L’allarme dei profili falsificati su Facebook, tra bufala e realtà

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Ad avvertire gli utenti Facebook della recente bufala “quasi tutti gli account sono in procinto di essere falsificati” è stata la pagina “Una vita da social” il 30 marzo 2016 alle ore 12:36 con il seguente post:

una-vita-da-social-facebook

‪#‎OCCHIOALLABUFALA‬:In queste ore sta girando su Facebook un nuovo allarme in merito ad una possibile truffa ai danni degli iscritti al popolare social network americano: si tratta di un messaggio che sensibilizza le persone sulla possibilità che il proprio profilo venga falsificato. Ecco il messaggio completo:(GUARDA FOTO )Ovviamente nessuno vuole clonarvi il profilo.STATE TRANQUILLI.

Il testo del messaggio bufala è il seguente:

ATTENZIONE – Quasi tutti gli account sono in procinto di essere falsificati. La foto del profilo e il tuo nome sono utilizzati per creare un nuovo account Facebook. Poi chiedono ai vostri amici di aggiungervi, i tuoi amici pensano che sia tu e accettano. A partire da questo momento, gli hacker possono scrivere quello che vogliono sotto il tuo nome! Sappiate che non ho intenzione di aprire un nuovo account, quindi vi prego di non accettare un seconda richiesta d’amicizia da parte mia! Copia questo messaggio sul tuo diario in modo che tutti i tuoi amici siano avvertiti. Non condividere ma fate un copia / incolla

Ormai il primo aprile si sta avvicinando, ma non voglio parlarvi della bufala in questione, bensì sul reale pericolo legato ai profili falsi su Facebook.

Gli hacker e gli account falsi

Non serve essere “hacker” per creare un profilo falso con la foto e il nome di qualcuno, non ci vogliono particolari capacità informatiche per farlo. Il trucco è quello di riuscire a trarre in inganno gli amici dell’account copiato, i quali per fiducia accettano l’amicizia. Utilizzare la parola “hacker” dona alla bufala una sorta di “possibilità” in più che ciò avvenga.

Il reale pericolo da cui bisogna stare attenti

Tempo fa parlai del noto gruppo “Shitstorm” citando un’articolo della Polizia Postale:

Si tratta di un insieme di persone che hanno come obiettivo comune “ripulire” la piattaforma Facebook da gruppi reputati dannosi e inutili.
La procedura messa in atto per raggiungere lo scopo prefissato è la seguente:

Viene clonato un account di uno degli amministratori del gruppo e viene richiesto, con una scusa banale, ad un altro degli amministratori di aggiungerlo nuovamente.
Una volta entrato nell’account, il “finto amministratore” procede alle eliminazioni aggiungendo i propri complici per avere, quindi, il totale controllo del gruppo in questione.

CONSIGLI PER DIFENDERSI:
Porre attenzione alle richieste di amicizia e di iscrizione evitando di accettare chi nelle immagini fa riferimento a SHITSTORM, diffidare di nuovi profili magari con nomi particolarmente “strani”.

Dovete sempre e comunque fare attenzione. Anche se la bufala “quasi tutti gli account sono in procinto di essere falsificati” sia accertata come tale, la possibilità che tentino di ingannarvi con un profilo falso è sempre in agguato.

Una buffa esperienza

Qualcuno in passato tentò di imbrogliarmi creandosi un falso account Facebook “Gianroberto Casaleggio”, con tanto di foto (facilmente reperibile online tra le altre cose). L’errore dell’utente che creò il fake fu un messaggio privato (ancora non avevo accettato la richiesta di amicizia, che già mi “puzzava”) con un semplice saluto: “Salve Puente”. L’errore fu tutto li, in quel semplice saluto, perché Gianroberto Casaleggio non citava il mio cognome quando si rivolgeva a me, ma con un nome ben preciso che non vi dirò per tenere sulle spine i burloni che ci provano con me.

Avere un profilo falso è reato?

Se pensate che Facebook sia un luogo “senza legge” vi sbagliate di grosso. Il nostro ordinamento prevede il reato di “Sostituzione di persona” con l’art. 494 del Codice Penale (in fondo all’articolo illustrato da Bocardi vi sono riportate le note numerate nel testo):

Chiunque, al fine di procurare a sé o ad altri un vantaggio (1) o di recare ad altri un danno, induce taluno in errore, sostituendo illegittimamente la propria all’altrui persona (2), o attribuendo a sé o ad altri un falso nome (3), o un falso stato (4), ovvero una qualità a cui la legge attribuisce effetti giuridici (5), è punito, se il fatto non costituisce un altro delitto contro la fede pubblica, con la reclusione fino ad un anno (6).

Per capire meglio la situazione cito una breve spiegazione dal sito dello Studio Legale Orlando:

Il contenuto minimo dell’oggetto giuridico del reato è costituito da tutti quei comportamenti in grado di trarre in inganno, cioè ponendo in essere comportamenti fraudolenti, ad esempio, alterando i dati identificativi di un soggetto, o le proprie qualità, con quelli corrispondenti ad un altro.
Il reato è a forma vincolata e quindi la consumazione avviene esclusivamente mediante una della quattro modalità previste dalla norma, sostituzione illegittima, attribuzione di un falso nome, stato o qualità.
Per quanto dianzi esposto, risulta necessario un comportamento positivo; per giurisprudenza costante, infatti, la semplice omissione dell’agente, ancorché colpevole non è sufficiente a configurare il reato.
L’elemento oggettivo del reato è quindi costituito dalla induzione in errore che però deve fondarsi su una condotta, lo si ribadisce, positiva e non omissiva.
Per questo motivo la giurisprudenza, unanimemente non considera penalmente rilevante una situazione dipesa dal fatto di altri o dalla stessa persona offesa. La sostituzione deve essere altresì illegittima, ossia deve concretizzarsi mediante atti fraudolenti, oltre ad implicare la indicazione specifica da parte dell’agente della persona sostituita.

Conclusioni

Siamo d’accordo che quella diffusa sia una bufala, gli “hacker” non duplicheranno “quasi tutti gli account Facebook”. Resta però tuttavia l’invito ad essere vigili e attenti perché i veri truffatori potrebbero anche approfittare di questa bufala per danneggiarvi.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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