La bufala del “Presidente del Consiglio non eletto dal popolo”

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C’era una volta la Costituzione“, ecco il titolo giusto per un articolo come questo, dove bisogna tornare a spiegare alla massa populista (amante consapevole o inconsapevole delle fake news) che il Presidente del Consiglio non viene eletto direttamente dal popolo italiano, così come il suo Governo. L’articolo più condiviso dai siti fogna del web (oltre 21 mila in poche ore) non poteva che essere quello intitolato “La gente sta invadendo le strade di tutta Italia: “4° governo non eletto dal Popolo? Adesso Basta!”” di Attivo.tv:

Si stanno accendendo a Roma e in numerose città italiane, manifestazioni spontanee per protestare contro il 4° governo non eletto dai cittadini.

[…] Questi dirottatori della democrazia, hanno infiltrato la struttura di comando dello Stato italiano, garantendo il patto mafioso/massonico che ha fatto nascere l’euro come strumento di coercizione dei popoli.

La solita solfa populista che ignora del tutto, volontariamente o involontariamente (voglio dare ancora il beneficio del dubbio per qualcuno), quanto hanno scritto i costituenti nella carta per la quale siamo andati a votare il 4 dicembre.

La Costituzione parla chiaro, ma chi sostiene questa tesi propagandistica e priva di logica ha un colpevole che ha convinto per anni che ciò avvenga, un colpevole con nome e cognome che riporterò in questo articolo e che sicuramente creerà non pochi problemi a qualcuno.

 

La Costituzione parla chiaro

 

Bisogna ricordare, ancora e ancora una volta, quanto riportato nella Costituzione spiegando di seguito (nel modo più semplice possibile) gli articoli riguardante l’argomento.

Art. 1: La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Il Popolo è “sovrano”, ma i suoi poteri sono limitati dalla stessa Costituzione: pur esercitando il proprio potere con il voto (es. elezioni, referendum), di fatto non governa. Ciò viene spiegato negli articolo successivi (Parte II della Costituzione).

Art. 56: La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto.

Art.58: I senatori sono eletti a suffragio universale e diretto dagli elettori che hanno superato il venticinquesimo anno di età.

Il Parlamento viene eletto dal Popolo.

Art. 67: Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.

I parlamentari hanno libertà di voto e possono votare ciò che ritengono opportuno, anche contro il parere di chi lo ha eletto. “La Nazione” non è il Popolo.

Art. 68: I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni.

Viene ulteriormente sottolineata la mancanza del “vincolo di mandato”.

Art. 83: Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri

Art. 92: Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri.

A nominare il Presidente del Consiglio e il Governo non è il Popolo, ma il Presidente della Repubblica eletto dal Parlamento espressione del voto popolare.

Art. 94: Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere. Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale. Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia. Il voto contrario di una o d’entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni. La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione.

Il Presidente del Consiglio e il suo Governo, nominati dal Presidente della Repubblica, devono ricevere la fiducia al Parlamento, che a sua volta può sfiduciarlo.

Il Popolo, di fatto, non può sfiduciare un Governo, non può sfiduciare il Parlamento e non può sfiduciare il Presidente della Repubblica (ricordate la parola “limiti” all’articolo 1?).

Tutto molto semplice e lineare, non si parla in nessun modo di un regime presidenziale dove viene eletto un Presidente del Consiglio direttamente dal voto popolare.

 

Il vero colpevole (attenzione ai populisti deboli di cuore)

Di chi è la colpa di tanto populismo legato alla presunta elezione del Governo? Di certo non un costituzionalista, ma il leghista Roberto Calderoli!

Il leghista Roberto Calderoli
Il leghista Roberto Calderoli

La Legge Calderoli, detta anche “Porcellum“, introdusse il simbolo della lista elettorale, obbligando di fatto la presenza dei “gruppi” o “coalizioni” che rappresentano un programma elettorale e la presenza di un “Capo di coalizione” che venne più volte scambiato come “papabile” Presidente del Consiglio. Una forzatura verso un regime presidenziale che a sua volta viene sgambettato dalla stessa Costituzione italiana, visto che qualunque Governo eletto con tale legge doveva vedersela comunque con un Parlamento che poteva cambiare le carte in tavola.

Immagino ricordiate come è stata data la fiducia al Governo Monti (in un Parlamento eletto dal “Porcellum” e un Governo berlusconiano), così come è stata data la fiducia al Governo Letta (e successivamente Renzi, ora con Gentiloni). Inutile fare giochi di parole pretendendo di sostenere la scusa che il Parlamento sia stato eletto per un “Governo voluto dal Popolo”, bisognava cambiare la Costituzione per pretendere ciò.

Preparatevi ora al “loop populista” che ne esce fuori: chi sostiene la tesi del “Presidente del Consiglio non eletto dal Popolo” lo fa grazie e sulla base di una legge dichiarata incostituzionale!

