Il Blog di David Puente

La “bufala Morani” e quello che non hanno capito dei 100 mila euro spesi da Luigi Di Maio

Il 21 ottobre 2016 ricevo il seguente messaggio in pagina dal buon Bruno:

Attendo la bufala che dice Morani con una vignetta se la confermi,vediamo la tua onestà David.

La storia è semplice da raccontare, ma per rispondere a Bruno dovevo fare una somma. Anzi, più di una e riportandole tutte, perché certe volte bisogna sbattere tutto in faccia.

 

La storia dei “100 mila”

Di recente, in seguito alla pubblicazione del nuovo capitolo di Supernova, sono stati citate le spese del vicepresidente della Camera per un valore di circa 108 mila euro in tre anni:

Luigi Di Maio e quei 100 mila spesi per eventi sul territorio fanno discutere. Se ne parla nel secondo capitolo di Supernova di Marco Canestrari e Nicola Biondo.

La critica su tale somma riguarda la “costruzione di una corrente” (intesa come corrente politica) con i soldi pubblici, somme ben al di sopra rispetto alle più basse di un Roberto Fico (31.600 euro) secondo nella classifica nella categoria “eventi sul territorio“.

Alessia Morani, vicepresidente del gruppo del Partito Democratico alla Camera, rilasciò in seguito le seguenti dichiarazioni riportate da AGI il 17 ottobre:

“Come fa Luigi Di Maio a parlare di risparmi, di lotta agli sprechi e di attività politica francescana se poi si fa rimborsare dalla Camera la bella cifra di 100mila euro per attivita’ sul territorio?”, chiede Alessia Morani, vice-presidente del gruppo Pd alla Camera. “Nel goffo tentativo di trovare un spiegazione ‘francescana’ si arrampica sugli specchi e parla di spese in viaggi. Forse si è dimenticato che queste, per i deputati, sono gratis”, conclude.

La replica di Di Maio non si fece attendere:

“Tra lo stipendio da deputato, lo stipendio aggiuntivo da vicepresidente della Camera, i vari rimborsi e spese di rappresentanza, ho restituito ai cittadini italiani in tre anni e mezzo 204.582,62 euro. E sono felice di averlo fatto”

Il 20 ottobre 2016 la pagina Facebook MoVimento 5 Stelle pubblica la seguente immagine e il seguente testo, il tutto sulla base di un video di Franco Bechis:

Le Pd indignate per Di Maio hanno speso 3 volte più di lui!
Ha fatto scandalo e addirittura è finito sulle prime pagine dei quotidiani italiani il fatto che Luigi Di Maio, M5s e vicepresidente della Camera, abbia speso 100 mila euro in 3 anni attingendoli da quel fondo rimborsi che ogni parlamentare riceve mensilmente e che in 3 anni ammonta a più di 300 mila euro. La notizia in realtà è che Di Maio ha restituito all’erario (cioè ai contribuenti) 200 mila euro di quella somma, non che ne abbia speso 100 mila. Però oltre alla stampa, si indigna il Pd. Con che faccia?
Alessia Morani, vicepresidente dei deputati Pd, ironizza sul “Bengodi” che avrebbe scoperto Di Maio con quei rimborsi. Lei negli stessi tre anni ha utilizzato 302.436,36 euro, tre volte più di quello che se la godrebbe.
Stessa indignazione della vicepresidente dei senatori Pd, Giuseppina Maturani. Che mentre Di Maio spendeva 100 mila euro, ne spendeva 335.800. Grandi predicatrici con i rimborsi degli altri però…

Paragonare il PD alle idee (quelle vere e ortodosse) del Movimento 5 Stelle è come sparare sulla croce rossa, loro non si reputano dei “francescani”, ma veniamo al dunque.

 

I 303 mila euro di Alessia Morani e i trattamenti economici dei parlamentari

Tutto parte da un video di Franco Bechis del 19 ottobre:

Ad un certo punto compare questa schermata con i dati relativi ai trattamenti economici dei parlamentari:

Il trattamento economico dei parlamentari

I 302.436,36 euro (citati nel post del Movimento 5 Stelle su Facebook) equivalgono ai circa 100.812 euro citati nella schermata sopra riportata alla voce “Deputati”, che equivalgono alle 12 diarie da 3.503,11 euro (totale 42.037,32), i 12 rimborsi spese da 3.690 euro (totale 44.280), i rimborsi per i trasporti trimestrali pari a 3,323,70 euro (totale 13.294,8) e i 1.200 euro annui di rimborsi telefonici. Tutti dati consultabili dal sito della Camera dei Deputati (link) che, matematicamente parlando, sono appunto 100,812,12 euro annui che moltiplicati per tre anni fanno 302.436,36. Bechis parla dei rimborsi, non degli stipendi! Ripeto ancora: si parla di rimborsi!

