Crackers e Pavesini fanno cadere il sito della Gazzetta? Per carità, per una volta che la notizia è corretta…

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In seguito all’attacco informatico subito dal sito della Gazzetta dello Sport sul Televideo e altri media di informazione viene riportata la dicitura “Crackers oscurano siti Gazzetta Sport”, ma più di qualcuno non ha capito niente o fa la battuta:

cracker-gazzetta-dello-sport

Italia. Media. 15 agosto 2016: Attacco informatico contro la La Gazzetta dello Sport. – Ma a leggere la notizia come l’ha proposta Televideo mi aspettavo un controattacco dei Pavesini, contro gli odiosi Crackers… 😉 (rdn) –

Per carità, per una volta che il titolo e la definizione è corretta è inutile farci polemica. Si, il termine corretto non è “hacker” ma “cracker” e lo spiega molto bene Wikipedia:

Il termine cracker (della lingua inglese), in ambito informatico, indica una persona che si ingegna per eludere blocchi imposti da qualsiasi sistema informatico al fine di trarne profitto o creare danni. È stato introdotto nel 1985 per tentare di evitare l’abuso, tuttora esistente, della parola hacker.

[…]

Il termine cracker viene spesso confuso con quello di hacker, il cui significato è tuttavia notevolmente diverso. Alcune tecniche sono simili, ma l’hacker è colui che sfrutta le proprie capacità per esplorare, divertirsi, apprendere, senza creare reali danni. Al contrario il cracker è colui che sfrutta le proprie capacità (o in certi casi quelle degli altri) al fine di distruggere (i cracker fanno spesso utilizzo del DoS), ingannare e arricchirsi.

L’uso del vocabolo cracker è alquanto limitato (così come l’espressione black hat), al contrario di hacker, che è considerato da molte persone un termine controverso. Un individuo identificato come hacker, non è altro che un esperto informatico con ottime capacità d’uso del pc, che si diverte nell’ampliamento delle sue conoscenze. Questo termine viene erroneamente utilizzato per indicare persone che entrano all’interno dei sistemi informatici senza alcun tipo di autorizzazione, con l’unico scopo di causare danno. Molti hacker tentano di convincere l’opinione pubblica che gli intrusi dovrebbero essere chiamati cracker piuttosto che hacker, ma l’uso errato permane nel vocabolario comune della gente.

Vado a mangiarmi un pavesino…

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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