Libia, che portò in passivo il bilancio dello Stato dopo 10 anni di pareggio. Successivamente, nel suo ultimo governo (1920-1921), per far fronte al grave passivo dovuto alle spese di guerra, aumentò il carico fiscale sui ceti più abbienti con imposte sui profitti di guerra e fece varare una legge sulla nominatività dei titoli azionari che cessarono di essere esenti dall’imposizione fiscale.

Teniamo conto che all’epoca del fascismo la propaganda politica spinse all’acquisto dei prodotti nostrani invece che quelli stranieri,cosa che, attualmente, ci farebbe solo ridere… un prodotto italiano oramai viene addirittura prodotto all’estero e poi importato, e molti prodotti anche non importati da ditte italiane (ma prodotti in Italia) sono del tutto scadenti di fronte ad un prodotto straniero. Quindi iniziamo anche a ringraziare la classe dirigente dell’industria italiana per l’operato svolto negli ultimi anni, che tra le altre cose ha portato alla perdita del lavoro agli italiani nel nostro territorio. Attenzione, non sto dando un punto a favore del fascismo, sto solo dicendo che le condizioni di mercato erano completamente differenti: all’epoca non si spostavano aziende in Cina per produrre materiale “tipico italiano”, perché non c’erano i mezzi e i capitali per fare certe operazioni (ma soprattutto i mezzi per garantire velocità ed efficienza come quelli attuali). Inoltre, all’epoca, non c’era un cosi elevato sperpero di denaro e smanie speculative come quelle attuali.

Parliamo ora del pareggio di bilancio annunciato da De Stefani (che avvenne il 2 giugno 1925, e non nel 1924 come nell’immagine che gira su Facebook). A favore di De Stefani fu il periodo di espansione economica del Paese, soprattutto quello del settore industriale. Cosa fece in quel periodo De Stefani? Da ministro delle finanze nel 1922 e poi del tesoro nel 1923 fino al 1925, attuò liberalizzazioni, ridusse le spese ( impegnandosi a dare maggiori capitali per lo sviluppo dell’economia) e aumentò le imposte indirette (come fece Sella nel secolo precedente, colpendo cosi i ceti meno abbienti).

C’è da ribadire, ancora una volta, che nei primi 30 anni del 1900 c’era un senso dello Stato, un rigore morale, di una tensione verso l’efficienza. Attualmente, dagli anni ’80 ad oggi, abbiamo un Paese in cui cittadini si riconoscono italiani e uniti quando gioca la nazionale, abbiamo un numero impressionante riguardante l’evasione fiscale (non solo dei grandi industriali, ma anche di gioiellieri o falsi nulla tenenti, o persino sportivi come certi “Valentini Rossi” o probabilmente anche cantanti come Vasco Rossi che, a quanto pare dalle recenti news, avrebbe evaso un bel po), un numero impressionante di speculazioni finanziarie che, sommate al resto, non incentivano gli stranieri ad investire nel nostro Paese.

Su un tema attuale, parlando di “non pagare le tasse”… ricordiamo che i tassisti sono una categoria che per assurdo non ha l’obbligo di emettere fattura, se non richiesta, e sono esenti da IVA per prestazioni entro i 50km. Vorrei anche io, libero professionista, non avere l’obbligo di emettere fattura ed essere esente da IVA per prestazioni entro i 5000 euro… figata no? Purtroppo non è cosi, e io le tasse le pago perché son convinto che uno dei mali di questo Paese è proprio l’evasione fiscale, che non fa altro che aumentare la conseguente pressione fiscale.