I conti tornano, ma c’è un ma. Il Movimento 5 Stelle ha un pregio, quello di rendere pubblici i rendiconti dei propri parlamentari nel sito Tirendiconto.it, ma allo stesso tempo è il loro tallone d’Achille perché è possibile verificare (sempre se aggiornano le loro spese – l’ultimo aggiornamento di Di Maio è del mese di maggio) quanto effettivamente hanno ricevuto e tornato allo Stato. Grazie alla loro trasparenza è possibile verificare che anche Di Maio ha ricevuto quelle cifre nel corso degli anni.

Ecco i rimborsi ricevuti nel mese di agosto 2013:

DIARIA PARTE VARIABILE: 3.373,43
DIARIA PARTE FISSA: 129,68
RIMB.FORFETTARIO SPESE ESERC. MANDATO: 1.845,00
RIMBORSO SPESE ESERCIZIO MANDATO: 1.845,00

TOTALE: 7.193,11

Ecco un’altro cedolino, più recente, del mese di maggio 2016:

DIARIA PARTE VARIABILE: 3.373,43
DIARIA PARTE FISSA: 129,68
RIMB.FORFETTARIO SPESE ESERC. MANDATO: 1.845,00
RIMBORSO BIGLIETTI AEREI: 315,59
RIMBORSO SPESE ESERCIZIO MANDATO: 1.845,00

TOTALE: 7.508,70

Si, Luigi Di Maio ha ricevuto (e non tanto diversamente dalla deputata piddina leggendo il capitolo qui sotto), ma quanto ha speso e quanto ha restituito?

 

Di Maio: i rimborsi ricevuti e le somme restituite

Siccome i grillini sono pigri a verificare di persona sul sito in questione, riporto qui i dati relativi al vicepresidente della Camera dal mese di giugno 2013:

Fermandoci un attimo, calcolando da giugno 2013 ad agosto 2014, Luigi Di Maio ha speso 112.270,49 euro restituendone appena 21.848,77.

Continuiamo:

La trasparenza si ferma a giugno 2016 (dove manca ancora oggi il rendiconto), ma veniamo ai conti fatti sui rimborsi sommando le cifre riportate da Tirendiconto.it da giugno 2013 a maggio 2016:

Non sarebbe nemmeno quello che ha speso di più in totale, nella classifica riportata dal sito Maquantospendi.it (che tiene conto fino al mese di dicembre 2015) è preceduto da Manlio Di Stefano (249.388,91 euro) e Daniele Del Grosso (269.801,87 euro).

Ragazzi (mi rivolgo ai grillini fanatici), lo dicono i conti del “Sacro Blog” alla voce “Tirendiconto.it” (“www.beppegrillo.it/tirendiconto.it/trasparenza/“), è inutile che vi incazziate con me. Siate onesti!

 

L’errore di Franco Bechis e i 204 mila euro restituiti da Di Maio

Il buon Franco Bechis scivola sui conti:

Andiamo a vedere alcuni dei suoi accusatori. C’è Alessia Morani, vicepresidente dei deputati del PD, che nello stesso periodo in quei tre anni in cui Di Maio ne ha spesi 108.812 lei ne ha intascato e forse speso, qualche cosa è rimasta invece come per arrotondare lo stipendio, ma comunque diciamo ha incassato dei rimborsi senza restituire nulla 302.436 euro, cioè tre volte quello che ha speso Di Maio. Da Di Maio sono tornati indietro 200 mila euro alle casse pubbliche, da Alessia Morani zero euro.

Bechis compie un clamoroso errore, infatti quei 108 mila euro sono solo le spese riguardanti gli eventi sul territorio, non il totale di quei 3 anni. Perché si è soffermato alle dichiarazioni di Luigi Di Maio e non ha fatto due conti?

Tenendo conto sempre del periodo giugno 2013 e maggio 2016, Di Maio ha restituito dal proprio stipendio da deputato 66.172,46 euro, ma la prova del nove arriva quando si sommano le cifre riportate alla voce “per questo mese ho effettuato un bonifico di“: 98.388,43 euro.

Allarghiamo il tutto per tentare di arrivare a somme più alte. Tenendo conto del periodo marzo 2013 (inizio mandato) e maggio 2016 (ultimo rendiconto pubblico sul “Sacro Blog”) la somma dei bonifici effettuati da Di Maio come restituzione alle casse dello Stato è di 107.031,23 euro. Mancano all’appello 96.968,77 euro per raggiungere la somma di 204 mila riportati nell’immagine diffusa dalla pagina Facebook del Movimento 5 Stelle e citati da Di Maio in persona.

