Il post di Luigi Di Maio e il dato dei criminali importati dalla Romania

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Non ho potuto seguire questa storia per via di altri impegni, ma siccome viene richiesta tutt’oggi la tratterò comunque. Il 10 aprile 2017 il Vicepresidente della Camera dei Deputati, Luigi Di Maio, pubblica un post su Facebook dove sostiene che “L’Italia ha importato dalla Romania il 40% dei loro criminali“. Davvero su tutti i criminali rumeni il 40% ha scelto il nostro Paese? Assolutamente no!  Il dato del 40% era riferito ad altro.


Valutazione

DISINFORMAZIONE


Analisi

Ricordiamo bene il primo post di Luigi Di Maio:

L’Italia ha importato dalla Romania il 40% dei loro criminali […]

Alcuni utenti sottolineano che le dichiarazioni di Luigi Di Maio sarebbero “confermate” da un articolo del 2009 del quotidiano La Repubblica dal titolo “Sicurezza, l’ accusa di Bucarest In Italia il 40% dei ricercati romeni“:

ROMA – Alta tensione tra Roma e Bucarest. Le diplomazie dei due Paesi si sfidano a suon di statistiche e colpi bassi. Al centro del contendere è la criminalità romena. A fine giornata, i toni si abbassano e la Farnesina chiede l’ invio di altri poliziotti romeni. Ma sul tavolo resta un dato: la collaborazione tra i due Stati non ha dato finora i frutti sperati. Basta dare un’ occhiata ai numeri: solo 40 gli espulsi nel 2008; 57 le richieste di rimpatrio di detenuti dal 2007. Cifre irrisorie, di fronte alla notizia data dal ministro della Giustizia romeno, Catalin Preodiu: ben il 40% dei ricercati con mandato internazionale da Bucarest si trova oggi in Italia.

Prima parlava di “loro criminali” (estremamente fraintendibile come “tutti“) mentre l’articolo del 2009 fa riferimento ai soli ricercati con mandato internazionale. Son due cose diverse, infatti il 12 aprile lo stesso Di Maio “corregge il tiro” riportando tale riferimento in un altro post Facebook:

C’è un fatto, che è inopinabile: “il 40% dei ricercati con mandato internazionale emesso da Bucarest si trova in Italia” Non lo dico io, lo disse nel 2009 l’allora ministro romeno della Giustizia Catalin Predoiu, dato confermato l’altro giorno a SUM #01 dal procuratore di Messina Ardita. Motivo per cui non ho nessun motivo oggettivo di mettere in dubbio questa affermazione.
Ardita ha ribadito che “4 rumeni su 10 hanno scelto il nostro Paese come luogo nel quale delinquere e questo è un problema importante che riguarda la giustizia”. Io ho ascoltato e come rappresentante dei cittadini mi sono posto il problema. L’Italia deve attirare persone oneste, non criminali. Ho denunciato questa situazione affinché la politica affronti il problema e vengano prese serie contromisure per far diventare l’Italia un luogo in cui i criminali NON vogliono andare. Ho anche messo in evidenza, e lo ribadisco, che siccome la nostra Giustizia è inefficiente, i nostri imprenditori vanno in Paesi dove funziona meglio: come la Romania.
Impariamo dai rumeni: scoraggiano i delinquenti e attirano le imprese. È quello che voglio per il nostro Paese. Abbiamo bisogno di una giustizia rapida, efficiente ed efficace che scoraggi chi vuole delinquere e aiuti chi vuole investire.

Oltre alla dichiarazione di Predoiu ci sarebbe anche quella del Procuratore aggiunto di Messina Sebastiano Ardita che troviamo in questo video (attenzione, il testo riportato nell’anteprima dell’immagine è sbagliato) pubblicato il 10 aprile 2017 su Youtube (stesso giorno del post di Di Maio):

Ecco quanto sostenuto da Ardita:

Qualche tempo fa – qualche anno, ma la situazione non è cambiata – il ministro rumeno, degli Interni se non sbaglio, ci comunicò che di tutti i mandati di cattura europei che riguardavano cittadini rumeni il 40% proveniva dall’Italia… quindi questo significa che quattro rumeni su dieci che avevano deciso di andare a delinquere avevano scelto il nostro paese come luogo nel quale andare a delinquere, questo è un problema importante che riguarda la Giustizia

Qualcosa non quadra, perché Ardita dire che “provenivano dall’Italia” mentre invece l’allora ministro Predoiu parlava di ricercati in Romania. O uno dei due sbaglia o si riferiscono a due cose distinte, perché sono appunto due informazioni molto diverse. Inoltre, se Ardita considerava il dato fornito da Predoiu, non significa per forza che i rumeni sceglievano l’Italia per delinquere ancora dopo averlo fatto nel loro Paese.