Ricapitolando, da Sella a De Stefani, passando per l’Età Giolittiana, l’economia del nostro Paese era in positivo o ha recuperato avviando politiche economiche di tassazione e liberalizzazioni. La situazione economica, ma soprattutto sociale dell’epoca, è totalmente diversa dalla situazione odierna. Esaltare il passato, senza considerare i diversi fattori, per il solo “venerare” un Duce che non ha fatto altro che “ereditare” una situazione ben diversa da quelle che abbiamo oggi, è una “cagata pazzesca”. Cosa potrebbe fare un Mussolini o un De Stefani nell’era moderna, con un debito pubblico creato de una classe politica come quella di Craxi e dei successivi D’Alema e Berlusconi? Voglio ricordare che Mussolini non era del tutto “incorruttibile”: Mussolini stesso ricevette forti pressioni da parte degli industriali perché destituisse De Stefani, siccome quest’ultimo mirava a stroncare la speculazione borsistica nel 1925. De Stefani venne poi sostituito dal conte Volpi, rappresentante dell’oligopolia elettrica, proprio nel 1925.

Ora, non voglio sputare addosso a certe opere svolte durante l’epoca del fascismo, come le leggi per la tutela del lavoro di donne e bambini, l’esenzione tributaria per le famiglie numerose, l’istituzione dell’INPS e dell’INAIL, la riduzione della settimana lavorativa a 40 ore, l’assistenza ospedaliera ai poveri, l’assicurazione contro la disoccupazione e contro l’invalidità e via dicendo. Ce ne sono state tante di cose positive, non si mette in dubbio, createsi anche grazie ad un certo tenore che stava vivendo il nostro Paese tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900. Tuttavia in Italia abbiamo falsi invalidi, disoccupati non disoccupati che lavorano a nero… e via dicendo… furbi, furbetti, evasori… il problema è che per avere un Italia forte bisogna prima di tutto avere un senso dello Stato e di integrità morale, che non hanno nulla a che vedere con il fascismo (altrimenti potremmo dire che gli americani, patriotici e tendenti ad una certa integrità morale sia a livello sociale che politico, sarebbero tutti vestiti di nero e avrebbero un “Duce” al governo).

Ricordiamo, non per ultimo, l’operato del Duce che ha portato l’Italia alla guerra come membro dell’Asse, portando l’economia nazionale ad un economia di guerra, causando tensioni per il negativo svolgimento della guerra stessa, che aiutavano ben poco il governo nel persuadere le grandi imprese a finanziarla. La guerra portò poi all’inevitabile invasione degli Alleati nel 1943, che fece collassare di fatto la struttura politica ed economica italiana. Se non fossimo andati in guerra magari le cose sarebbero andate in maniera diversa. In poche parole: un uomo che è riuscito in molto, utilizzando metodi poco democratici e sicuramente repressivi, che alla fine ha gettato tutto quanto nel cesso peccando di avidità e desiderio di potere (far grande l’Italia agli occhi del mondo). Dire “mi manca il Duce” è una “cagata pazzesca.

Tornando a Facebook, i nostalgici lo venerano, lo vorrebbero indietro, scrivono “Torna Benito!”, puntano il dito su Monti che attualmente ha un “eredità” pesante e una situazione sociale ben diversa da quella di “Benito”. Troppo facile puntare il dito su un governo che ha due mesi di vita appoggiando uno che storicamente aveva situazioni ben diverse. C’è chi scrive addirittura che magari Monti “dovrebbe finanziare una guerra molto più grande di quella di Benito”… un ripassino alla storia dovrebbe rifarlo… andando anche indietro pensando a Giolitti e la guerra in Libia… C’è chi addirittura, di fronte alle contestazioni per l’immagine pubblicata e condivisa dai nostalgici, conclude con frasi del tipo “senza contare che il comunismo ha fatto più vittime del fascismo”… pare evidente l’amore platonico verso una politica pur sapendo che era violenta e repressiva, contando sui numeri delle vittime, chiedendo poi che gli altri tollerino le loro idee… ritengo sia meglio una politica priva di vittime, ed è per questo che non tollero la politica di chi usa l’intimidazione e la violenza per imporre le sue idee. Chi appoggia il fascismo e Mussolini e si dichiara contro l’intimidazione e la violenza e pretende tolleranza di idee… deve farsi un esame di coscienza…

Concludo citando e dedicando ai “nostalgici” una canzone di Caparezza: “Gli uomini versano il tributo di nostalgie per epoche che mai hanno vissuto | “La bandiera, il saluto, o con noi o stai muto” (da Follie preferenziali, n.° 12)

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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