 

Cosa dicevano i padri costituenti

Mi duole dire che è già tanto trovare qualcuno che legga la Costituzione e la comprenda (“ringrazio” i politici populisti e la disinformazione dilagante che sostengono), ma è ancor più difficile che qualcuno vada a leggersi i resoconti dell’Assemblea Costituente (PDF) dove viene spiegato il perché un Presidente del Consiglio ed il suo Governo non vengono eletti direttamente dal popolo. Ecco quanto spiegato dall’On. Costantino Mortati nel resoconto del 3 settembre 1946 (pagina 3 del PDF):

Se dovesse essere il principio della separazione dei poteri, bisognerebbe affidarsi a quelle forme che garantiscano di più la realizzazione di questa finalità; se, invece, dovesse essere l’assicurazione di una stabilità di indirizzo del Governo, che nello stesso tempo non offra gli inconvenienti che offrono i regimi presidenziali — possibilità di disarmonia fra gli organi esecutivi e gli organi legislativi — bisognerebbe orientarsi verso un regime parlamentare. Ma non potrebbe essere un regime parlamentare puro, simile a quello inglese, o a quello francese del 1875, perché mancano in Italia i presupposti necessari per un buon funzionamento di un tal regime (manca la dualità di partiti; manca la disciplina di partito) e il popolo non potrebbe fare designazioni nette che orientassero nella scelta del Governo, né si potrebbe contare sulla stabilità dell’azione di Governo, perché la stabilità sarebbe compromessa dalle possibilità di crisi derivanti dalla fluidità della situazione politica. Basta infatti il ritiro di un gruppo, anche piccolo, dalla coalizione che ha dato vita al Governo, perché questo Governo debba cadere, con le conseguenze dolorose che si sono constatate nell’altro dopoguerra e che hanno portato a quel discredito delle forme democratiche di cui si sono subite le conseguenze. Quindi, se si dovesse adottare un regime di indole parlamentare e si dovesse escludere perciò quella rigidezza assoluta che è caratteristica dei regimi presidenziali, bisognerebbe ricorrere ad un sistema misto, ad un sistema, cioè, che avvicinasse le due forme, allo scopo di realizzare l’intento, tenuto conto della situazione italiana.

Personalmente il Relatore pensa che il contemperamento fra le due forme di regime si possa ottenere e ne espone il modo.

Bisogna anzitutto tener presenti tutti gli elementi che debbono entrare in gioco in questa struttura costituzionale. Fra questi elementi dovrebbe essere anzitutto un Capo dello Stato; si dovrebbe, cioè, rinunciare a quelle forme di Governo che prescindono dall’esistenza di un Capo dello Stato, che a suo avviso è essenziale per gli scopi che esporrà. Quindi: un Capo dello Stato; poi un Governo; Camere — e si vedrà se dovranno essere una o due — e il popolo. Naturalmente bisogna ricondursi al principio democratico, il quale vuole che il popolo sia la fonte di tutti i poteri, non solo, ma anche il mezzo di riequilibrazione nel caso di dissidio tra questi poteri.

La Camera elettiva, o le Camere elettive, dovrebbero esprimere l’indirizzo politico che emerge dalle elezioni. Naturalmente, in quanto manchino le possibilità, i requisiti, i presupposti di fatto perché questo indirizzo politico si manifesti in modo esplicito — poiché, in altri termini, non è possibile fare come si fa in Inghilterra, dove la designazione del Governo emana direttamente o implicitamente dalle stesse elezioni — bisognerà pensare che questa valutazione della situazione politica quale emerge dalle elezioni e dai riflessi nelle assemblee legislative, sia fatta dal Capo dello Stato. Cioè il Capo dello Stato deve valutare quella che è la situazione politica in relazione alle elezioni e deve designare per la composizione del Governo la persona che si suppone più adatta ad esprimere questo indirizzo o gli indirizzi dominanti nei gruppi espressi dalle elezioni popolari.

È un testo bellissimo da leggere per intero, ma dubito che lo farete tutti.

 

Conclusione/provocazione

Mi rivolgo ora ai sostenitori della bufala. Se un giorno avremmo un “Presidente del Consiglio eletto dal Popolo”, quando questo verrà sfiduciato dal Parlamento cosa direte? Che si tratta di un “Parlamento dittatoriale” che calpesta la volontà popolare? Accidenti, ma il Parlamento chi lo elegge? Dovreste cambiare la Costituzione perché ciò non avvenga, quella splendida carta nata in seguito ad un periodo tutt’altro che “bello bellissimo” (tranne per qualche “nostalgico” che non lo ha mai vissuto).

In verità qualcuno, nel 2013 in un articolo de Il Giornale, parlò di “strapotere del Parlamento” a favore di un esecutivo “forte”:

strapotere-parlamento

Ecco perché serve un premier eletto dal popolo
Per frenare lo strapotere del Parlamento è necessario un vero e forte potere esecutivo

Infine, non sarebbero lontani i tempi in cui ci fu un “Lodo Alfano” che pretendeva di difendere quello che venne etichettato come il “Presidente del Consiglio eletto dal Popolo” proprio sulla base del “Porcellum”, ma la memoria è corta e certi “sogni” tornano.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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