BUFALA Italia: benzina a 0,90 euro/litro entro Natale. La decisione dell’Opec (Fate girare!)

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Il 20 ottobre 2016 il sito Viralvideo365.com pubblica un articolo dal titolo “Italia: benzina a 0,90 euro/litro entro Natale. La decisione dell’Opec (Fate girare!)” superando le 68 mila condivisioni Facebook:

Il prezzo della benzina in Italia, da domani, calerà vistosamente fino a raggiungere quota 1 euro entro Natale di quest’anno. Si avete capito bene, lo straordinario fenomeno che avverrà nei prossimi giorni è frutto della decisione di oggi dell’Opec al meeting annuale (4/12/2015), di alzare ulteriormente la produzione di petrolio fino al tetto record di 31,5milioni di barili al giorno. Produzione altissima e mai vista prima, che letteralmente inonderà il mondo di Petrolio abbassandone a dismisura i prezzi. Andiamo a capire bene cos’è l’Opec e perchè avremo la benzina a 1 euro/litro entro natale.

OPEC, GIGANTE “BUONO”
L’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio, chiamata Opec, controlla quasi l’80% delle riserve petrolifere mondiali, e al suo interno sono membri Paesi come l’Arabia Saudita (leader del gruppo), il Venezuela, l’Iran, gli Emirati Arabi, l’Iraq, il Kuwait, l’Ecuador e così via. Tutti Paesi con una produzione petrolifera enorme e con un controllo sul mercato del greggio immenso. Le parole dell’uno o dell’altro ministro dei membri Opec hanno il potere di cambiare in tempo reale le quotazioni del petrolio (e quindi del prezzo della benzina), anche di parecchi punti percentuali.

PREMESSA GENERALE
Fondamentale è inquadrare la situazione generale per capire il motivo del prezzo così basso del petrolio di quest’ultimo periodo, e del perchè, grazie a questa decisione di alzare ulteriormente il tetto di produzione, avremo la benzina così bassa per Natale.
Innanzitutto l’Output cinese, traino principale della domanda di petrolio mondiale, è calato drasticamente in seguito alla crisi economica (e anche quello della maggior parte dei Paesi principali consumatori). Dato confermato dal Pil dell’ultima trimestrale cinese (3,9), che non è salito sopra le previsioni rimanendo pressochè stazionario.
Secondo motivo, le riserve petrolifere americane (secondo EIA e API), nonostante il calo delle trivelle di estrazione, continuano ad aumentare e sono al massimo storico degli ultimi 80 anni. Cio anche grazie alle innovazioni tecnologiche nella produzione di petrolio di scisto, ovvero lo share oil (dalle rocce).
Terzo punto, è sempre più forte la spinta per le energie rinnovabili e il controllo delle emissioni da combustibili fossili. Quarto e ultimo punto, il panorama mondiale è ormai caratterizzato dalla competitività sfrenata per il primato di produzione petrolifera tra Russia, USA e Opec.

MEETING DI VIENNA
Il meeting di Vienna, previsto per oggi 4/12, vedeva tutti i Paesi membri chiamati a raccolta per decidere cosa fare riguardo la produzione di petrolio. In continua salita e di conseguenza, prezzi sempre più bassi (intorno ai 40$ al barile). La scelta in definitiva, era o di tagliare l’output o di tenerlo invariato, la seconda scelta avrebbe dato via libera al sentiment ribassista di questo ultimo periodo che vuole il petrolio a 30$ al barile (per i motivi sopra detti).
Sorprendentemente, la decisione ufficiale è stata quella di alzare il tetto di produzione ad un record storico: 31,5 milioni di barili al giorno (contro i 30 precedenti). Senza contare che l’Indonesia sta per rientrare nell’Opec e l’Iran dall’anno prossimo, tolte le sanzioni internazionali, potrà continuare ad alzare la propria produzione quasi illimitatamente.