Il banner populista, e sbagliato, del Movimento 5 Stelle

Su cosa potrebbe giocare la dichiarazione di Di Maio? Riporto ancora la sua replica:

“Tra lo stipendio da deputato, lo stipendio aggiuntivo da vicepresidente della Camera, i vari rimborsi e spese di rappresentanza, ho restituito ai cittadini italiani in tre anni e mezzo 204.582,62 euro. E sono felice di averlo fatto”

Certo, se vuole contare anche lo stipendio aggiuntivo di vicepresidente della Camera può anche farlo, ma questo conteggio non riguarda affatto i rimborsi e la deputata Morani non detiene tale carica aggiuntiva. A quanto ammonta? Teniamo conto dei dati riportati nel Blog dello stesso Di Maio nella pagina “Rendicontazione e Trasparenza“:

Oltre ad essere Deputato dal 20 marzo 2013 sono anche Vice Presidente della Camera, ricopro una carica istituzionale che mi darebbe diritto a:

6.500 euro di spese di rappresentanza
– 2000 euro di indennità aggiuntiva di carica
– un’auto blu
– accesso ai voli di stato
– un cellulare di servizio (gratuito)
– un telepass (illimitato)

Il documento di rinuncia all’indennità di carica firmato Luigi Di Maio

Soldi restituiti? Nella lingua italiana “restituire” ha un significato ben chiaro, non si può restituire una somma che si è rifiutata in principio e non è stata mai percepita. Comunque, resta il fatto che il tema riguarda i rimborsi e non gli stipendi.

Di quei 204 mila euro non si ha traccia trasparente online, che Di Maio abbia restituito una somma tale da pareggiare tale cifra? Sarebbe bello veder aggiornato il sito “Tirendiconto.it”.

 

Conclusioni

I 5 Stelle si sono tagliati lo stipendio, restituiscono parte dei rimborsi, bene, bravi, ma dite le cose come stanno!

Ora i fanatici/tifosi/credenti del Movimento 5 Stelle diranno che avrei cercato di difendere la parlamentare piddina e screditare Di Maio. Beata la loro ignoranza e maledetti i loro paraocchi, perché in questo articolo non ho mai negato che la deputata Morani possa aver percepito la somma citata da Bechis e nell’immagine diffusa via Facebook dal M5S!

Non aggrappatevi al fatto che non ho considerato la senatrice Giuseppina Maturani, si parla di somme riguardanti la Camera dei Deputati, Di Maio è stato eletto in quel ramo del Parlamento. Non siate ridicoli.

Me lo avete chiesto voi questo articolo, eccovi accontentati. Dovete, inoltre, rivedere il vostro concetto di bufala, la Morani si è lamentata sul fatto legato alla “politica francescana” che volevano intraprendere, ma nemmeno lei sembra aver compreso la critica legata a quelle somme citate da Supernova.

Quando lavoravo a Milano il Movimento 5 Stelle doveva essere tutt’altro, ma le cose sono evidentemente sfuggite di mano.

Non parlo mai del M5S a vanvera, l’ho visto nascere da dietro le quinte (l’omone alto davanti alla finestra sono io). Oscuro due persone che non sono note al pubblico.

Ai fanatici, a chi vuole veramente un cambiamento come si deve, do un umile consiglio: fatevi un esame di coscienza e cercate di evitare di diventare i nuovi berluscones. Svegliatevi prima che sia troppo tardi.

Ah, giusto per chiarire ulteriormente e cancellare sul nascere certe fantateorie: non sono un ex dipendente licenziato e per questo incazzato con l’ex società per cui ho lavorato, me ne sono andato via io per scelte del tutto personali e con un ottimo rapporto mantenuto con lo stesso Gianroberto Casaleggio negli anni successivi alla mia uscita dalla società (più volte son andato a salutarli ricevendo un caloroso bentornato e certe amicizie mi mancano, ho passato un bel periodo tra i “10 centesimi nel salvadanaio“, i “caffè Amato” e i “cioccolatini per un sorriso“). Purtroppo certe situazioni riscontrate negli ultimi anni mi hanno portato a smettere di comprendere la loro linea.

Ricordo cos’è Supernova:

Volevano la democrazia partecipata, e adesso sono un’élite.
Volevano fare politica senza soldi. E adesso si scannano per i soldi.
Volevano lottare contro il sistema dei media. E adesso sono dipendenti dai media.
Volevano eliminare la casta. E adesso sono la casta.

Supernova è la vera storia del Movimento Cinque Stelle, come nessuno fino ad oggi l’ha mai raccontata. Documenti esclusivi, retroscena inediti, un resoconto dettagliato.

Supernova è un’inchiesta giornalistica, un memoriale, ma anche un progetto multimediale di data journalism e un video reportage su cosa è stato, cosa doveva essere e cosa è diventato il più grande esperimento politico di massa del nuovo secolo.