A Grillo piace Trump? Una lezione di corretta informazione a chi pubblica ciò che conviene

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Il caso di Fabio Martina è davvero interessante, a dimostrazione di come una persona non riesca a comprendere l’errore commesso. Di recente avevo trattato il suo intervento su una citazione attribuita a Beppe Grillo che aveva etichettato erroneamente come bufala:

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Leggiamo cosa riporta sia via Twitter che via Facebook:

Twitter: “.@GiuliaGrilloM5S mi sa che stavolta @repubblicait il Pulitzer non lo vince.”

Facebook: “Mi sa che quest’anno LaRepubblica il Pulitzer non lo vince.”

Martina si è intervenuto nella mia pagina Facebook rispondendo, con un commento delle 8:55, con un articolo del Fatto Quotidiano con la pretesa di avere qualche sorta di ragione. Il nostro scambio di battute si era concluso con un suo commento alle ore 10:07. Tuttavia, alle ore 10:45 pubblica un post nella sua pagina Facebook con uno screenshot riportante solo quello che a lui andava comodo:

martina-non-comprende

Consiglio a tutti di levare il MIPIACE a questa pagina: non seguitela più, pubblica bufale! [fonte: https://www.facebook.com/davidtytopuente/…/1106130766149956…]

Nella sua immagine, Martina riporta il mio post con l’articolo che lo criticava, il suo primo intervento, la mia prima risposta e il suo papiro dove mi accusa di essere come gli altri giornalisti, ma evita completamente di riportare la mia risposta successiva dove gli spiego il suo errore. Riporto l’intera nostra discussione, al contrario suo che evita completamente per far intendere ai suoi sostenitori di “essere nel giusto”:

discussione-martina

Fabio Martina: “;-) “Ma cosa c’entro io con Trump?”http://www.ilfattoquotidiano.it/…/trump-grillo…/3179892/

David: “Sento stridere unghie sugli specchi. La citazione riportata da Repubblica non è una bufala. Non è capace neanche di leggere la scritta in alto riportata dallo stesso quotidiano: “Avevano detto”. Suvvia!”

Fabio Martina:Così rischi di fare come i giornalisti che prendono una frase vera e costruiscono l’informazione falsata raccontando un mondo che non esiste (vedi le scuse del NewYorkTimes).
Come ad esempio qualche mese fa quando Jacoboni su LaStampa scrisse che “i 5stelle non hanno mantenuto la promessa di tagliarsi lo stipendio” perchè (e ha citato un fatto vero) “Grillo nel 2011 aveva detto dal palco che avrebbero preso 2500 euro al mese”. Eppure (…ma questo Jacoboni non lo dice…) le regole M5s per i parlamentari, scritte e sottoscritte PRIMA delle elezioni 2013 parlavano di “5000 lordi + rimborsi + diaria” quindi non 2500. La frase di Jacoboni “Grillo aveva detto” è vera, la notizia “Non mantengono le promesse” è falsa …tutto qui.

Lo stesso vale con Trump: prendi una frase VERA e la metti (come ha fatto Repubblica) in un articolo sui “simpatizzanti pro Trump” ….ed ecco pronta la falsa informazione che arriva ai cittadini: “A GRILLO PIACE TRUMP”. Questa falsa informazione dovresti sbufalare ogni giorno 😉 …beh, se la ritieni sbagliata/inopportuna.

[Che poi …Trump è il Presidente degli USA …”quindi del mondo” dice qualcuno… se Grillo fosse dalla sua parte se ne vanterebbe dicendo “Evviva, abbiamo le stesse idee, gli stessi programmi sull’ambiente, i matrimoni omosessuali, le tasse” invece che rispondere “Ma cosa c’entro io con Trump?” #suvvia ]”

David: “Fabio Martina la citazione di Grillo riportata da Repubblica non è una bufala. Lei poteva benissimo dire “si, lo ha detto, ma non sosteneva di essere a favore di Trump”, invece ha preferito etichettare il tutto come bufala. Vede, in fondo il suo modo di fare non è tanto lontano da quello dei giornalisti che vorrebbe criticare.