LE CONSEGUENZE
Le conseguenze di questa decisione sono state immediate e avranno pesanti effetti sull’economia italiana e internazionale nei prossimi giorni. Innanzitutto il prezzo del barile è crollato di circa 5 punti percentuali nel giro di 10 minuti, attestandosi a quota 39,60$. Prezzo vicinissimo al record negativo degli ultimi anni.
Ma non è finita qui, entro settimana prossima il prezzo, in continuo calo, potrebbe toccare tranquillamente i 30$ dollari al barile, che sono effettivamente il loro valore reale. Lo stesso ministro dell’arabia Saudita ha affermato che “dobbiamo tutti accettare che il petrolio vale di meno”. Di conseguenza, la benzina già a 1,380/litro in svariate parti di Italia, toccherà l’1,20£ dopo settimana prossima e scenderà fino e anche dopo natale a 0,90/litro. Aspettiamoci quindi di trovare sotto l’albero un bellissimo sconto carburante deciso da quel (per le nostre tasche) gigante “buono” dell’Opec

La fonte sarebbe il sito fogna Gazzettadellasera e il suo articolo del 6 dicembre 2015, ma in realtà è un copia incolla dell’articolo del sito Vnews24 del 4 dicembre 2015. Trattasi di bufala bella e buona.

La base da cui è partito l’articolo era l’aumento dei barili di petrolio, come riportava Wallstreetitalia del 4 dicembre nell’articolo “Opec sorprende, alza produzione: petrolio a fondo“, con una conseguente caduta del prezzo secondo quanto riportato dal Sole24Ore. La diminuzione del suo prezzo non implica affatto una diminuzione del prezzo della benzina, anche perché su quest’ultima interviene la componente fiscale di ogni singolo paese.

Per gli scettici bisogna fare un esempio. Nel mese di giugno 2014 il prezzo del petrolio si aggirava sui 115,19 dollari a barile e la benzina costava circa 1,83 euro al litro.

Prezzi 2014
Prezzi 2014

Nell’agosto 2015 il prezzo del barile era sui 47,54 dollari, una diminuzione drastica rispetto a quella del 2014, ma il prezzo della benzina si aggirava sui 1,69 al litro.

Prezzi del 2015
Prezzi 2015

Sul costo effettivo della benzina bisogna considerare le accise e l’Iva (che nel frattempo è aumentata rispetto agli anni passati) e il cambio valuta euro/dollaro. Ecco un grafico fornito dal ministero per lo Sviluppo Economico che indica la composizione del prezzo finale della benzina venduta al consumatore e le relative tasse al 30 novembre 2015, pochi giorni prima dell’articolo di Vnews24:

Composizione del prezzo finale della benzina venduta al consumatore e le relative tasse al 30 novembre 2015
Composizione del prezzo finale della benzina venduta al consumatore e le relative tasse al 30 novembre 2015

Il passaggio da 1,380 a 0,90 al litro è soltanto un sogno ad occhi aperti che, di fatto, non si è affatto realizzato e non si realizzerà neanche quest’anno.

 

La furbata del sito Vnews24

Il titolo originale dell’articolo era “Italia: benzina a 0,90 euro/litro a Natale. La decisione dell’Opec“, ma risulta essere stato cambiato furbescamente nei due mesi successivi a “Italia: benzina a 1,3 euro/litro a Natale. La decisione dell’Opec“. Si, avete capito bene: hanno cambiato da 0,90 euro/litro a 1,3 euro/litro.

Non solo, l’ultima modifica registrata nell’articolo risale al 10 giugno 2016:

Gli orari di pubblicazione e modifica
Gli orari di pubblicazione e modifica

Ecco il confronto tra la prima versione del testo e l’attuale:

Il confronto delle versioni, dal dicembre 2015 (sinistra) al giugno 2016 (destra)
Il confronto delle versioni, dal dicembre 2015 (sinistra) al giugno 2016 (destra)

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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