DISINFORMAZIONE Uccise un carabiniere a bastonate, esce dal carcere dopo solo un anno

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Alessandro mi riporta il seguente screenshot nella mia pagina Facebook:

Segnalazione di Alessandro, con mia risposta
Segnalazione di Alessandro, con mia risposta

L’articolo in questione è quello pubblicato il 30 gennaio 2016 da Catena Umana (sarebbe meglio chiamarla “Fogna Umana”) dal titolo “Uccise un carabiniere a bastonate, esce dal carcere dopo solo un anno“:

GROSSETO – Ha ucciso a bastonate il carabiniere Antonio Santarelli, 44 anni.

Ora Matteo Gorelli, 20 anni, uscirà di prigione e sarà trasferito alla comunità Exodus di don Antonio Mazzi. Solo un anno di carcere per aver ucciso il carabiniere. Santarelli è morto l’11 maggio 2012, dopo un anno di coma per le gravi lesioni cerebrali riportate.

La vedova di Santarelli, Claudia Francardi, è arrabbiata ed indignata per la decisione del Gip di Grosseto. La donna ha spiegati di capire che la giustizia italiana sia per il recupero, specialmente di un ragazzo così giovane, ma che sperava che il ragazzo fosse assegnato ad una clinica come quella in cui è stato ricoverato Santarelli fino alla sua morte, per “vedere con i suoi occhi quello che aveva fatto”. Era il 25 aprile del 2011 quando Santarelli ed il collega Domenico Marino, 34 anni, fermarono Gorelli ed altri ragazzi all’uscita da un rave party. Gorelli risultò positivo all’alcoltest ed i carabinieri disposero il ritiro della patente. Il ragazzo scatenò la sua furia colpendo con un bastone i due carabinieri insieme ad i suoi amici. Santarelli entrò in coma, Marino rimase ferito gravemente.

Poi l’11 maggio 2012 il carabiniere morì, lasciando un figlio che ora ha 14 anni. Gorelli sarà processato per omicidio volontario e tentato omicidio, ma l’udienza davanti al Gip di Grosseto è slittata dal 21 luglio scorso al prossimo 12 ottobre. Il ragazzo è rimasto in carcere un solo anno, mentre lentamente Santarelli si spegneva in una clinica per persone in stato vegetativo a Chieti.

Ora la scarcerazione e l’affidamento alla comunità di don Mazzi. Una misura che la famiglia del carabiniere morto non ha decisamente apprezzato. La vedova di Santarelli ha dichiarato: “Credo solo che per quanto ne so io la giustizia in Italia quando ha a che fare con un giovane come Matteo punti al recupero. Io questo riesco anche a capirlo, ma continuo a domandarmi chi pensi ad Antonio – ed ha aggiunto -. Speravo che lo mandassero a fare servizio in una clinica come quella dove è stato mio marito per un anno per vedere con i suoi occhi quello che aveva fatto. Dopo il processo e dopo la condanna mi auguro che Matteo rientri in carcere. La notizia della sua imminente uscita è stata un fulmine a ciel sereno.

Mi auguro solo che la comunità serva a quel ragazzo, a capire il valore della vita. L’ha fatta davvero grossa”.

In realtà si tratta di un copia incolla dell’articolo di TGCom24 del 10 settembre 2012 (quasi 4 anni fa) dal titolo “Grosseto, scarcerato il 20enne accusato dell’omicidio del carabiniere Santarelli“. quello che “Fogna Umana” non vi racconta, perché deve farvi arrabbiare ed indignare per poi aumentare le condivisioni, le visite e quindi guadagnare con i banner pubblicitari, è che il ragazzo si trova a San Vittore ancora oggi. Ecco l’articolo del 30 aprile 2015 de Il Tirreno dal titolo “Uccise un carabiniere, Gorelli nel carcere di San Vittore“:

CERRETO GUIDI. Nella tarda mattinata di giovedì 30 aprile è stato condotto nel carcere di San Vittore, a Milano, Matteo Gorelli, il 23enne di Cerreto Guidi, condannato in via definitiva a 20 anni di carcere per l’omicidio del carabiniere Antonio Santarelli.

La Cassazione ha infatti respinto il ricorso presentato dalla difesa contro la sentenza della corte d’appello di Firenze del settembre del 2013 . Gorelli, all’epoca dei fatti ventenne, era accusato di omicidio volontario e tentato omicidio, un altro militare rimase gravemente ferito. Il giovane era l’unico maggiorenne del gruppo di amici che sono ancora in attesa di giudizio.

L’aggressione avvenne nelle vicinanze di un rave party, a Sorano (Grosseto) il giorno di Pasquetta del 2011. Gorelli aggred i due carabinieri che lo avevano fermato a un posto di blocco, colpendoli con un pezzo di legno. L’appuntato Antonio Santarelli mor per i colpi ricevuti dopo un lungo ricovero in ospedale mentre il collega Domenico Marino rimase gravemente ferito.

La storia continua con i dubbi posti dalla magistratura nei confronti dei due amici di Gorelli.

L’articolo di “Fogna Umana” al momento conta oltre 10 mila condivisioni Facebook. Quanto avrà fatto piacere questo uso strumentale della morte del carabiniere Antonio Santarelli alla sua famiglia?

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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