Il Blog di David Puente

Le accuse al poliziotto che accarezza la profuga a Piazza Indipendenza e i pregiudizi

Solitamente non tratto storie come queste, condivise ben poco e con il rischio di dare anche un minimo di visibilità, ma lo sentivo doveroso. Il 26 agosto 2017 la pagina Facebook “Vento Ribelle” pubblica il seguente post Facebook ottenendo appena 105 condivisioni:

Vincenzo Canterini IL POLIZIOTTO CHE ACCAREZZA LA RIFIUGIATA… guidava “gli splendidi poliziotti” del Settimo Nucleo nella SCUOLA DIAZ A GENOVA.
Complimenti a chi parlava di brava persona… che non sono tutti uguali… ora vi nascondete???

Chi ha pubblicato questo post è un ignorante, perché il poliziotto della foto non è Vincenzo Canterini. Questo è Vincenzo Canterini:

Il vero Vincenzo Canterini

Questo è il poliziotto di Piazza Indipendenza, il suo nome è Nico Gabriele:

Nico Gabriele – Roma, 24 agosto 2017. ANSA/ANGELO CARCONI

Come mai questa confusione? Probabilmente non hanno compreso l’articolo in prima pagina de Il Tempo, dove è Vincenzo Canterini che racconta la storia del poliziotto di Piazza Indipendenza:

Caro direttore,
perdona il disturbo. Sono quel Vincenzo Canterini che guidava gli splendidi poliziotti del Settimo Nucleo ingiustamente crocifissi per i fatti di Genova, più esattamente per la storia della Diaz. Ho pagato, e sto pagando, il conto. Ma da allora poco è cambiato: ad ogni scontro con agitatori di professione e violenti il partito dell’antipolizia, sempre più numeroso e sempre più coccolato dai media, trova il modo di girare la frittata e far passare i cattivi per buoni. Con il risultato che, dei buoni veri, non si preoccupa più nessuno.

Certo, si dirà, parla Canterini, “quello della Diaz”. E allora facciamo che smettiamo di parlare di me e parliamo di un altro poliziotto, che so per certo essere un poliziotto modello e che da ieri, grazie a una foto, è diventato l’esempio della polizia dal volto umano. La patente di agente non picchiatore gliel’ha rilasciata lo stesso partito dell’antipolizia, commosso per la foto-simbolo che lo ritrae mentre accarezza una signora extracomunitaria.

Lo sanno tutti a Roma chi è quel poliziotto perché da anni rischia la pelle in piazza come tanti suoi colleghi che con me erano a Genova, ed erano alla Diaz. Quel bravo poliziotto non ha cominciato ieri ad essere un modello perché bene, anzi benissimo, si comportò all’interno di quella scuola che venimmo improvvidamente chiamati a sgomberare. Non se ne può fare il nome né il nomignolo perché chi ha visto la morte in faccia a Genova, come noi del Settimo, da quel giorno del 2001 non ha più un’identità.

Perdonami, caro direttore, dello sfogo. Ma davvero non se ne può più di questo perbenismo e della mistificazione della verità. La polizia è sana, lo è sempre stata e la gente lo sa. Non esiste un’ altra verità, non esistono poliziotti buoni e cattivi. Portare rispetto a chi indossa una divisa è un dovere di tutti.

Nico Gabriele era alla Diaz? Si, nessuno lo nega, allo stesso tempo nessuno può in alcun modo accusarlo di essere uno degli agenti accusati o uno di quelli che si erano smarcati dai pestaggi:

Il poliziotto è Nico Gabriele, che faceva parte del VII nucleo antisommossa, dal quale furono compiuti i pestaggi più gravi dentro la scuola. Gabriele, inizialmente iscritto sul registro degli indagati, era stato poi prosciolto. La Procura ne aveva chiesto l’archiviazione poiché non furono possibili riconoscimenti personali da parte delle vittime, in quanto gli uomini in divisa non avevano numeri identificativi e avevano agito con il volto coperto da un fazzoletto. Non solo: nell’archiviare la loro posizione il giudice rimarcava come alcune tra le stesse vittime della Diaz avessero individuato «pochi agenti» che si erano smarcati dai pestaggi e avevano provato a soccorrere i feriti. Poiché non fu possibile stabilire quali fossero questi «pochi agenti» (se lo stesso Gabriele o qualcun altro), tutta la truppa fu infine archiviata e a processo per le botte sono finiti l’allora comandante Canterini e i capisquadra, per la loro responsabilità «apicale».

Chi ha pubblicato quel post Facebook non ha reagito in maniera tanto diversa da tutti gli altri che generalizzano e hanno dei pregiudizi. A proposito, il 3 settembre la stessa pagina ha pubblicato questo post:

Molta gente crede di pensare mentre sta solo riordinando i propri pregiudizi.

Rimandato a settembre? Siamo già a settembre.