Bufala: i nuovi depositi nucleari in Italia

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Chiariamo: come ho scritto in un precedente articolo, la disinformazione, è l’arte di diffondere, a proprio vantaggio, informazioni false, non oggettive, fuorvianti, che alterano la realtà dei fatti al fine di creare un opinione su persone, situazioni o argomenti.

Mi è stato chiesto di recente se la notizia pubblicata su Informarexresistere sia una bufala, notizia ripresa negli ultimi giorni anche da altri siti. E’ stata una ricerca impegnativa, devo dirlo, vorrei ben vedere chi si mette a leggere decine di pagine e documenti PDF. Vi avviso che questo articolo è lungo, ma non è colpa mia se certa gente scrive tanto, e in maniera confusa, per alimentare le proprie teorie.

Partiamo dalla fonte di questa notizia riportata da Informarexresistere: Gianni Lannes.

Noto complottista, già sbufalato in altre occasioni (anche in merito alla sua disinformazione antinucleare), Lannes è un sostenitore delle teorie sulle scie chimiche, a cui ne attribuisce la paternità “ad una oligarchia occulta denominata Nuovo Ordine Mondiale“. Già da questo presupposto potremmo pensare che è da ignorare categoricamente, tuttavia gli do il beneficio del dubbio e leggo l’articolo che hanno riportato “copiaincollato” dal sito Su la testa (già etichettato come “sito complottaro“) su Informarexpresistere:

Dopo aver affondato impunemente per decenni centinaia di navi dei veleni e migliaia di container zeppi di scarti pericolosi delle industrie tedesche, francesi, elvetiche, olandesi eccetera – sempre a Bruxelles si sono detti: perché scontentare Piemonte, Lazio, Campania e Basilicata, che si terranno per sempre le scorie. E non fare una sorpresa alla Sardegna?

La Sardegna sarebbe quindi la “terra promessa” delle scorie radioattive, tuttavia non dice dove, non riporta a sua volta la fonte, inoltre nei documenti e nei siti linkati dall’articolo non si legge alcun riferimento all’isola sarda, ma soltanto una montagna di “politichese”, di leggi e tanta, ma tanta storia.

L’articolo riporta la seguente dicitura di un documento della Sogin Spa, dal titolo “Atto del Governo n° 58 (Gestione combustibile nucleare esaurito e rifiuti radioattivi)” a pagina 30 (se avete voglia e tempo, potete leggerlo nel sito del Senato al seguente link).

«Il Deposito Nazionale sarà costituito da una struttura di superficie, progettata sulla base degli standard IAEA e delle prassi internazionali, destinata allo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti radioattivi a bassa e media attività».

L’articolo, dopo la pubblicazione dell’estratto della pagina 30 del documento e l’immagine che riporta il testo dello stesso, riporta quanto segue:

Dunque, la prima menzogna del Governo italiano è che non ci sarà un unico deposito nazionale. Infatti, per i rifiuti nucleari più pericolosi, ad alta attività o se preferite di terza categoria, è previsto un deposito di smaltimento geologico, vale a dire, nelle profondità delle terra.

C’è da domandarsi da dove sia scaturita questa affermazione. Nel documento della Sorgin, sempre a pagina 30, non c’è alcun riferimento a più di un “deposito nazionale”. La pagina 30 introduce l’argomento del deposito nazionale citando quelli già presenti in Spagna, Francia, Regno Unito e di altri già attivi o in via di autorizzazione in Belgio, Romania e Lituania. Ho letto le pagine successive, e non si nomina neanche la Sardegna come Regione interessata. Al contrario si legge:

Sullo stesso sito del Deposito Nazionale sarà realizzato un deposito temporaneo per l’immagazzinamento di lunga durata dei rifiuti ad alta attività, in attesa della disponibilità di un deposito di smaltimento geologico o di un deposito condiviso fra più nazioni Europee per tale tipologia di rifiuti.
[…]
Il Deposito Nazionale sarà realizzato all’interno di un Parco Tecnologico, un centro di eccellenza italiano, aperto a collaborazioni internazionali, dedicato alla ricerca ed alla formazione su tematiche connesse al decommissioning, alla Gestione dei Rifiuti Radioattivi ed alla Radioprotezione.

Nessun riferimento al luogo, e a confermarmelo sono i contenuti presenti a pagina 32:

Sogin dovrà promuovere il già citato Seminario Nazionale, un evento pubblico sullo stile del debat public francese, al quale saranno invitati i Ministeri interessati, l’Ispra, le Regioni, le Province ed i Comuni sul cui territorio sussistono le aree interessate dalla proposta di Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee, nonché altri enti ed associazioni locali.
[…]
A seguito dell’approvazione della Carta, Sogin inviterà le Regioni e gli Enti Locali delle aree idonee alla localizzazione del Parco Tecnologico a comunicare il loro interesse ad ospitare il Parco stesso ed avvierà trattative bilaterali finalizzate al suo insediamento, da formalizzare con uno specifico protocollo di accordo.

Nel documento, che riporta la data del 8 gennaio 2014, non riporta quindi alcun riferimento alla Sardegna, ma che deve essere ancora scelto un luogo dove costruire questo “deposito nazionale”.