Fabio Martina: “#hairagione”

Se Martina prende una frase vera e ci costruisce un’informazione falsata raccontando che tale citazione sia una bufala (l’immagine parla chiaro) dovrebbe conoscere bene l’errore che ha commesso, ma dubito visto la risposta che ha dato nel suo ultimo post. Inoltre, i suoi fan parlano di “contesto” senza rendersi conto di un fatto: lui sostiene che la bufala sta altrove, ossia che sia stato etichettato Grillo come fan di Trump, ma il contesto non lo pone affatto riportando facendo passare tale citazione come bufala (cosa che non è).

contesto

Gabriele: “Sì ma se uno prende una frase vera e la mette in un contesto falso la frase diventa quantomeno manipolata se non falsa. Poverini i piddisti.”

David: “Ecco, parliamo di contesto. Martina non ha specificato nella diffusione della sua immagine il contesto, etichettando come bufala la citazione riportata da Repubblica (cosa che non è).”

Martina dovrebbe stare attento la prossima volta che vuole “informare”, specificando il contesto e non prendendo uno screenshot che riporta una citazione vera e scrivendoci sopra “bufala”.

Non contento, Martina continua con un commento delle ore 13:08 che riporto di seguito:

martina-insiste

L’errore mastodontico l’ho ammesso sulla mia pagina a caratteri cubitali. Per un’informazione corretta ora dovresti pubblicare un post dal titolo “A GRILLO PIACE TRUMP? ECCO L’ULTIMA BUFALA DEI GIORNALI” 😉

Non mi risulta che lo abbia ammesso nella sua pagina Facebook, infatti ecco gli screen appena fatti (nel caso li modificasse si vedrebbe benissimo perché Facebook tiene traccia delle modifiche rendendole pubbliche):

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Il primo è molto ironico, ma non la vedo affatto come un’ammissione. A meno che non l’abbia ammesso tra i commenti, in quel caso non sarebbe tanto diverso da Manlio Di Stefano che mantiene i post riportanti l’informazione scorretta (fa comodo).

Ora veniamo alla lezione di corretta informazione analizzando l’articolo di Repubblica contestato (nei commenti) da Martina:

articolo-repubblica

IL CASO. 5STELLE E FORZISTI SALTANO SUL CARRO DEL VINCITORE DOPO MESI DI IRONIE E SFOGGIO DI NEUTRALITA’

Donald da invotabile a nuovo eroe
i convertiti italiani del giorno dopo

ROMA. “Mi suiciderei piuttosto di votare uno di quei due!”.

“Chi scelgo tra Trump e Clinton? Esiste un’altra candidata che mi affascina: Jill Stein, la candidata dei Verdi. C’è altro oltre a Trump e Clinton”.

Trump? Forse è meno peggio della Clinton, però se è quello che esprimono oggi gli Stati Uniti non è una cosa straordinaria“.

La prima frase l’ha detta Manlio Di Stefano, il capo degli affari esteri del M5S; la seconda l’influente mmbro del direttorio Alessandro Di Battista; la terza il fondatore Beppe Grillo. Prima del voto, si capisce. Dopo mesi di profilo basso e prudentissime simulazioni (“il M5S ha sempre seguito la non ingerenza esterna”, precisò la linea Di Battista in tv a Politics), i grillini, di fronte alla valanga di The Donald, ora suonano a tutto volume la fanfara del trumpismo. Grillo paragona l’8 novembre al Vaffa Day; la deputata Ruocco chiede le dimissioni della Boschi per aver tifato per la Clinton; l’esperto di riforme Toninelli benedice “la rivolta di un popolo contro Wall Street”, mentre Di Battista, con inusitato aplomb istituzionale, si è affrettato a dire di non aver fatto endorement “per rispetto”. L’entusiasmo deborda a tal punto che Grillo chiama il nuovo inquilino della Casa Bianca “Pannocchia”: praticamente un amicone con cui scolarsi una birra al pub.

