Il Blog di David Puente

Cara Daniela Santanchè ti scrivo ancora: come va con Charlie Hebdo?

Correva l’anno 2015, era il 9 gennaio e la ferita dell’attentato alla sede di Charlie Hebdo era ancora fresca, ma Daniela Santanchè lanciò la sua proposta di “libertà”:

Voglio pubblicare in Italia Charlie Hebdo

Cosa le era capitato a Daniela? Possibile che lei, proprio lei, potesse arrivare a tanto? Eh già, pure in video:

Ecco quanto riportato dall’Huffingtonpost:

La deputata di Fi Daniela Santanchè, presidente di Visibilia editore, ha annunciato di voler pubblicare il settimanale Charlie Hebdo in Italia. “Il vile attentato alla libertà di stampa e al pluralismo dell’informazione – afferma in una nota – merita una risposta che vada oltre la denuncia e gli attestati di solidarietà.

Visibilia editore propone che in ogni paese europeo ci siano editori coraggiosi che diventino licenziatari di Charlie Hebdo in modo che il settimanale diventato simbolo della libertà abbia la possibilità di diffondersi oltre i confini francesi e si moltiplichi in tutta europa. Visibilia editore ha già avviato i contatti per essere partner in Italia”. E su twitter la deputata azzurra aggiunge: “Voglio pubblicare in Italia Charlie Hebdo”.

Incuriosito da tanto desiderio di libertà di Satira le rispondo:

Benissimo, inizia con queste copertine e definiscile libertà di pensiero che approvi anche su @ilgiornale

Il silenzio era assordante, forse non si degna a rispondere a tutti i tweet che le sono arrivati, almeno non è come Gasparri che blocca inutilmente le persone che discutono (sempre se il suo è discutere) con lui.

Anche a marzo del 2015 tentai un “Remember Charlie”, ma niente anche quì. Stessa sorte il 6 gennaio 2016, quasi un anno dopo: il silenzio è tombale.

Non demordo, insisto e torno a domandarle ancora oggi in seguito alla pubblicazione della vignetta sul terremoto in Italia:

@DSantanche @ilgiornale Daniela, sto ancora aspettando risposta 🙂

Risponderai mai Daniela? Forse il tuo account lo gestisce qualcuno senza diritto di replica. Eri Charlie, ora chi sei?