Il Blog di David Puente

Il complotto della bambina siriana salvata più volte dai bombardamenti russi (per propaganda)

Un articolo pubblicato il primo novembre su Russia-insider.com, dal titolo “Syrian Girl Mysteriously ‘Saved’ Again and Again“, sostiene che una bambina siriana sia stata sfruttata dagli attivisti ribelli per la propaganda mediatica contro il Assad e contro l’intervento russo in Siria:

This girl sure gets herself into a lot of Russian airstrikes. Luckily there are always anti-Assad activists near by to pull her from the rubble

This time we offer our readers an opportunity to be film critics and to assess acting talents and make-up artist’s work. Because that’s how one should examine a footage with a girl who presumably suffered from Bashar al-Assad’s army attacks.

Secondo l’articolo la bambina sarebbe stata usata come protagonista di diversi attacchi aerei russi e che sarebbe stata salvata più di una volta da diversi volontari. Le prime prove a sostegno della tesi sarebbero queste tre foto:

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Il fotografo è lo stesso, Ameer Alhalbi, come possiamo vedere dal suo archivio fotografico su Getty Images (1, 2, 3), inclusa la seguente dove avviene il passaggio da un soccorritore all’altro:

Syrian civilians and a rescue worker evacuate children in the Maadi district of eastern Aleppo after regime aircrafts reportedly dropped explosive-packed barrel bombs on August 27, 2016. At least 15 civilians were reported killed when two bombs fell several minutes apart, near a tent where people were receiving condolences for those killed this week. ALHALBI

Vi domanderete quale collegamento ci sia tra la foto del soccorritore con il vestito giallo e le altre. È presto detto, grazie alla foto pubblicata dallo stesso articolo di Russian Insider prelevata dal sito israeliano Haaretz.com, foto scattata il 27 agosto 2016 da Abdalrhman Ismail per Reuters, dove vediamo sulla destra lo stesso uomo presente in quella precedente.

Screen dell’articolo del 28 settembre di Haaretz, il quale riporta nella descrizione dell’immagine la data della foto (usata come foto di repertorio)

Verificato che le foto fanno riferimento ad un unico episodio, avvenuto ad Aleppo il 27 agosto 2016, e non a tre diversi bombardamenti, nell’articolo pubblicato su Russia Insider viene posta la teoria secondo il quale i volontari si sarebbero passati la bambina per fornire ulteriore materiale ai media occidentali. È facile osservare diversi video relativi ad attività di soccorso in cui tra volontari vengano passati i minori di braccio in braccio, non c’è nulla di strano, ma a certi personaggi bastano situazioni del genere per immaginare di tutto e in più (anche “prove” ancor più inconsistenti, come vedremo a breve).

A questo punto parte la seconda parte dell’articolo, dove viene mostrato un video (caricato su Youtube il 24 settembre 2016, ma diffuso il 23 settembre da Sky e dal Guardian) riferito ad un bombardamento ad Aleppo sostenendo che la bambina recuperata dalle macerie sia sempre la stessa:

The footage spread by Sky News on September 24 show White Helmets’ «volunteers» «saving» the same girls once again.

This case is yet more proof that Western propaganda has easy time not only distorting facts but garbling overtly when it has to persuade its audience in «Assad’s horrendous crimes».

Soltanto uno screenshot del video come prova che sia la stessa bambina, che non si vede bene in volto ma dai vestiti simili soltanto nel colore. Una “prova” del tutto inconsistente sostenuta da una serie di immagini per continuare a sostenere la presenza di “attori” ed effetti speciali anti-Assad:

Those who doubt that such acting (including heavy make-up) with the same young actress which can make millions of Internet users weep could be real we would like to remind a series of photos made in 2015 and casting a light upon how modern informational wars are fought:

We remind that the users claimed that it had something to do with the Iranian special services but there was no reliable and trustworthy information about who did that and when.

Di queste foto ne avevo parlato in un mio precedente articolo, in cui riporto che la foto della bambina in basso a destra (quella dove sarebbe “morta”) venne spacciata dalle agenzie iraniane come una vittima yememita ad opera dei bombardamenti sauditi, ma venne usata ancora prima in Libia per raccontare un presunto delitto a Tripoli. Solo per un errore commesso da Al-Jazeera, successivamente agli altri due casi, è diventata una presunta campagna mediatica anti-Assad.

Anche queste foto, come il video di Sky, hanno a che fare con la bambina del bombardamento di Aleppo nell’agosto del 2016.

Concludo riportando il post del 26 dicembre 2016 di una pagina Facebook chiamata “Rivoluzione italiana“:

I CASI SONO DUE : O È LA PIÙ SFORTUNA BAMBINA DI ALEPPO O I MEDIA CI PRENDONO IN GIRO. FATE VOI …

Non hanno considerato il terzo caso: l’incapacità degli admin della pagina a verificare i fatti prima di spararla grossa.