L’articolo pubblicato da Informarexresistere è del 28 aprile 2014, pubblicato un giorno dopo da quello pubblicato dal sito “Su la testa” a firma Lannes. Siccome non c’è scritta la vera fonte del presunto deposito in terra sarda, ho cercato su quest’ultimo sito qualche altro articolo (pieno di articoli sulla Sardegna, in particolare sulle scie chimiche). L’ho trovato, ma ancora il vuoto.

Nell’articolo pubblicato il 25 aprile 2014 il sito “Su la testa” scrive:

Il governo Renzi violando la disposizione 31 e l’articolo 10 della direttiva Euratom 2011/70 – alla voce “trasparenza” – ha già pronto il nome del luogo che ospiterà il deposito nazionale di scorie nucleari, ovvero la Sardegna. Ma purtroppo non si tratta dell’unico sito. Infatti, la Sogin ne già allestiti altri definitivi per le scorie ad alta attività: in Basilicata, Campania, Lazio, Piemonte.
[…]
Ergo, a conti fatti i depositi nucleari saranno una mezza dozzina, sparsi per l’intera penisola, isola sarda in attesa e compresa.

Il Governo Renzi avrebbe già pronto il luogo, ossia la Sardegna, violando le direttive europee. Ma dove sta scritto? Ancora niente, vago. Torniamo più indietro tra gli articoli, magari trovo qualcosa. Ecco che leggo, nell’articolo del 24 aprile 2014, un giorno prima, questa affermazione:

Così, tanto per rovinare la sorpresa al governo Renzi, anticipo quali sono le regioni candidate all’insaputa dei residenti: Basilicata, Lazio, Sardegna, Sicilia, Puglia.

Insomma, Gianni Lannes avrebbe rovinato la sorpresa al governo Renzi. Lui ne è sicuro, nonostante prima debbano passare mesi (sempre secondo quanto scrive nell’articolo del 24 aprile) prima che Sogin decreterà ufficialmente il luogo su cui sorgeranno depositi.

Ho provato a vedere anche nei link sottostanti all’articolo riportato da Informarexresistere, e indovinate cosa ho trovato? Come riferimento c’è il sito www.sapierr.net, sito in giapponese il quale ha tra i suoi ultimi articoli pubblicati, nel 2012, su temi come Dio, gli uomini e le donne. Mi spiegate che c’entra con il discorso del nucleare? Basta mettere link a caso, anche in lingua straniera, per dare forza ad una notizia?

Torno un attimo indietro, ma molto indietro nell’analisi dell’articolo e rileggo il titolo: “L’EUROPA HA DECRETATO: L’ITALIA AVRA’ NON 1 MA 7 DEPOSITI DI SCORIE NUCLEARI“. Data di pubblicazione dell’articolo? Il 27 aprile. si prospettano le Elezioni Europee, la parola Europa è naturalmente ricercata in vista della campagna elettorale imminente.

Mi sono ammazzato di lavoro, ma alla fine ho trovato un dato che darebbe spunto al “complotto Sardegna”. Si tratta di un resoconto stenografico della Camera dei Deputati, datato 26 febbraio 2003, dell’Audizione del presidente della Sogin, Carlo Jean, e dell’amministratore delegato Giancarlo Bolognini, presso la “Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso connesse“. Il Presidente della Commissione lascia la parola all’allora deputato Donato Piglionica, il quale cita appunto la Sardegna:

Mi ha sorpreso però il fatto che si trasporti questo materiale verso l’Inghilterra, che è un’isola. Infatti, quando ho chiesto al premio Nobel Rubbia, oggi commissario di ENEA, per quali motivazioni la Sardegna e la Sicilia fossero state escluse dalle sedi potenzialmente eleggibili a deposito nazionale unico – comprendendo l’esclusione della Sicilia per il carattere sismico dell’isola ma faticando a capire quella della Sardegna, che invece è zona totalmente bianca in relazione ai terremoti – mi è stato risposto che il trasporto verso un’isola comporta rischi incalcolabili. Mi chiedo allora il motivo per cui il trasporto verso la Sardegna comporti rischi incalcolabili mentre quello verso l’Inghilterra presenti rischi tutto sommato superabili. Tra l’altro, se la Sardegna diventasse deposito nazionale unico il materiale dovrebbe subire un solo trasferimento, mentre il trasporto verso la Gran Bretagna prevede anche un viaggio di ritorno, senza che questo fatto susciti l’allarme di qualcuno. Vorrei che mi toglieste questa curiosità.

Ho provato a cercare sul sito “Su la testa” qualcosa sul deputato, poi senatore, Paglionica. Niente, il vuoto totale. Strano, mi sarei aspettato un commento sul sostegno dell’Ulivo a favore del deposito in Sardegna.

Questo, quindi, sarebbe l’unico dato che ho trovato (disperatamente) sulle teorie di Lannes. Devo dirlo: i suoi articoli sono ripetitivi, un condensato di storia e di leggi, commi, e riferimenti senza senso. Perché fare così tanto il complicato e il vago? La gente comune si stufa a leggere già dopo due righe, rischiando di prendere per vero e sicuro ciò che scrive solo per il fatto che cita documenti e siti in lingua straniera.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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