Renzi da i numeri con le assenze di Luigi Di Maio: quella benedetta vicepresidenza

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In un mio precedente articolo avevo punzecchiavo Luigi Di Maio per aver calcolato furbescamente la retribuzione da vicepresidente della Camera nella somma dei soldi da lui restituiti allo Stato (in polemica con i famosi 108 mila euro a lui contestati) e smentendo il contenuto di un’immagine pubblicata dal Movimento 5 Stelle in sua difesa, ma oggi tocca al Presidente del Consiglio dare i numeri (tre per l’esattezza)! Ecco cos’è riuscito a dire, ospite di in 1/2h, domenica 23 ottobre:

Faccio una controproposta, perché non leghiamo l’indennità dei parlamentari alla loro presenza in Aula? Mi viene in mente un nome: Di Maio. Ha il 37 percento delle presenze. Lui e Di Battista prendono il doppio di me da presidente del Consiglio. Viste le sue presenze, alla fine del mese possiamo dargli il 37 percento dello stipendio?

Si, sta dando i numeri!

 

Il primo “numero”

Mentre Di Maio conta il ruolo di vicepresidente della Camera, Renzi non lo conta per niente, ma devo spiegarvi anche come funziona il conteggio delle presenze in Parlamento attraverso Openpolis:

dimaio-open-polis

Con assenza si intendono i casi di non partecipazione al voto: sia quello in cui il parlamentare è fisicamente assente (e non in missione) sia quello in cui è presente ma non vota e non partecipa a determinare il numero legale nella votazione. Purtroppo attualmente i sistemi di documentazione dei resoconti di Camera e Senato non consentono di distinguere un caso dall’altro. I regolamenti non prevedono la registrazione del motivo dell’assenza al voto del parlamentare. Non si può distinguere, pertanto, l’assenza ingiustificata da quella, ad esempio, per ragioni di salute.

Il caso di Luigi Di Maio è particolare, e riguarda anche tutti gli altri vicepresidenti della Camera (Sereni, Giacchetti e Baldelli), infatti quando è seduto al posto della Presidente Boldrini non può esprimere alcun voto e quindi non è conteggiata la sua presenza in aula all’interno delle percentuali citate da Openpolis.

 

Il secondo “numero”

Quello che Matteo Renzi non considera è l’assenza giustificata dall’aula, ossia quando il deputato è in missione. Che cosa vuol dire? Basta leggere il regolamento della Camera dei Deputati (art.46, comma 2) per comprenderne il significato:

missioni-numero-legale-camera

2. I deputati che sono impegnati per incarico avuto dalla Camera, fuori della sua sede, o, se membri del Governo, per ragioni del loro ufficio sono computati come presenti per fissare il numero legale.

Quando un deputato è in “missione” sta compiendo, con assenza giustificata dall’aula, alle sue funzioni “fuori sede”. Per Di Maio, quindi, su oltre 19500 votazioni elettroniche conteggiate era in missione per oltre il 55% di esse.

Quando siete al lavoro in trasferta venite pagati, vero?

 

Il terzo “numero”

Renzi evita di dire un’altra cosa, e cioè che ad ogni deputato gli viene decurtata la diaria di 206,58 euro per ogni giorno di assenza dalle sedute dell’Assemblea, ma ripeto: assenze ingiustificate, non le missioni e l’esercizio dei secondi incarichi all’interno del Parlamento.

Non solo, al deputato vengono decurtati 500 euro mensili  in relazioni alle assenze delle sedute delle Giunte, delle Commissioni permanenti e altro ancora.

Ecco quanto riportato alla voce “diaria” nell’area “Trattamento economico” della Camera dei Deputati:

Diaria
Viene riconosciuta, a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma, sulla base della stessa legge n.1261 del 1965.
L’attuale misura mensile della diaria, a seguito della riduzione disposta dall’Ufficio di Presidenza nella riunione del 27 luglio 2010, è pari a 3.503,11 euro.
Tale somma viene decurtata di 206,58 euro per ogni giorno di assenza del deputato dalle sedute dell’Assemblea in cui si svolgono votazioni con il procedimento elettronico.
È considerato presente il deputato che partecipa almeno al 30 per cento delle votazioni effettuate nell’arco della giornata.
L’Ufficio di Presidenza, nelle riunioni del 25 ottobre 2011 e del 30 gennaio 2012, ha inoltre deliberato l’applicazione di una ulteriore decurtazione fino a 500 euro mensili in relazione alla percentuale di assenze dalle sedute delle Giunte, delle Commissioni permanenti e speciali, del Comitato per la legislazione, delle Commissioni bicamerali e d’inchiesta, nonché delle delegazioni parlamentari presso le Assemblee internazionali.

Ieri mi sono spulciato il profilo Tirendiconto.it di Luigi Di Maio, che io ricordi non ho visto decurtazioni. Se qualcuno vuole farsi un giro e verificare la presenza di una decurtazione per assenze faccia pure e mi avvisi che ho la nausea a vedere quel sito (dubito che un grillino lo andrà a fare, non si tocca).

 

Conclusioni

Per entrambi si tratta di “strategie di comunicazione”, dove i soliti noti abboccano e si indignano senza verificare alcunché sbandierando dalla propria parte la bandiera dell'(H)onestà. Tanto una bella percentuale di fan fa da “pappagallo”, questo è quello che conta!

Se poi gli fai notare le baggianate gli stessi “pappagalli” ti criticano e dicono che sei di parte (eh certo, sei di parte se non li aiuti a sostenere la loro bandiera).

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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