Di Maio aveva sbagliato a riportare il dato elaborandolo in altro modo. Infatti, le parole del Vicepresidente della Camera facevano intendere che del totale dei delinquenti presenti in Romania ben il 40% si sarebbe stato “importato” in Italia, mentre allora Ministro Predoiu e Ardita parlavano dei solo ricercati. Riporto ancora una volta il post accusato:

L’Italia ha importato dalla Romania il 40% dei loro criminali. Mentre la Romania sta importando dall’Italia le nostre imprese e i nostri capitali. Che affare questa UE!

Dovendo tenere conto dei numeri forniti dal primo post di Luigi Di Maio, se il 40% dei criminali rumeni è stato importato in Italia allora quello rimanente in Romania è il 60%. Considerando che nel 2008 i criminali nelle carceri rumene erano circa 26 mila, dovremmo intendere che in Italia c’erano 17 mila criminali rumeni? Cifre assurde, anche perché secondo i dati forniti da Openmigration.org nel 2009 erano circa 2966 i detenuti rumeni in Italia (che sommandoli ai detenuti in Romania risulta essere circa il 10%).

Fonti: Ministero della Giustizia,
Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (http://openmigration.org),

Inoltre, bisogna considerare altri tre dati:

Quindi a livello europeo abbiamo circa il 25% dei detenuti rumeni, ma è un numero ovviamente alto perché oltre la metà dei rumeni emigrati si trova in Italia. Quindi, dei rumeni arrivati nel nostro Paese la percentuale relativa a coloro che finiscono in carcere è al di sotto dell’un per cento. Risulta, inoltre, fattibile il motivo per la quale il 40% dei mandati d’arresto da parte della Romania arrivino in Italia.

Torniamo appunto ai mandati d’arresto, quindi considerando il secondo post del Vicepresidente della Camera. Un articolo del 2009 del sito rumeno Viata-libera.ro riporta le dichiarazioni di Predoiu:

Ministrul Justiţiei, Cătălin Predoiu, a susţinut, luni, că 40 la sută dintre persoanele date în urmărire de autorităţile române se află pe teritoriul Italiei, iar procedurile de executare a mandatelor întâmpină dificultăţi.

Tradotto: “Il Ministro della Giustizia, Cătălin Predoiu, afferma che il 40% delle persone ricercate dalle autorità rumene si trovano in Italia e le procedure dei mandati risulta difficoltoso”

Il Ministro rumeno parla di criminali in generale, ma non ci è dato sapere con certezza che siano tutti rumeni. Infatti, tra questi potrebbero esserci cittadini di altre nazionalità, inclusi italiani (potrebbe accadere). Comunque sia, vediamo un po’ di numeri forniti dallo stesso articolo di Viata-libera.ro:

Potrivit statisticilor Ministerului Justiţiei, în anul 2007 autorităţile române au emis 270 de mandate de arestare pentru cetăţeni de pe teritoriul Italiei, dintre care 173 au fost executate, iar pentru 30 s-a refuzat executarea. În acelaşi timp, 67 de mandate au rămas fără răspuns din partea autorităţilor italiene.

Aceleaşi date arată că, în anul 2008, au fost 198 de cazuri în care autorităţile române au cerut executarea unor mandate pentru cetăţeni de pe teritoriul Italiei, dintre care 123 au fost executate. De asemenea, pentru 16 persoane s-a refuzat executarea mandatului, iar pentru alte 59 de cazuri au rămas fără răspuns.

Quindi, nel 2009 avevamo i seguenti dati:

  • nel 2007 le autorità rumene hanno emesso 270 mandati d’arresto per altrettanti criminali in Italia, di cui 173 vennero eseguiti e 30 rifiutati, mentre 67 non ricevettero risposta;
  • nel 2008 le autorità rumene hanno emesso 198 mandati d’arresto, di cui  123 vennero eseguiti, 16 respinti e 59 non ricevettero risposta.

Parliamo, quindi, di circa 468 mandati d’arresto rivolti all’Italia per i ricercati in Romania tra il 2007 e il 2009, ma siamo sempre molto distanti da tutti gli altri numeri precedentemente citati. Questi numeri non sono stati considerati dal Vicepresidente della Camera, che non ha approfondito affatto e ha diffuso un’informazione errata ed estremamente fraintendibile.

Da citare anche il post Facebook della pagina “W IL M5S” che propone un sondaggio dal contenuto ingannevole sull’intero argomento con l’obiettivo di dare ragione alle parole del Vicepresidente della Camera:

L’assurdo sondaggio via Facebook

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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