Il Blog di David Puente

La domanda di autorizzazione a procedere contro Sergio Mattarella e Wikileaks Italian (ancora)

L’account Twitter “Wikileaks Italian” (vi invito a leggere la sua storiella qui, dove spiego che è stato disconosciuto da Assange) pubblica il seguente tweet:

#CameraDeputati Domanda di autorizzazione a procedere in giudizio nei confronti del Deputato Sergio #Mattarella per violazione delle norme in materia di contributo dello Stato al finanziamento dei partiti politici (1993)

http://legislature.camera.it/_dati/leg11/lavori/stampati/pdf/38221.pdf

Un classico esempio di disinformazione bella e buona da parte di chi avrebbe la presunzione di informare. Il documento relativo alla domanda di autorizzazione a procedere in giudizio esiste (PDF), è vero che è stata presentata nel 1993, ma manca del tutto l’esito nei tweet dell’informatore “anonimo” che gioca a fare l’Assange italiano.

Si parla del 1993, si parla di Tangentopoli. L’allora deputato Sergio Mattarella (DC) si dimise dai suoi incarichi in seguito della domanda, rendendosi di fatto disponibile ad essere processato. Alla fine fu assoltoperché il fatto non sussiste“. Ecco un estratto della lettera dello stesso Mattarella a un articolo de Il Fatto Quotidiano:

Va chiarito che l’ing. Filippo Salamone non era un boss mafioso ma un imprenditore, fratello di un magistrato di una Procura della Repubblica, che soltanto in seguito fu accusato di occuparsi di tangenti negli appalti e processato. L’ing. Salamone, nel marzo del 1992, mi ha fatto chiedere, da un altro imprenditore, un incontro, nel corso del quale ha offerto un contributo finanziario alla mia campagna elettorale. Io ho rifiutato quella offerta, come è attestato dalla sentenza del Tribunale di Palermo del 1 marzo 2000 n. 519, definitiva perché in giudicato. Dopo alcuni giorni il Salamone ha fatto recapitare, presso la mia segreteria, una lettera di auguri per le elezioni con alcuni buoni di benzina, del valore di circa millecinquecento euro (nel sommario dell’articolo si parla di tre milioni senza precisare che si trattava di lire e non di euro). Sulla base di dichiarazioni diverse del Salomone (per altro imprecise e più volte modificate) sono stato accusato di aver ricevuto un contributo elettorale senza registrarlo nella relativa contabilità (quindi di violazione delle regole sul finanziamento dei partiti, e non di corruzione) e ne sono stato assolto “perché il fatto non sussiste” .

Fare “informazione” usando il nome di Wikileaks in questo modo è veramente triste sotto ogni punto di vista, soprattutto se nell’account Twitter viene riportata la descrizione “Attivisti non ufficiali OSINT” (“Open Source INTelligence“, tradotto “raccolta di informazioni consultando fonti pubbliche“).