L’articolo continua con le analisi delle dichiarazioni dei forzisti prima e dopo le elezioni americane. Ecco le domande e le risposte:

  1. La citazione di Grillo è vera? Si, già spiegato nel mio precedente articolo.
  2. Grillo simpatizzava per Trump? Si era solamente sbilanciato sostenendolo il meno peggio senza sostenerlo, infatti diceva chiaramente che “se è quello che esprimono oggi gli Stati Uniti non è una cosa straordinaria” per poi chiamarlo “Pannocchia” (quando Grillo usa questi nomi lo fa non per apprezzamento, ho i miei motivi per sostenere ciò – come potete vedere in fondo a questo articolo) e sostengo che Repubblica sbagli a ritenere che sia “un amicone con cui scolarsi una birra al pub”.
  3. Dopo la vittoria di Trump viene sostenuto da Grillo? No, l’articolo di Repubblica non dice questo, ma soltanto che ha paragonato la sua vittoria ad un Vaffa Day (nell’articolo de Il Fatto Quotidiano linkato da Martina potete vedere il video di Grillo dove approfitta dell’occasione per attaccare il mondo del giornalismo);
  4. Grillo sale sul carro del vincitore? Sfrutta la vittoria per lanciare i suoi attacchi, è innegabile (é più un “Ni” che un Si o No perché non lo appoggia, ma ne sfrutta la vittoria,È più un Ni che un si o no. Non lo appoggia, e questo è chiaro, ma ne sfrutta la vittoria per far campagna, mentre altri ci salgono aggrappati come disperati mentre altri citati dall’articolo di Repubblica salgono convinti aggrappandosi come se fossero disperati).
  5. Per Repubblica il neo presidente americano è il nuovo eroe di Grillo e del Movimento? No, riporta invece che Gasparri si è entusiasmato con una “una dozzina di tweet giubilanti”, dove insulta gli sconfitti con “i perdenti rosicano, imbecilli!”, e un Brunetta con “Ha vinto la democrazia e hanno perso i poteri forti, gli stessi che sostengono Renzi”. Di certo il titolo “i convertiti italiani del giorno dopo” fa intendere di fare tutta l’erba un fascio dei protagonisti presi in considerazione.

Nell’intero contesto, Grillo ha effettivamente sfruttato l’occasione e dal suo blog non ha nascosto le posizioni critiche nei confronti di Hillary Clinton, ma a questo si limita Repubblica scivolando però nella mala interpretazione di quel “Pannocchia”. Potevano pubblicare la citazione dell’otto novembre, certo, ma è quel “meno peggio” lo sbilanciava.

Questo è il modo in cui vengono riportate le informazioni, citando tutto e spiegando cosa c’è scritto al suo interno, non prendendo soltanto lo screenshot della citazione di Beppe Grillo (vera) mettendoci sopra la scritta “Bufala” (facendola passare per tale) senza spiegarne nemmeno il motivo (confondendo gli utenti) e attaccando Repubblica (ripeto: senza spiegare il perché). Su Facebook può scrivere post molto lunghi, anche più lunghi del papiro che ha scritto nella mia pagina Facebook, ma evidentemente ha più tempo da perdere commentando che “informando” tramite i suoi post.

Sono consapevole che questo articolo non andrà comunque a genio, guai a criticare la presunzione di certi “grillini” (i veri grillini, quelli della nascita del Movimento e che seguivano la linea portata avanti dalla Casaleggio all’epoca, non avrebbero fatto certe cose). Sarebbe fantastico vederli commentare citando altri articoli, magari scritti sempre da Repubblica, ma l’articolo criticato è quello sopra riportato e quello va analizzato.

Ah, un’ultima cosa. Per correttezza, il post di Beppe Grillo riportato nell’immagine di Martina riporta una data sbagliata: non è il 9 novembre, ma dell’otto novembre (aggiorno questa informazione nel precedente articolo).

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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